A cura di Antonio Arricale Il Fmi migliora le stime per l’Italia: il debito del Belpaese quest’anno e nel 2016 si attesterà rispettivamente al 133,8% e al 132,9%, più basso dei livelli A cura di Antonio Arricale Il Fmi migliora le stime per l’Italia: il debito del Belpaese quest’anno e nel 2016 si attesterà rispettivamente al 133,8% e al 132,9%, più basso dei livelli stimati in precedenza. Se la crescita aumentasse, raggiungendo il 4% nel 2017, l’impatto sul debito italiano sarebbe forte: 10 punti in meno rispetto all’attuale scenario. L’Italia chiuderà – secondo le stime del Fmi – il 2016 con un avanzo di bilancio dello 0,2% del Pil, una previsione migliore di quella del governo. Un avanzo che salirà con gli anni. Il giudizio emerge da un ragionamento più complessivo che il Fmi fa sulle sofferenze presenti nelle banche europee, che hanno raggiunto il limite di un vero e proprio allarme. Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, stima in 900 miliardi le sofferenze del sistema bancario in Eurolandia, la maggior parte delle quali, stimate in due terzi, nei paesi periferici, Italia inclusa. Ridurre le sofferenze favorirebbe l’erogazione del credito, che va sbloccata, e faciliterebbe la trasmissione della politica monetaria, ammonisce il Fondo monetario. Un problema – ha sottolineato il capo economista Olivier Blachard – sentito in Italia, che fra i suoi problemi ha proprio il sistema bancario con una capacità delle banche a erogare peggiore di altri paesi. Positivo, inoltre, il giudizio sul quantitative easing del Bce: il Fmi riconosce come anche negli Stati Uniti ci è voluto del tempo, almeno un anno, prima che le banche tornassero a finanziare l’economia reale. Preso atto di questo la situazione europea è diversa: la politica monetaria va completata e rafforzata con misure decise, inclusi il risanamento dei bilanci del settore privato, le riforme strutturali e lo sblocco dei canali di credito. Da qui l’invito a ridurre le sofferenze del sistema bancario, che pesano sulla redditività degli istituti di credito. Ma anche quelli alla chiarezza degli standard e alla certezza delle regole. “I rischi alla stabilità finanziaria sono aumentati negli ultimi sei mesi” mette in evidenza Josè Vinals, responsabile del Dipartimento Affari Monetari del Fmi. “Ulteriori misure, al di là di quelle monetarie, sono centrali per una duratura uscita dalla crisi e per salvaguardare la stabilità finanziaria“, ed esorta perciò a contenere gli eccessi finanziari, che potrebbero affermarsi in un contesto di tassi bassi a lungo. A ostacolare la crescita, oltre a un credito scarso, è l’elevato debito sia pubblico sia privato. L’indebitamento della aziende in Francia, Italia, Portogallo e Spagna sarà sopra o vicino al 70% entro il 2020. In Italia già lo è e negli ultimi anni è aumentato, salendo dal 71,5% del 2007 al 76,7% del 2014. In una “ripresa moderata e incerta – afferma il Fmi – l’elevato debito pubblico e gli elevati livelli di debito privato continuano a rappresentare venti contrari alla crescita e alla sostenibilità del debito“. Borse asiatiche Borse asiatiche positive questa mattina in scia al rialzo di ieri a Wall Street ed alla convinzione da parte degli addetti ai lavori che il governo cinese possa intervenire a breve con nuovi stimoli per il rilancio dell’economia dopo i dati di ieri che hanno evidenziato il rallentamento della crescita. A Tokyo il Nikkei ha chiuso la seduta praticamente invariato a 19885 punti (+0,08%), Hong Kong guadagna lo 0,2%, Seoul ha chiuso in rialzo dello 0,94% mentre Shanghai fa segnare un progresso attorno ai 2 punti percentuali. Sul fronte