Addio al Premio Nobel per l’economia Edward Prescott

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in foto Edward Prescott, Premio Nobel per l'economia (Imagoeconomica)

L’economista statunitense Edward Prescott, Premio Nobel per l’economia per la sua analisi delle modalità con le quali i cicli economici sono diretti da fattori quali i cambiamenti politici e tecnologici, è morto all’età di 81 anni in una casa di cura di Paradise Valley, in Arizona. La famiglia ha annunciato al “Washington Post” che Prescott si era stato sottoposto a cure per il cancro. Nato a Glen Falls (New York) il 26 dicembre 1940, dopo gli studi in matematica e ricerca operativa e il PhD in economia alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh (1967), Prescott ha insegnato presso le università della Pennsylvania e del Minnesota, e nella stessa Carnegie Mellon. Dal 2003 era professore all’Arizona State University. Nel 2004 ha ricevuto il Nobel per l’economia, insieme a Finn E. Kydland, “per i contributi alla macroeconomia dinamica: la coerenza temporale della politica economica e le forze trainanti del ciclo economico”. Gli studi di Prescott e Kydland sono stati fondamentali non solo per l’analisi macroeconomica ma anche per l’elaborazione delle politiche fiscali e monetarie in numerosi paesi. La loro teoria della consistenza temporale della politica economica serve in pratica ad analizzare per quanto tempo una certa misura di carattere fiscale o monetario è applicabile. I loro studi sono stati fondamenti per importanti programmi di ricerche sulla credibilità e la fattibilità della politica economica e hanno influenzato in modo ampio le riforme attuate dalle banche nazionali e le politiche monetarie di molti paesi negli ultimi 30 anni. Con il saggio “Rules rather than discretion: the inconsistency of optimal planning”, pubblicato sul “Journal of Political Economy” nel 1977, con Kydland, Prescott ha aperto la strada all’interpretazione della politica economica come gioco strategico tra operatori privati e policy makers. In “Time to build and aggregate fluctuations”, apparso su “Econometrica” nel 1982, (ancora con Kydland) ha avanzato per la prima volta l’ipotesi che all’origine del ciclo economico ci siano shock reali, che colpiscono la tecnologia. Prescott ha espresso posizioni contrarie all’intervento pubblico in economia e nel 2009 ha firmato, con altri 250 economisti americani, un manifesto contro gli stimoli fiscali varati dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama per attenuare gli effetti della crisi economica.