Al Blu di Prussia tornano le immagini di Vittorio Pescatori

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in foto un'immagine di Vittorio Pescatori

di Maria Tartarone Realfonzo

La Galleria “Al Blu di Prussia” ha voluto ricordare un artista che ci ha lasciato e che venne varie volte a Napoli vivendo a Milano. Non solo il proprietario Giuseppe Mannajuolo fu sempre ospitale con lui, ma anche Mario Pellegrino che a sua cura ha fatto sistemare questi preziosi ricordi: un corpus di 30 scatole specchianti e 40 fotografie a colori, oltre a un prezioso filmato. Le note fotografie risalgono alle mostre del 1965, al Palazzo dei Leoni a Venezia, in cui si videro anche le immagini di Peggy Guggenheim, create dalla poetessa amica Alda Merini, con grandi ridicoli occhiali, immagini che l’artista portò anche a Capri, al Museo della Certosa nel 2004, e poi nella “Galleria la Conchiglia” nella mostra “Io Pinocchio” nel 2008 ripetuta nel 2009. Di quei tempi si ricordano i suoi “Fotocolloqui” nella mostra “Fotobazar”, alla Galleria “Al Blu di Prussia”, nel 2014, di cui qualche immagine ho rivisto nella attuale mostra “L’acchiappastorie”. Nella nostra città l’artista tornò in mostra nel 2013, nel Museo Archeologico dove espose “Stravedere” ricordando i luoghi di Capri, le stradine, antichi animali, con colori alla sua maniera, appena accennati. Naturalmente a Milano e a Venezia l’artista ha esposto per molti anni, accompagnato dalle critiche positive di noti autori, anche di Vittorio Sgarbi che di lui seppe individuare la personalità, scrivendo che l’artista sapeva vedere oltre ciò che si vede, “con misura e senza compiacimento”. Anche Francesco Durante, un giovane storico dell’arte e giornalista, che purtroppo abbiamo perso, di lui scrisse, quando giunse a Napoli per la mostra del 2006 al Castel dell’Ovo: “Vittorio Pescatori deve aver provato molto piacere prima nell’inquadrare l’immagine nel suo obiettivo e poi nel sottoporla al suo trattamento cromatico”, concludendo che i suoi interventi cromatici trasformavano le sue fotografie in veri quadri. E aggiunge che l’artista fotografo Pescatori “ritrae Napoli e il suo Golfo senza arretrare di fronte alle fascinazioni di sempre, accoglie con piacere la tradizione e cerca di aggiornarla perché si comprenda meglio nell’attualità”, come evidenzia anche Mario Pellegrino nella sua introduzione nella mostra odierna al “Blu di Prussia”. Vittorio Pescatori non solo fu artista di immagini ma fu anche scrittore di romanzi tra cui ricordo “Pensione Nirvana” del 1975, “La Maschia”, del 1979, “L’Odalisco” del 1989, “Uranopoli” del 1991, “L’Animalo” del 1995, “Le rughe di Barbie” del 1998 e la nuova versione di “Pensione Nirvana“, del 2007. Napoli, la città della Fotografia già dal 1600, ha dedicato la Villa Pignatelli alla casa della Fotografia. Ma oggi a noi piace molto vedere le fotografie di Pescatori esposte “Al Blu di Prussia”.