Al Caruso di Ravello per perdersi e ritrovarsi: Anna Pettinelli si racconta tra radio e nuovi progetti top secret

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in foto Anna Pettinelli

di Emilia Filocamo

Ravello è una creatura prodigiosa, capace di emanare la sua magia di panorami e suggestioni con un lento rilascio che si trasforma, nel corso dei giorni, in un sedimento profumato e poetico, in ricordo e magari anche in nostalgia.
Chi conosce questo suo potere, lo accetta senza ribellarsi, chi invece lo sperimenta per la prima volta ne è quasi sopraffatto, oltre che conquistato e piacevolmente sorpreso.
È il caso di Anna Pettinelli, un nome ed una voce che di certo non hanno bisogno di presentazioni: il suo soggiorno al Caruso risale a diverse settimane fa, ma lei tradisce senza barriere un’emozione sincera che va ben oltre il tempo già trascorso.
Membro della giuria di qualità del Premio Facce da Spot 2023 che si terrà in Campidoglio a Roma il prossimo 20 settembre grazie all’intuito e al lavoro di Maximiliano Gigliucci e Graziano Scarabicchi, mi concede telefonicamente di risalire con garbo l’onda delle emozioni raccolte a Ravello e di costruire, in questo modo, un piacevole amarcord.
La voce, inconfondibile, energica, entusiasta è il biglietto da visita di una donna bella, carismatica, di un’artista e professionista straordinaria, versatile ed acuta.

Signora Pettinelli c’è qualcosa che la sua splendida voce non avrebbe mai voluto dire o raccontare? Intendo professionalmente.
Sicuramente non avrei mai voluto dare la notizia della morte di Pino Daniele. Ricordo che ero appena arrivata in radio alle nove del mattino, con la solita verve e voglia di dare il buongiorno all’Italia. È stato terribile dover comunicare una notizia così scioccante, a cui non potevo certo sottrarmi per lavoro. Pino era un mio amico carissimo, oltre che l’artista straordinario che tutti conosciamo e ricordiamo con rimpianto.

Quando esattamente ha capito che la radio sarebbe stata il suo destino?
Praticamente da subito. Tutto è cominciato quando avevo solo 16 anni, tra l’altro casualmente. Ricordo che ho dovuto litigare con i miei genitori che ipotizzavano per me un percorso lavorativo completamente diverso ma è stato tutto inutile.
Nessuno avrebbe mai potuto fermarmi.

I suoi prossimi progetti? Può anticiparci qualcosa?
Vorrei ma purtroppo non posso dire nulla se non che ci sono tante novità in arrivo e che sto lavorando davvero a tanti bellissimi progetti.

Secondo lei a Ravello è più facile perdersi o ritrovarsi?
Direi entrambe le cose. Ravello è un luogo magnifico e poi l’ospitalità è stata incredibile. Al Caruso mi aspettavo una coccola e ne ho ricevute mille. Sono stata benissimo e continuo a consigliarlo a tutti gli amici. Non è certo stata la mia prima visita in Costiera Amalfitana, ma, lo ammetto, non conoscevo Ravello e per me è stata una scoperta incredibile. Anche perché devi davvero quasi cercarla, percorrendo la strada in salita che poi, finalmente, la svela.

La nostra intervista si conclude qui. Anna Pettinelli ha davvero colto lo spirito di Ravello, il suo essere una scelta, non un passaggio obbligato, e proprio per questo un tesoro da scoprire con calma.
Sono certa che il bianco delle colonne del Belvedere e gli archi inconfondibili del Loggiato le hanno invaso l’anima perché, e ne ho conferma, ha continuato a parlare in radio del suo soggiorno anche diversi giorni dopo essere stata al Caruso.
E riprendendo l’incipit di questa intervista, la magia di Ravello è a lento rilascio e trova sempre un angolo del cuore in cui accoccolarsi e restare per sempre.