Presso tutti gli showroom saranno in esposizione gli scatti di Luciano Ferrara, storico fotografo napoletano e linea guida della mostra che, con le sue fotografie, ha immortalato il vivere artistico della città, la sua fisionomia culturale, il suo scheletro folclorico. Accedendo all’esposizione si viene dunque accolti da una reliquia, da quel sangue che, si scioglie o non si scioglie, ha fatto di San Gennaro l’icona della napoletaneità. La Sala degli Specchi, invece, vive dei rimandi sapienti di Giuseppe Leone, le cui opere, tra cui anche Il Notaro, sono in mostra da Mont Blanc e B&B Italia Max Alto, che con il Malinteso di Narciso si allontana dalla favola ovidiana per restituirci un Narciso efebo che, proprio nel suo esser sagoma, diventa fantasma, chimera evanescente, palesato e consumato nell’impossibilità. “L’impossibilità di colmare quelle minime, ma assolute distanze che ci separano da ciò che senza troppe speranze inseguiamo e non importa se si tratta dell’amore, di un’ amante, della verità o del reale” ci spiega Leone, spogliandosi degli abiti da artista per ora indossare quelli del paleontologo, dell’archeologo che cerca dentro la materia, dentro i miti, dentro le superfici. Si cambia, invece, registro con la poltrona Mirò, per Damiani, icona del Napoli Moda Design. La seduta, ideata da Maurizio Martiniello, patron della kermesse, e realizzata con i tessuti della celebre maison E. Marinella, si ispira alle forme della natura, al dischiudersi dei petali di un fiore.
E se stupisce la lampada Riccio Caprese in edizione limitata di Imma Sernacchiaro, dove il design si trasforma in lucida espressione artistica, i Cosmic Bullets di Nicola Rivelli risplendono nelle loro superfici cromate, trivellate da fori di terribili proiettili. Decisamente scultorea è la seduta di Francesca Frendo, Doubleface, divano site specific che, per l’occasione sarà spunto di una performance messa in piedi da Bulgari per il lancio della Snake, accattivante borsa in ottanio. E se l’accessorio firmato Bulgari è un notevole esempio di sinuosità ed eclettismo, la seduta della Frendo non manca di flessuosità ed eleganza. Segue LampOda, lampada in acciaio, la cui sagoma richiama una saetta, nata dalla sinergia di Agostino Vitolo e Marcello Pisani e Vesu’, skyline stratigrafico delle eruzioni vesuviane, di Gian Gaetano Barbato e a cura di Carla Travierso. A chiudere il percorso è Susy Manzo con Storie Sospese. “Le mie opere rappresentano delicate figure femminili, collocate in luoghi senza tempo e senza spazio. Raccontano di realtà immaginarie, appendici irreali, spazi inesistenti“, spiega ed in effetti il suo abito in carta, che a guardarlo sembra mirabile intrico di pizzo, racconta di impalpabilità che sfuggono al campo del reale. Ogni artista, a cui si aggiungono Sergio Fermariello, Eugenio Giliberti,Maya Pacifico, Yivonne De Rosa e Cesare Accetta, sarà in esposizione per tutto il mese presso le boutique delle prestigiose firme del Chiaia District. Napoli Moda Design è non solo un’occasione per riaccendere un riflettore sulle eccellenze del settore, ma anche motivo per rendere la città realtà in movimento che sa fare dell’arte e del design sua fulgida voce.
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