(Adnkronos) – L’Accademia della Crusca segnalerà anche parole espressive e tuttora dense di significato come “tetragono” (Paradiso, XVII, 24), capace di resistere agli urti della sfortuna; “botolo” (Purgatorio, XIV, 46) cane piccolo e di poca forza, ma che si sfoga nel latrare e abbaiare; “broda” (Inferno, VIII, 53), non il brodo dei cuochi stellati di oggi, ma l’acqua del fiume infernale, fangosa, paludosa e fumosa, acqua grassa; “bruti” (Inferno, XXVI, 119), non uomini, ma quasi animali, o animali a tutti gli effetti, incapaci di desiderio di conoscenza, privi della nobile spinta che agisce nell’uomo, anche se non è priva di rischio, come insegna appunto il canto di Ulisse.