Il fotografo Fabio Emilio Simion, testimone con il suo obiettivo dell’ansia di libertà e di rivoluzione artistica degli anni ’60 e ’70, è morto a Milano il primo settembre all’età di 82 anni. La scomparsa è stata resa nota oggi con un necrologio con il quale gli amici annunciano che domani, giovedì 8 settembre, alle ore 18.30, Simion sarà ricordato alla Fondazione Mudima di Milano. Nato a Fiera di Primiero (Trento) nel 1940, Simion era diventato fotografo professionista a Milano nel 1970. Nel corso della sua carriera ha attraversato diverse esperienze creative nei campi della fotografia sia commerciale che sperimentale. Ha partecipato a circa trenta libri fotografici e collaborato con le maggiori testate italiane nei campi del design, dell’arredamento, del food. Ha fotografato importanti collezioni internazionali di etnografia, arte antica e arte contemporanea, sia su committenza pubblica che privata. Simion ha immortalato happening e performance artistiche di movimenti d’avanguardia, gruppi e festival come Milano Poesia, il Living Theatre, Domus Jani, Out Off e il Fluxus. Ha inoltre realizzato manifesti e copertine di dischi per importanti musicisti come gli Area, Battiato, Camerini, Finardi, Pfm, Schipa Jr., Venegoni&Co. Simion ha insegnato fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e all’Istituto d’Arte Marcello Dudovich. Nel 2016 in occasione della mostra “Gianni Sassi – Uno di noi” presso la Fondazione Mudima di Milano, ha curato il catalogo della mostra in ricordo del grande grafico, con il quale Simion ha collaborato continuativamente per oltre vent’anni. Attualmente tutta la sua opera fotografica è in corso di catalogazione, archiviazione e conservazione presso la sua casa-studio di Milano.