17.09 / Finmeccanica, Moretti: A ottobre cessione Ansaldo Breda e Sts – Finmeccanica dovrebbe concludere le operazioni di cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts entro il mese di ottobre: è quanto ha annunciato l’amministratore delegato del gruppo di Piazza Montegrappa, Mauro Moretti, incontrando i giornalisti al meeting di Comunione e Liberazione. Rispondendo ai giornalisti che chiedevano quando si perfezioneranno le cessioni delle due aziende, il top manager ha risposto: “penso che i dossier si potrebbero chiudere entro ottobre”. Luci e ombre – In Finmeccanica l’ad Mauro Moretti ha trovato “luci e ombre” ma anche “cose eccellenti: In alcuni settori siamo i primi al mondo ed e’ la’ che dobbiamo investire”, ha ribadito intervenendo al Meeting di Rimini. La strategia che Moretti aveva già preannunciato per il gruppo, “selezionare settori e prodotti su cui investire”, è quella, che nel suo intervento, suggerisce anche per l’economia del Paese: “Selezionare su quali investimenti concentrare le risorse disponibili per restare tra i primi al mondo e con pochi competitors”. Per Moretti “il problema e’ innanzitutto decidere cosa fare”: puntare su “alta capacità di innovazione e tecnologia”, “individuare i settori dove siamo eccellenti e creare filiere di eccellenza: questa è la grande trasformazione, altrimenti saremo divorati da chi fa un prodotto povero ed a basso costo”, “ridurre fortemente i costi operativi e aumentare fortemente quelli per ricerca, formazione, sviluppo”. In Italia pochi manager – Puntando anche sulle risorse umane: “Quando una grande impresa deve cercare un capo in Italia è un dramma”, ha sottolineato Moretti. Un cenno anche all’attenzione dei media all’addio di Andrea Guerra a Luxottica: “Dovrebbe invece essere una cosa normale in un Paese normale. Sono passaggi anche positivi, se un manager deve essere cambiato può essere una opportunità, non un momento di crisi. Se è una crisi è perché ce ne sono pochi. E’ qui che bisogna investire: il problema è trovare le risorse umane da collocare nei posti giusti”. E così è anche per la svolta che Moretti vuole imprimere in Finmeccanica: “Il mio problema più grande è la ricerca delle 10 persone che incarneranno la trasformazione”.
16.48 / Potenziare diritto allo studio – “Un sistema educativo che potenzi il diritto allo studio ma che restituisca professionalita’ agli insegnanti consentendo loro la formazione e l’aggiornamento in maniera strutturale e non occasionale, che curi definitivamente la piaga del precariato. Questo è l’unico modo per mettere in moto il riscatto sociale di cui tutto il Paese ha bisogno”. A dirlo intervenendo al Meeting di Rimini il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. “Serve un confronto a viso aperto e una mobilitazione di tutta la societa’ italiana. Se ho fatto bene i conti chi nasce oggi va a scuola nel 2018 e fara’ il dottorato, se lo farà, nel 2038. Questi sono i tempi della scuola oggi. Questi provvedimenti li dobbiamo maturare con competenza e all’interno di una visione”.
16.02/ Swap, quando la diversità diventa ricchezza – “In luoghi periferici spesso accadono cose che sembrano piccole, ma che hanno in sé la forza di cambiare le cose”. Con queste parole il direttore del mensile Tracce, Davide Perillo, ha introdotto l’incontro che si e’ svolto questo pomeriggio nella sala Neri – Conai: “Universita’ e educazione alla liberta’. L’esperienza del gruppo Swap”, nell’ambito del Meeting di Rimini. Al centro della discussione e del racconto di un’esperienza vissuta da un gruppo di studenti dell’Università Cattolica di Milano, un tema di straordinaria attualità: il dialogo e il confronto interculturale e religioso. Protagonisti del dibattito: Wael Farouq, Visiting Professor di Lingua araba all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Mario Gatti, direttore di sede di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, preceduti dalle testimonianze di alcuni ragazzi di Swap. Tutto ha origine dall’incontro di diversi studenti egiziani iscritti alla facoltà. Fra di loro nasce la volontà di raccontare con una mostra lo straordinario fenomeno della primavera araba e della rivoluzione di piazza Tahrir. “Il nostro tentativo – spiega Mina, origini egiziane ma nato in Italia – sorge dal desiderio di comunicare una rivoluzione nella rivoluzione avvenuta in quei giorni: la bellezza della convivenza tra cristiani e musulmani. Un fatto importante, considerate anche le ultime affermazioni di papa Francesco, che ci ha messo di fronte alla realta’ di una terza guerra mondiale strisciante e diffusa in tutto il mondo. Anche per divisioni ideologiche e religiose”.Le diversità che uniscono – Divisioni e differenze che sono, invece, una ricchezza per i ragazzi di Swap, come ha ricordato Monica: “La mostra che abbiamo portato al Meeting ‘Egitto, quando i valori prendono vita’ non sarebbe mai esistita se fossimo stati un gruppo di soli copti, musulmani o cristiani. E’ figlia d’identità differenti: le nostre diversità sono ciò che ci hanno unito”. E per Mario Gatti, direttore di sede dell’Università Cattolica, la loro esperienza ha dato un bello scrollone a diversi luoghi comuni su università, studenti, dialogo multiculturale e interreligioso: “Intanto ci siamo accorti che nella nostra facoltà erano iscritti molti ragazzi musulmani e non lo sapevamo. La loro richiesta di organizzare una mostra su un tema così difficile ci ha ricordato che siamo un luogo non solo di formazione, ma un luogo di crescita dove esprimere la propria responsabilità, senza rinnegare identità e appartenenza”. “Swap ha messo a nudo gli stereotipi di un dialogo interculturale sempre pensato come confronto tra idee, ideologie, culture e l’ha riportato sul piano del confronto umano. Da qui è nata una proposta di percorso che si è allargata a tutta la comunità universitaria”. Ma all’origine di questa straordinaria esperienza c’e’ anche l’attività di un docente, Wael Farouq. “Il vero pluralismo non è solo un processo d’integrazione, ma di costante interazione. Questi ragazzi dimostrano che pace e amore non sono ideali, ma sono fatti concreti, quando la nostra volontà li realizza. I ragazzi di Swap, come quelli della primavera araba, non hanno ideologie alle spalle, sono mossi solo da desiderio di confronto. Cercano la verità in se stessi e negli altri. Ce la raccontano in modo bellissimo nella loro mostra, dove non troviamo nessuna storia di vip. Solo storie come quella Gifka, un ragazzo copto ucciso in piazza Tahrir. Di origini umilissime, lui era amico di tutti, sorrideva a tutti, musulmani o marxisti che fossero. E’ diventato un eroe per tutti loro”. Insomma, quello che muove la storia, come ha ricordato in conclusione Mario Gatti, “è la ricerca della verità di se stessi”, citando anche lui una recente domanda posta a tutti noi dal Papa: “Che cosa cercate?”. Ed è dalla ricerca di una risposta, che nascono esperienze come quella di Swap.
