Adattarsi, almeno provvisoriamente, ad un tenore di vita più austero

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I toni attualmente in uso nel confronto tra la Russia e la Eu sono senza ombra di dubbio paragonabili a quelli tante volte ascoltati vedendo un film western. L’attenzione va rivolta soprattutto ai dialoghi tra cow boys e pellerossa, che precedono di poco lo scontro tra gli stessi ben forniti di pistole e fucili i primi, di archi, frecce e lance i secondi. C’è stato un momento nella fase di quello che è arrivato a essere un conflitto ben più  esteso della sola invasione dell’ Ucraina, in cui l’ Occidente veniva invitato, da chi non aveva titolo a farlo -intelligenti pauca – a usare più diplomazia nei confronti del Cremlino.
Sarebbero stati tempo e energie sprecate, della serie margaritas ante porcos. In campagna operazioni di quel genere vengono paragonate al lavaggio della testa dell’asino, perché chi le fa perde tempo, acqua e sapone. Al punto in cui è arrivata la diatriba è estremamente azzardato pensare che si arriverà a una soluzione negoziale della contesa. Un’osservazione propedeutica a ogni altra considerazione della tragedia in atto è che i discendenti delle cosiddette anime morte, sin dall’ inizio delle schermaglie, ormai due anni fa, di una azione militare senza testa né coda, hanno dimostrato di avere sangue freddo, una calma olimpica e una capacità non comune di comunicazione degli eventi a difesa della accampata validità del loro comportamento. La EU, dopo aver tentato in tutti i modi possibili di trovare una soluzione negoziale alla crisi energetica, arrivata ormai al calor bianco, in queste ore, per bocca della presidente Von der Leyen, ha fatto sapere alla nomenklatura di Mosca che Bruxelles intende stabilire un prezzo massimo del gas comune a tutti i paesi che riconoscono la casa comune il loro centro decisionale. Mentre giocavano a carte a un tavolino del dopolavoro due coltivatori diretti contro due ferrovieri, gli stessi si interrogavano, retoricamente, se fosse ancora valido il principio in virtù del quale, in un mercato libero e concorrenziale, il prezzo di tutto ciò che venga compravenduto sia determinato dal punto di incontro della cifra che intende pagare la domanda con quanto richiede l’ offerta. Quando la situazione è connotata da un unico o da pochi venditori, il prezzo lo fa chi vende. Diventa perciò non facile credere che il messaggio della Signora Von der Leyen a Putin e compagni basti a far tornare in loro il senno. Una prima reazione fortemente negativa è stata quella di Gazprom che, a stretto giro, ha fatto sapere che il gasdotto Nordstream, fermo ufficialmente per manutenzione, non ricomincerà a funzionare dopo i tre giorni previsti, causa il perdurare di inconvenienti tecnici.  Il rinvio della scadenza per il ritorno alla normalità di quella struttura, ammesso che esista realmente una volontà del Cremlino in tal senso, è stato rimandato sine die. Allo stato per la Eu la questione orientale è arrivata a un punto di non ritorno che fa intravedere agli europei solo un cielo a tinte fosche, senza neppure un refolo di vento che possa spazzarle via.
La soluzione che può dare una ridimensionata alle situazioni negative che stanno minando sempre più l’equilibrio socioeconomico del Bel Paese, è l’accettare da parte di tutte le componenti della popolazione di adattarsi, almeno provvisoriamente, a un tenore di vita più austero. Da solo servirebbe a ben poco se non fosse accompagnato da una massiccia attività per aumentare la disponibilità di gas sia sulla terra ferma che nei mari che la bagnano. Il lavoro che dovrà impegnare al massimo il governo italiano come quelli degli altri paesi della EU sarà l’accelerare i tempi per il passaggio all’utilizzo di energie pulite e rinnovabili. Il cammino da percorrere per uscire da una situazione di semplice sopravvivenza e raggiungere nuovi e più consoni livelli di vita, sarà lungo e pieno di ostacoli non superabili facilmente. Tenendo comunque presente che il risultato finale positivo è pressoché scontato. Fiato alle trombe, rullo di tamburi e tutti nelle galere a remare alacremente, fino all’approdo nel mutato assetto della società prossima ventura. Adottando un atteggiamento positivo, mai inutilmente sopra le righe, con un’idea ben precisa di ciò che si vuole ottenere. “Per aspera ad astra” si è detto dai tempi della Roma imperiale e si continua a dire. Se l’umanità è arrivata al traguardo del terzo millennio, lo deve soprattutto alla sua capacità di tener fede a quel motto coniato dai cives romani. Essi ne fecero buon uso e lo diffusero in tutte le latitudini dove si estese il loro impero. Forza e coraggio, allora perché il risultato positivo è ancora raggiungibile.
N.B: per non farsi cogliere di sorpresa, quest’ anno sarà bene anticipare il cambio di stagione nel guardaroba.. Anche se non basta, certamente è di aiuto.