Addio a Jean-Claude Coquet, linguista e semiologo

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(foto da bacheca Facebook di Lexia - Rivista di semiotica)

Il linguista e semiologo francese Jean-Claude Coquet, studioso di fama internazionale dei rapporti che legano natura e linguaggio, percezione e comunicazione, è morto a Sceaux (Hauts-de-Seine) all’età di 94 anni. La notizia della scomparsa, avvenuta il 16 gennaio, è stata pubblicata dal quotidiano “Le Monde”. Il suo contributo scientifico è stato decisivo: ha sviluppato una grammatica modale e ha proposto una nuova semiotica, chiamata “semiotica del soggetto”, per distinguerla dalla “semiotica dell’oggetto” (quella di Algirdas Julien Greimas, di cui Coquet era stato allievo). Ma ciò che descrive più accuratamente il suo lavoro è la “teoria delle istanze” e lo sviluppo di una fenomenologia del linguaggio, come descritta in “Le istanze enuncianti. Fenomenologia e semiotica” (Bruno Mondadori Editore, 2008, edizione italiana curata dal semiologo Paolo Fabbri). Tuttavia, le sue scelte impegnative e la complessità della sua teoria delle istanze spiegano senza dubbio perché, nonostante la sua forte influenza internazionale, non sia così conosciuto come altri semiologi della sua generazione, come Greimas, Roland Barthes o Umberto Eco.