Addio a Michael Snow, uno dei padri dell’arte concettuale

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in foto Michael Snow

L’artista canadese Michael Snow, figura di spicco nello sviluppo del cinema sperimentale, delle installazioni video e della fotografia concettuale fin dagli anni ’60, è morto giovedì 5 gennaio all’età di 94 anni in un ospedale di Toronto, dove era nato il 10 dicembre 1928. La scomparsa dell’autore di opere formalmente audaci, che mettono alla prova la percezione del tempo e dello spazio da parte degli spettatori, è stata pubblicata oggi dal “Washington Post”: la famiglia ha precisato che Snow si è spento “dopo una breve infezione respiratoria”. Come regista era noto per il film “Wavelength” (1967), che gli ha fatto guadagnare i consensi internazionali dei cinefili e i suoi 45 minuti di zoom lento su un loft di New York sono rimasti un emblema dell’epoca dell’avanguardia sperimentale. L’arte di Snow affronta questioni spinose sulla possibilità che fotografie e film catturino veramente ciò che passa davanti a una macchina fotografica o a una macchina da presa. I giochi di parole abbondano e sotto le superfici austere della sua arte si può trovare un viscido senso dell’umorismo. Accanto a video e film sperimentali, l’opera di Snow comprende dipinti, fotografie, sculture e musica. Snow è stato un artista poliedrico che riflette sulla meccanica della percezione e sui suoi paradossi. “I miei dipinti sono realizzati da un regista, le mie sculture da un musicista, i miei film da un pittore, e a volte tutti quanti lavorano insieme”, aveva detto in un’intervista. Dopo essersi laureato all’Ontario College of Art, Snow ha iniziato a lavorare nel cinema attraverso l’animazione. Trasferitosi a New York negli anni Sessanta, gli esperimenti cinematografici di Snow hanno creato legami con Jonas Mekas e Steve Reich, per poi tornare a Toronto negli anni Settanta e continuare il suo lavoro guidato dalla sperimentazione e dall’uso stratificato di mezzi fotografici e cinematografici. Snow ha continuato a esporre nuovi lavori e a suonare musica nel corso dei decenni, con film che esplorano i movimenti meccanizzati della macchina da presa, come “Back and Forth” (1969) e “La Région Centrale “(1971), e gli usi del linguaggio in “So Is This” (1982). La sua mostra più recente di nuovi lavori, incentrata sul libro “My Mother’s Collection of Photographs” (2022), è attualmente in corso alla galleria Martine Aboucaya di Parigi. L’attività di video-artista e più in generale di artista visivo gli ha valso i massimi riconoscimenti nel settore e nel 2004 gli è stato conferito il dottorato ad honorem dalla Sorbona di Parigi. La sua prima video-installazione è stata “Little Walk” del 1964.