13.50 / La richiesta di Farinetti: Sgravi fiscali per chi fa export – Nello “Sblocca Italia” andrebbe inserito uno “sgravio fiscale forte” per le imprese che “incrementano le proprie esportazioni”. E’ questa la richiesta del presidente di Eataly per il prossimo provvedimento che dovrebbe essere approvato dal consiglio dei ministri del 29 agosto. L’imprenditore interviene nell’ambito della tavola rotonda introdotta dal presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz, che avrà come protagonisti, oltre a Farinetti (Eataly), Giorgio Squinzi (Mapei e presidente di Confindustria), Sergio Marchionne (Fiat- Chrysler) e i ministri Poletti, Martina e Guidi. “Mi piacerebbe una politica fiscale che consenta a questo paese di ripartire – ha detto Farinetti a margine di un convegno al Meeting di Cl a Rimini -. La prima operazione da fare e’ uno sgravio fiscale potente a tutte le imprese che incrementano le proprie esportazioni per fare venire voglia alle imprese di andare all’estero a esportare“. Per il patron di Eataly, attraverso questo incentivo si potrebbe “mettere a posto i nostri problemi” perché si potrebbero “raddoppiare le nostre esportazioni“. In Italia – ricorda l’imprenditore – abbiamo 800 miliardi che spendiamo per i consumi, 800 miliardi per la spesa pubblica e 400 miliardi per le esportazioni: “bisognerebbe portare in pari questi numeri“. “Il motivo per cui i francesi esportano il doppio di noi – ha aggiunto – è perché hanno i lori negozi nel mondo. I cinesi non sanno neanche che c’e’ il vino italiano perche’ non ci sono negozi“. Quindi “dobbiamo incentivare gli italiani a partire, alzarsi dalla sedia e andare nel mondo a vendere le nostre meraviglie“.
11.00 / Il messaggio di Giorgio Napolitano – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invia un messaggio al Meeting, cui aveva già partecipato nel 2011, 150° anniversario dell’unità d’Italia. Il testo è stato letto ieri da Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting, all’incontro delle 15 che ha aperto la manifestazione. Di seguito il testo del messaggio del Presidente Napolitano: “Desidero rivolgere i miei saluti più cordiali a tutti i partecipanti alla XXXV edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli 2014. Le “periferie” non sono lontane, fanno anzi parte del nostro mondo e del nostro vissuto, e le tragedie che si verificano quotidianamente in molte parti del pianeta ci riguardano da vicino. Esse non possono e non devono consumarsi. ?Il tema scelto per questa edizione “Verso le periferie del mondo e dell’esistenza.Il destino non ha lasciato solo l’uomo” è di scottante attualità. Le drammatiche vicende irachene e siriane, le angosciose condizioni in cui versa la striscia di Gaza per effetto del conflitto tra Hamas e Israele, la situazione estremamente critica della Libia, gli scontri armati in Ucraina e le tensioni nei rapporti con la Russia, i focolai di contrapposizione che si moltiplicano ovunque nel mondo e la connessa tragedia delle migrazioni di massa sono le manifestazioni più dolorose e acute della complessità e della fragilità del quadro internazionale. E angoscioso è il dramma silenzioso di chi ancora oggi vede calpestati i propri diritti, di chi ha smarrito ogni speranza e di quanti vivono ancora in condizioni senza risvegliare la nostra coscienza e la nostra attenzione, senza suscitare il nostro coinvolgimento emotivo e morale. Devono anzi essere forte monito e stimolo ad agire per una coesione nuova della comunità internazionale e, in primis, per il consolidamento dell’Unione europea intesa come baluardo di democrazia, libertà e giustizia. In questo contesto, dominante è la dimensione umana dei drammi che affliggono il mondo d’ oggi. L’ uomo non è d’altronde solo. È parte di una realtà in cui l’interazione con gli altri e il confronto con la diversità devono essere fonte di ispirazione e di ricchezza per il superamento di fatali contrasti. Con questo spirito, nella certezza che dai lavori dei prossimi giorni emergeranno indicazioni e riflessioni lungimiranti e valide, formulo i più fervidi auguri di successo per i lavori del Meeting, che seguirò con sempre viva attenzione”.
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