Al Blu di Prussia chiude la mostra di Matteo Pugliese

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di Maria Carla Tartarone Realfonzo

Nella elegante Galleria Al Blu di Prussia  è stata inaugurata, nel mese di aprile,  una mostra di sculture, “Custodi di fuoco” di Matteo Pugliese, con la direzione artistica di Mario Pellegrino ed  a cura della critica d’Arte Maria Savarese.
Le numerose e preziose sculture hanno ornato  le vaste pareti del sito arricchendo anche le Sale con le particolari lucenti sculture colorate, di piccole dimensioni, in bronzo e creta che hanno a lungo incuriosito i visitatori che, ammirati, hanno potuto osservare le opere dell’artista nei loro particolari ricercati, lungo le pereti delle Sale ove erano sistemate anche le sculture più grandi, drammatiche, in creta, raffiguranti parti del corpo umano. Nella serata di chiusura è stato presente anche l’artista Matteo Pugliese che, nato a Milano nel 1969  che per molti anni, nella sua infanzia e nella prima giovinezza è vissuto in Sardegna, l’isola che lo ha stimolato allo studio dell’Arte. Tornato a Milano, nella prima giovinezza si specializzò negli studi di critica d’Arte, ma anche nelle operazioni scultoree cercando di realizzare opere che manifestassero la sua ricerca spirituale nella rappresentazione del corpo umano,   in  dettagli più che mai realistici. Vediamo infatti parti del corpo umano, in particolari che manifestano soprattutto la sofferenza fisica insieme alla ricerca della realtà nella massima espressività. Presto gli furono chieste mostre in Europa, in Gallerie ed  in Musei. Le prime mostre si videro a Milano ed a Bruxelles, poi anche in altri paesi degli altri Continenti, non trascurando Collettive  e mostre politecniche in cui l’artista primeggiava per la sua tecnica e la sua creatività.
A Napoli, nella stessa Galleria “AL Blu di Prussia”,  Matteo Pugliesi aveva già partecipato ad una Collettiva, “Naturalia”, nel 2021,  con successo,  con i colleghi  Valerio Berruti, Giosetta Fioroni e Giovanni Frangi, Alessandro Busci, Ambra Caminito e Cristiano Carotti. Oggi l’artista sembra ancor più attento, oltre che all’espressività del materiale utilizzato, creta o bronzo, alle particolarità della materia umana che diviene sempre più espressiva nella rappresentazione della sofferenza fisica. La Galleria ha completato la mostra con un piacevole successo di pubblico, promettendo Giuseppe Mannayuolo e Mario Pellegrino, in ottobre, una nuova presentazione d’Arte nello storico Palazzo  di Giuseppe e della sorella Patrizia Mannayuolo, costruito in via Filangieri  da Giulio Ulisse Arata, padre del Liberty napoletano, nel 1912,  ormai  più che centenario.