Addio al giornalista e fotografo Piergiorgio Branzi

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in foto Piergiorgio Branzi

È scomparso all’età di 93 anni il giornalista e fotografo Piergiorgio Branzi.
Cresciuto a Firenze, Branzi comincia a fotografare negli anni cinquanta. Formatosi nella tradizione figurativa toscana, si identifica nel “realismo-formalista”. Nel 1955 intraprende un lungo viaggio in motocicletta, attraverso l’Abruzzo e il Molise, la Puglia e la Lucania, la Calabria e Napoli, ma anche verso le zone depresse del Veneto. L’anno successivo attraversa la Spagna.
Collabora all’esperienza editoriale de Il Mondo di Mario Pannunzio, registrando con le sue immagini la nascita convulsa della società di massa, il formalismo nei comportamenti della nuova borghesia, il graduale processo di omologazione consumistica.
Verso la fine degli anni cinquanta, dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza, rallenta l’attività fotografica cercando uno sbocco nel giornalismo scritto. All’inizio degli anni sessanta è assunto dalla RAI. Nel 1962 il direttore del Telegiornale, Enzo Biagi, lo invia a Mosca, quale corrispondente televisivo occidentale nella capitale sovietica.
Nel 1966 lascia Mosca per assumere l’incarico di corrispondente da Parigi. Dopo il maggio 1968, rientra a Roma come conduttore e inviato speciale del Telegiornale. Realizza inchieste e documentari in Europa, Asia, Africa.
È stato direttore della sede RAI di Firenze negli anni 70-80.
Dopo l’esperienza moscovita lascia la fotografia sperimentando la pittura e l’incisione. Riprende a fotografare a metà degli anni novanta per una rivisitazione dei luoghi pasoliniani.
Dal 2007 sperimenta le possibilità della tecnica digitale. Numerose mostre personali delle sue immagini sono state ospitate in Gallerie private, Musei, Istituzioni pubbliche.