macro da segnalare che a febbraio il Giappone ha superato la Cina come maggiore detentore estero di U.S. Treasurys per la prima volta dal 2008, come emerge dai dati pubblicati mercoledì da Treasury International Capital. Su base mensile l’ammontare di titoli di Stato Usa in mano a Tokyo è calato di 14,2 miliardi a 1.224 miliardi di dollari, mentre quelli di Pechino sono scesi di 15,4 miliardi a 1.223 miliardi di dollari. Su base annuale, il Giappone ha incrementato di 13,6 miliardi mentre la Cina ha ridotto di 49,2 miliardi di dollari la quota detenuta. Crescono anche in marzo, accelerando il passo, gli investimenti esteri diretti in Cina. Secondo i dati diffusi dal ministero del Commercio, infatti, lo scorso mese Pechino ha attratto 12,4 miliardi di dollari dall’estero, in progresso del 2,2% rispetto al marzo 2014, dopo l’incremento dello 0,9% a 8,56 miliardi registrato in febbraio. Nel primo trimestre il dato segna un aumento dell’11,3% su base annua a quota 34,88 miliar di di dollari. In ambito societario da segnalare che secondo quanto riportato da Reuters, Sharp dovrebbe siglare a breve un piano di ristrutturazione da 200 miliardi di yen (1,57 miliardi di euro) con i suoi principali finanziatori, Mizuho Bank e Bank of Tokyo-Mitsubishi Ufj, in quello che di fatto sarebbe il secondo salvataggio dal 2012 per il gruppo nipponico dell’elettronica che dovrebbe aver chiuso in marzo il terzo esercizio in rosso in quattro anni. L’iniezione di capitali, in cambio di quote del capitale, si accompagna alla ristrutturazione di Sharp, che prevede 5.000 licenziamenti, il ridimensionamento delle attività nei televisori in Nordamerica e il probabile spin-off della divisione Lcd. Il titolo Sharp ha guadagnato oltre il 3% a Tokyo in una seduta di modesto declino per il Nikkei 225. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,42%, l’S&P 500 lo 0,51% e il Nasdaq Composite lo 0,68%. Per la Federal Reserve, la crescita dell’economia Usa prosegue, nonostante il crollo del prezzo del petrolio abbia causato perdite di posti di lavoro. Il Beige Book diffuso dall’istituto centrale americano non si è comunque discostato molto da quello del mese precedente, evidenziando come cause principali del rallentamento della ripresa, oltre ai corsi del greggio, l’inverno insolitamente rigido e il rafforzamento del dollaro che hanno colpito il settore manifatturiero. Le singole banche regionali hanno comunicato crescite tra il moderato e il piatto con un mercato del lavoro stabile o in modesto miglioramento nonostante i tagli subiti in diversi distretti dal settore petrolifero. In giornata sono stati pubblicati alcuni importanti dati macroeconomici. La Federal reserve di New York ha comunicato che l’indice Empire State Manufactoring (che misura l’andamento dell’attività manifatturiera di New York) si attesta nel mese di aprile a -1,19 punti in calo rispetto ai 6,90 punti di marzo e inferiore alle attese degli analisti fissate su un indice pari a 7 punti. Un valore al di sopra dello zero indica che l’economia del settore manifatturiero dello stato di New York è in via di peggioramento. La Federal Reserve ha reso noto che nel mese di marzo la Produzione Industriale ha evidenziato un decremento dello 0,6% rispetto al mese precedente. Il dato è risultato inferiore alle stime degli addetti ai lavori (pari a -0,3%), in calo dal dato precedente pari a +0,1%. