Addio all’architetto Renée Gailhoustet, tra le prime in Francia a creare un proprio studio

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(foto da bacheca Facebook di Julie Crenn)

Il piacere di abitare era la principale preoccupazione di Renée Gailhoustet, morta mercoledì 4 gennaio all’età di 93 anni a Ivry-sur-Seine dove abitava, come scrive oggi il quotidiano parigino “Le Monde”, che ha contribuito in maniera determinante a ridefinire le periferie di Parigi, realizzando numerosi ed innovativi progetti di edilizia sociale. L’architetto, che fu tra le prime donne in Francia a creare un proprio studio, vide in questo principio una promessa di emancipazione e di autoinvenzione, un campo di sperimentazione che l’ha guidata per tutta la sua carriera. Gailhoustet era conosciuta a livello internazionale per il suo impegno nel rinnovamento della progettazione degli alloggi popolari, concepiti come “spazi di incontro e di benessere”. Nel 1962 Gailhoustet entrò nello studio di Roland Dubrulle dove lavorò ai progetti di ristrutturazione del centro di Ivry-sur-Seine, diventandone infine l’architetto responsabile insieme a Jean Renaudie. Nel 1964 fondò il proprio studio di architettura. Insieme a Renaudie, presentò il primo progetto di costruzione a schiera a Ivry: piuttosto che grandi complessi, ha progettato tipologie di edifici variegate, separate da spazi aperti, creando nuovi orizzonti per la città e i suoi insediamenti di edilizia popolare. A Ivry, tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’80, Gailhoustet ha progettato le torri Raspail, Lénine, Jeanne-Hachette e Casanova, il complesso Spinoza e gli edifici a schiera Le Liégat e Marat. Il suo sviluppo del quartiere La Maladrerie ad Aubervilliers, completato nel 1984, con un ricco mix di appartamenti, una casa di riposo, studi di artisti e negozi, è considerato l’esempio principale del suo approccio innovativo all’edilizia sociale: si tratta di quasi 900 abitazioni disposte a forma di piramidi. Fornendo una varietà di opzioni, l’architetta riteneva che “ogni abitante può usare la città come vuole”. Le opere di Gailhoustet si trovano soprattutto nelle periferie parigine, in primo luogo a Ivry-sur-Seine e Aubervilliers, ma anche a Saint-Denis (ristrutturazione della basilica di Ilot, 1981-1985), Villejuif, Romainville e Villetaneuse. Inoltre, ha intrapreso due progetti sull’isola di La Réunion. Come riconoscimento del suo lavoro, le è stato conferito il Grand Prix National d’Architecture alla carriera. Era stata inoltre insignita della Medaglia d’Onore dell’Accademia di Architettura nel 2018 e del Grand Prix of the Arts di Berlino nel 2019.