Al “Blu di Prussia” in mostra i disegni di Federico Fellini

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(Imagoeconomica)

di Maria Carla Tartarone Realfonzo

Nella Galleria “Al Blu di Prussia” sono in mostra un infinito numero di divertenti Cartoline, “Disegni erotici e fotografie dal set della Collezione Barbiani“, messe a disposizione da Patrizia Mannajuolo: opere originali del famoso regista Federico Fellini, più volte vincitore del “Premio Oscar “. In mostra vi sono molti dei suoi disegni eseguiti prima del 1980, in gran parte creati tra la prima del suo film “La città delle donne” e “Ginger e Fred” del 1986. Il  regista narrando di un  suo “dizionario intimo, fornito anche  ai suoi collaboratori,(allo scenografo, al costumista, al truccatore…)” ed anche ai suoi artisti preferiti come Giulietta Masina e Marcello Mastroianni, ricorda che aveva  l’abitudine di disegnare ridicole scenette, usando  pennarelli e matite  colorate, realizzando tante divertenti immagini che poi furono raccolte da Patrizia Mannajuolo, parente dei proprietari della Galleria, che  lavorò per Fellini nel film “La città delle donne”, rimanendo sempre sua amica. In Galleria attraggono in particolare quelli che Fellini usava chiamare “gli scarabocchi e i ghirigori”, tanti, che oggi riempiono le pareti delle sale con la regia di Mario Pellegrino, e con l’attuale esposizione dell’attento Niccolò Dumont. Tutte immagini che sorprendono, ritratti di donne grasse, enormi, disegnate da Fellini, che attraggono la curiosità dei visitatori, pur nella loro scomposta sgradevolezza, ma nella ironia e nella trasparenza dei segni e nella proprietà dei colori che destano molto interesse e incuriosiscono. Il regista diceva: “Scarabocchiare è una maniera antica che cerca di dare idee meno approssimative, che mi porto appresso da sempre”. I più sono disegni erotici ed ironici, che dice Mario Pellegrino, “dialogano con il loro alter ego sessuale, uomini impauriti davanti a donne prosperose, grassocce”. Numerose donne seminude che sembra vogliano attrarre e stupiscono, nei disegni volutamente erotici. Sono molti i film famosi diretti dal nostro regista: già nel 1953 diresse il celebre “I vitelloni” e nel 1954 “La strada”, titoli che ricordano anche i luoghi famosi delle nostre città come in “Le notti di Cabiria“ del 1957, “Otto e mezzo” del 1963, “Satiricon” del 1969,  “Amarcord” del 1973, “La città delle donne” del 1980,  Ma il film per me più famoso fu “La dolce vita” e gli attori vi ebbero straordinario successo, grazie alla sua regia, in particolare Marcello Mastroianni e Anita Ekberg. Gli Oscar con cui fu premiato furono molti finché nel 1993 guadagnò anche un “Oscar Onorario”. Oggi anche i suoi disegni, i suoi scarabocchi, meriterebbero un prezioso Oscar.