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 78,4%, in calo dal 79,0% della rilevazione precedente. L’Indice del Mercato Immobiliare NAHB si è attestato nel mese di aprile a 56 punti. Il dato risulta superiore alle attese degli analisti e alla rilevazione precedente, fissate rispettivamente su un indice pari a 55 punti e 52 punti. Sul fronte societario ancora forti acquisti sul settore energetico. Il petrolio (Wti) ha guadagnato quasi il 6% a 56,39 dollari al barile. Intel +4,26%. Il produttore di semiconduttori ha pubblicato una trimestrale in linea con le attese ed ha fornito un outlook rassicurante. Nei primo trimestre l’utile per azione è aumentato a 0,41 dollari da 0,38 dollari di un anno prima. Per l’intero esercizio la società stima un giro d’affari di 55,9 miliardi (consensus 55,69 miliardi). Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,9%, il Cac40 di Parigi lo 0,3%, il Ftse100 di Londra lo 0,35% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,5%. Acquisti sui petroliferi e sui minerari. Italia Il Ftse Mib segna -0,33%, il Ftse Italia All-Share -0,34%, il Ftse Italia Mid Cap -0,32%, il Ftse Italia Star -0,21%. Inizio di seduta all’insegna della debolezza a Milano con vendite diffuse su industriali (Prysmian -1,6%), utility (A2A -1,2%, Enel -0,9%), risparmio gestito (Azimut -1,4%, Banca Generali -1,3%), assicurativi (Generali -1,1%, UnipolSai -0,9%). Prosegue il rally di CNH Industrial (+3,5%) dopo il +6,40% di ieri. L’assemblea ha approvato il bilancio 2014 e la distribuzione di un dividendo di euro 0,20 per ciascuna azione ordinaria. A margine dell’evento il presidente Sergio Marchionne ha affermato che è il momento giusto per espandesi e guardare eventuali opportunità nel settore delle macchine agricole, precisando però che al momento non c’è nulla di concreto. Saipem (+2,2%) guadagna ulteriore terreno, seguita da Tenaris (+1%), mentre Eni (-0,8%) è sotto la parità, gra zie al rally del greggio con Brent e WTI che a nella serata di ieri hanno raggiunto i massimi da dicembre rispettivamente a 63,44 e 56,67 dollari/barile. Saipem resta il titolo del comparto maggiormente appetibile per gli investitori grazie alle ultime indiscrezioni: secondo alcune fonti raccolte da Reuters, Saipem sta trattando con Gazprom la trasformazione dei contratti per la realizzazione di una tratta di South Stream (gasdotto Russia-Europa via Mar Nero e Bulgaria, bloccato dal presidente russo Putin) in una di Turkish Stream (con approdo in Turchia invece che in Bulgaria). Ricordiamo anche la notizia secondo cui il fondo Dodge&Cox, comprando oltre sei milioni e mezzo di titoli (circa 1,48% del capitale) è salito al 12% del capitale. Un articolo di lunedì sull’inserto Affari&Finanza de La Repubblica parla del possibile ingresso di un nuovo partner come metodo per ridurre la partecipazione della controllante Eni. FCA (+1,2% a 15,60 euro) che a marzo ha immatricolato in Europa il 15,7% di auto in più rispetto allo stesso mese del 2014, meglio del +10,8% del mercato: la quota sale al 5,9% dal 5,7% di un anno fa. Goldman Sachs alza il target di FCA da 14,60 a 19,80 euro e inserisce il titolo nella “conviction buy list” (lista titoli da acquistare con convinzione). Denaro su Yoox (+1,6% a 29,42 euro) in avvio: gli analisti di Citigroup hanno deciso di alzare il prezzo obiettivo da 23,50 a 33,00 euro confermando un consiglio di acquisto (buy). Per oggi è attesa un roadshow della società a Londra.
I dati macro attesi oggi Giovedì 16 aprile 2015 USA G20 dei Ministri delle Finanze e dei Banchieri centrali; 10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) feb; 10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) feb; 14:30 USA Licenze edilizie mar; 14:30 USA Nuovi cantieri residenziali mar; 14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione; 16:00 USA Indice Philadelphia Fed Manufacturing apr.