A tradimento, intervista con Gaetano Panariello

POCHI GIORNI FA

“Carissimo professore, com’è andata la sua presentazione a Torino?”, scrive Quintano a Panariello. 
“Carissimo professore è andata bene – scrive Panariello a Quintano -. Una manifestazione con centinaia di migliaia di persone su uno spazio fieristico ampio ed articolato. Gli stands espositivi ricchi di nuove proposte editoriali. Mi ha colpito il numero degli “aspiranti” come me alla kermesse culturale più nota e conosciuta a livello italiano ed europea insieme a quella di Roma. La location è quella del vecchio sito che la FIAT utilizzava per i suoi uffici: “Il Lingotto”. Molti ospiti illustri partendo da Annalena Benini, futura direttrice del Salone del Libro (edizioni 2024-2026); e, tra i grandi autori italiani: anche Alessandro Baricco, Gianrico Carofiglio, Cristina Cassar Scalia, Maurizio de Giovanni, Concita De Gregorio, Erri De Luca, Catena Fiorello, Antonella Lattanzi, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Dacia Maraini…  Un tour de force ma pieno di cultura. Da quanto ho potuto constatare in Italia si legge ancora e molto, questo mi fa ben sperare. Un abbraccio, Gaetano Panariello”.

Complimenti allora – scrive Quintano a Panariello -. Appena possibile ci sentiamo per combinare un’intervista che sottoporrò alla direzione de il denaro perché venga ospitata nel blog (curato da me) denominat Esperienze cognitive dall’albero della vita”.

Alle gentili lettrici ed ai gentili lettori dico: credo proprio che l’autore ed il tema del libro attengano pienamente a questo blog. 

Il prof. Panariello si descrive nella quarta di copertina ed ebbi modo di conoscerlo quando fu Preside dell’Ernesto Cesaro di Torre Annunziata, dove ero stato studente dagli anni ‘50, – ne uscii nel ’62, “alcuni anni prima” come dicevamo ambedue in coro nel 2010 . Mi aiutò a ricordare molti mitici docenti che avevo avuto l’onore di incontrare, mentre le sue esperienze condotte a vasto raggio, ma in grande profondità, mi aiutarono a comprendere nella giusta luce, come tutti sanno, il problema del raccordo dell’Università con la formazione media superiore. Maturammo la pensione a distanza di un anno l’uno dall’altro.. Ci incontrammo al Rotary di Scafati  – Real Valle  – nel periodo del suo anno di presidenza, club che frequentavo qua e là in qualità di socio onorario presentato dal fondatore, notalo Tommaso d’Amaro, anche lui di grande spessore, come tanti altri soci di quel club.  Del tema del libro ai lettori de il denaro dico ho dato sempre poco peso almeno relativamente ai rapporti professionali, in quanto ho sempre recitato prima di dormire. “Signore, come sai, donare mi dà più gioia che ricevere;  ai giovani ho dato il massimo possibile, quindi non ti chiedo ritorni ma solo difesa dal maligno; soprettutto quando esso appare al mondo esterno e mette in moto azioni a mia difesa indicandomi  tra gli amici i traditori in quanto valutano, bontà loro, che non mi sia accorto”. Per me è stata una sorpresa che mentre chiedevo difese divine dal maligno fosse pubblicato un libro che tocca l’argomento e che corro a intervistare augurandogli, da persona serena e che sta sulla stessa onda, di gioire nel dare e sentire  disagio nel ricevere, che mi aiuti ad uscire dall’isolamento,  che mi causa la percezione del tradimento delle persone che “naturalmente, “per costruzione” devono essere amici, mentre sono presi dall’infezione del tradimento addirittura collettiva tentando di propagarla. 

