Albergo dei poveri, il ministro Gennaro Sangiuliano: Sarà pronto nel 2026

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in foto Gennaro Sangiuliano

“Il Reale Albergo dei Poveri di Napoli sarà pronto nel 2026”. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano intervenendo sabato alla Festa dell’Innovazione 2024 organizzata da Il Foglio. I lavori per il recupero del complesso sono il frutto “dei fondi Pnc, Piano Nazionale Complementare, quindi siamo legati al Pnrr. Per il 2026 apriremo la prima ala. C’è un’ultima parte, che metteremo ovviamente a gara d’appalto, dove può venire un albergo. Ma lì saranno i privati ad occuparci”, ha puntualizzato il ministro. Il Reale Albergo dei Poveri, ha detto il titolare del Dicastero della Cultura, “venne creato da Carlo III di Borbone che poi, da re di Napoli, andò a fare il re di Spagna. Noi stiamo creando una delle più grandi infrastrutture culturali d’Europa. L’Albergo dei Poveri è di 103.000 metri quadrati, il Louvre ha una superficie espositiva di 86.000 metri quadrati, anche se poi il Louvre tutto quanto è 300.000 metri quadrati”. Un vastissimo ambiente che, ha ricordato Sangiuliano, ospiterà il “raddoppio del Mann, il museo Archeologico Nazionale, il museo Archeologico Nazionale di NAPOLI che, secondo gli esperti, è uno dei più importanti al mondo. Ha la cosiddetta area ‘Sing Sing'” ovvero, ha spiegato il ministro, “dei caveau pieni di statue, di opere importanti di Pompei e statue romane e del mondo greco che purtroppo non vengono esposte per la carenza di spazi. Quindi noi lì allocheremo le più importanti collezioni. Poi abbiamo dato uno spazio alla Federico II per fare la scuola di restauro, la scuola di archeologia, e la scuola di architettura e poi ci sarà una grande public library. Questo edificio, il Reale Albergo dei Poveri, era abbandonato dagli anni ’70”. Il progetto di recupero “lo ha vinto l’architetto Desideri che è quello che ha fatto la stazione di Roma Tiburtina”, ha concluso Sangiuliano. “Il Pantheon era in assoluto il sito museale più visitato nella nostra Nazione. Noi abbiamo fatto un protocollo di intesa con la Curia, a cui giriamo il 30% degli incassi”. L’iniziativa di far pagare l’ingresso del monumento “sta andando benissimo perché generiamo 1.200.000 euro al mese. La Curia fa attività di beneficenza, proprio in questi giorni sono stati presentati dalla Curia di Roma i progetti che hanno finanziato”, ha detto. “Noi abbiamo uno sterminato patrimonio culturale – ha osservato il ministro – ci dobbiamo porre anche la questione della sua sostenibilità. Tra l’altro le risorse del Pantheon restano al Pantheon, nel senso che vengono utilizzate per la manutenzione per la curatela”. E poi “mettiamoci anche che c’è una decina di posti di lavoro che abbiamo creato per i giovani”, ha concluso. “Noi dobbiamo aprirci al nuovo. Per esempio, tra le mie iniziative – prima non esisteva – abbiamo creato la capitale annuale dell’arte contemporanea”, ha detto sottolineando che “accanto alle ottime iniziative fatte dai miei predecessori, la capitale della cultura e la capitale del libro, noi avremo a partire dal prossimo anno la capitale dell’arte contemporanea”. “Che cosa fa il ministero? Dà uno stanziamento col quale si ospiteranno nuovi artisti che produrranno delle opere e le lasceranno in quel comune. Può darsi che fra 100 anni – ha auspicato il ministro – tra questi nuovi giovani che si esercitano con le arti figurative, con la scultura, con la pittura venga fuori un artista di successo. Ho trovato uno slogan che è: dobbiamo costruire il passato del futuro. Noi dobbiamo produrre oggi qualcosa che poi venga ricordato successivamente”, ha concluso.