AccYouRate, tessuto smart per la sicurezza sul lavoro: monitora stress psico-fisico e affaticamento

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Lavabile, quasi impercettibile e dotata di fili tessili che trasportano segnali a distanza per monitorare i parametri vitali di una persona: e’ il tessuto intelligente capace di monitorare lo stress psico-fisico e l’affaticamento per migliorare le condizioni e la sicurezza dei lavoratori, e tutelare lo stato di salute di una persona. L’indumento, presentato oggi, rientra tra i prodotti di AccYouRate, progetto italiano nato dalla sinergia di una startup dell’Aquila, Let’s Wearable Solutions, e Proger, societa’ di ingegneria. Il materiale puo’ essere utilizzato come una maglietta ma c’e’ tutta una gamma di prodotti, alcuni gia’ realizzati e altri in sviluppo, tutti realizzati con lo stesso tessuto, come guanti, caschetti o fasce per la testa. Rilevano in modo continuo e in tempo reale il battito cardiaco con l’elettrocardiogramma, la respirazione, il sudore e l’attivita’ muscolare, in modo da avere un quadro sullo stato di salute della persona. “L’obiettivo e’ superare l’affaticamento da stress psico-fisico – ha detto Arnaldo Usai, amministratore delegato di AccYouRate – per aumentare la sicurezza e qualita’ di vita. Si offre un monitoraggio continuo dei parametri vitali in condizioni di vita ordinarie, senza che la persona se ne accorga”. I segnali, una volta rilevati dai sensori, vengono inviati ad una centralina (che tra qualche mese sara’ grande come un’etichetta), che registra il dato, lo converte in formato digitale, per poi trasmetterlo ad un’app sul telefono e ad una piattaforma cloud che lo da’ in analisi ad un software medico. Se vengono rilevate delle leggere anomalie, viene emesso un segnale di allerta per fare accertamenti diagnostici. Se le anomalie sono gravi, intervengono gli operatori dell’emergenza. Realizzato in collaborazione con le universita’ di Bologna e Cagliari, il dispositivo e’ stato testato sia dagli operatori della Croce Rossa, che presso lo stabilimento Thyssen Krupp di Terni, mentre presto verra’ provato nelle raffinerie Eni di Taranto ed e’ in fase di sperimentazione, per migliorarne la tecnologia, all’ospedale S. Orsola di Bologna.