Descrizione da AMAZON
“Frammenti di vite che si intrecciano a creare un affresco multicolore in cui i sentimenti, sia quelli negativi che quelli positivi, intessono una fitta trama la cui protagonista è un’umanità variegata, con le sue debolezze e i suoi sentimenti puri e sinceri. A volte è difficile gestire una vita sempre uguale nella sua routine quotidiana, e ognuno trova il proprio antidoto alla monotonia e all’insoddisfazione. Altre volte è l’ambiente in cui si nasce o la sofferenza a portare alla trasgressione. E tutto ciò appartiene all’uomo di ogni tempo, passato, presente e futuro. Così facendo però (quasi) tutti compiono il più vile dei peccati, il tradimento: verso gli altri, verso un’ideologia o, ancor peggio, verso sé stessi”.

Intervista di Claudio Quintano a Gaetano Panariello, sul suo libro “A Tradimento, Edizione Albatros”. Quale intervistatore osservo ovviamente l’uso del pronome personale del lei. Fare un’intervista ciò è quasi imposto.

Perché ha scelto di scrivere un libro sul tradimento?
Forse perché l’ho considerato sempre un gesto vile, perpetrato in modalità diverse. Mi ha sempre intricato capire il perché esso si compie e nei miei tredici racconti ho notato che spesso sopraggiunge “inaspettatamente “, perché il traditore non riesce più a reggere e perde il suo equilibrio ordinario venendo meno alla fiducia che altri hanno riposto in lui.

E il tradimento di tipo biblico?
Ritengo un vero tradimento quello di Giuda contro Cristo, contro una fede falsamente condivisa. I motivi del tradire trovano poi riscontro in situazioni del tutto inimmaginabili per noi. 

In che senso “inimmaginabili”?
Mi riferisco al tredicesimo ed ultimo racconto. In un futuro forse non troppo lontano, ipotizzando un’umanità con pochi sopravvissuti, si ricorre ad intelligenze artificiali con fattezze simil-umane e qui si creano valori che fanno riflettere su ciò che stiamo provocando oggi.

Quindi il suo libro si colloca nel futuro?
No. Undici racconti del testo percorrono una fase storica che va dagli anni successivi alla II guerra mondiale e fino agli anni 70/80. Sono tratteggiate vicende che vediamo anche oggi, ma in un contesto sociale ben diverso. Precede questi undici il primo racconto che è del primo ‘900 e l’ultimo che si svolge nel 2022. 

I suoi racconti sono uniti da un fil rouge?
Il fil rouge c’è ma nei valori che cambiano o si alterano per il naturale mutarsi della società. In ogni racconto i personaggi sono autonomi. C’è anche chi si riscatta o chi continua a tradire perché non vede possibilità di uscirne, chi perversamente pensa che il suo atto non sarà mai stato scoperto. Umanità varia e fragile che da sola si fa del male. 

Ma quali sono i motivi del tradire improvvisamente?
Quasi sempre c’è il vizio, a volte la necessità economica, oppure l’onnipotenza, ma anche la noia, il disinteresse verso il partner visto come proprietà in un ambito che è di ieri, ma ritroviamo nei vari misfatti di oggi.

A chi va la sua simpatia al tradito o al traditore?
Io racconto ma non giudico, piuttosto osservo e, per empatia, tifo per coloro che subiscono pur se, con un poco di autoanalisi sul proprio comportamento molte cose non accadrebbero. Sia il tradito che il traditore sono degli sconfitti perché niente può consolare il tradito e niente può togliere i sensi di colpa al traditore se ha un minimo di sensibilità e se addirittura non veda sé stesso come vittima. Non sempre il tradito riconosce i segnali del tradimento, a volte gli fa comodo non vedere o è troppo disponibile, troppo fiducioso negli altri e questo non è purtroppo giustificato nel mondo in cui viviamo 

Come promuoverebbe il suo libro?
Direi che leggerlo è un modo per arricchirsi di esperienze senza diventarne protagonisti e forse per non cadere in certe situazioni che purtroppo ancora oggi si ripetono.