A pensar male… E cercare di capirne il movente, persino arduo

(Imagoeconomica)

Le generazioni che verranno, prima ancora di rimboccarsi le maniche, avranno già un bel daffare per prepararsi a farlo. Come se si trattasse di una premessa da accettare senza la possibilità di opporsi, esse dovranno dedicare buona attenzione allo status quo ante del testimone che avranno preso in consegna. Tanto nel tentativo di comprendere come abbiano potuto agire quanti li hanno preceduto per lasciare loro il mondo in condizioni a dir poco disastrate.

È probabile anche che il passaggio del testimone dalla generazione attuale a quella che le subentrerà si sia già avviato, seppure in sordina. Diversi sono i segnali che vanno  evidenziandosi in tal senso, con manifestazioni non gradite ai più. Le proteste di persone, anche non più giovani, che a ogni piè sospinto, riferendosi a tutto quanto si riesce a vedere a occhio nudo, danno l’idea di un prossimo ritorno più che all’ antico, al passato prossimo. Esso consisterebbe in un confronto con la Contestazione Globale della seconda metà del secolo scorso. Se così fosse, sarebbe ancora più temibile, in quanto, nel caso che riuscisse, si rivolgerebbe anche a quanto non è stato, per ora, rivelato a chiare lettere. Si tratta delle cosiddette “dicerie dell’untore” che, ciò nonostante continuano a inviare alla popolazione segnali forti e chiari. Quanto innanzi riferito significa che il disagio è generale, pertanto va affrontato e sanato prima ancora che se ne aggiunga dell’altro. Entrando nel merito della questione, che sia in atto un tentativo di delegittimazione generalizzata dell’ Occidente è sotto gli occhi di tutti. Per evitare rischi di superficialità nel trattare alcuni argomenti propri di quell’atteggiamento, è bene limitarsi a esaminare quelli che interessano in maniera particolare il Paese. Anche se a distanza di tempo ravvicinata saranno aperti i seggi per le operazioni di voto per rinnovare il Parlamento Europeo, diversi sono i nodi ancora da sciogliere in ciascuno dei paesi membri. Tanto perché al più presto possibile comincino a funzionare a pieno ritmo le rinnovate “macchine” Italia e  Europa Unita. Per quest’ultima i tempi risulteranno sicuramente più lunghi di quelli nazionali e non è difficile comprenderne i motivi. Gli stessi paesi saranno  penalizzati anche perché i rallentamenti dovuti all’arrivo della stagione estiva saranno inevitabili.

Per l’Italia il dopo voto dovrà tenere conto di quanto sarà accaduto a Strasburgo per ristabilire alleanze di ogni genere, in un’ ottica duratura, quindi strategica. A questo punto del ragionamento, lo stesso si allaccia di conseguenza  all’argomento PNRR. Esso, pur essendo ritenuto di grande importanza da tutte le forze in campo, molte volte trova intralci nella sua realizzazione molto simili a dei pretesti. Il più delle volte sono solo chicane di rallentamento messe su da formazioni politiche disparate. Esse sono qualcosa che ricorda i lavori eseguiti con la lavorazione detta “Patchwork”. È quella realizzata con tante pezze diverse cucite insieme. Quegli insiemi di formazioni improbabili sotto ogni punto di vista, agiscono così giusto per ricordare che anche esse sono ai posti di combattimento. Pretendendo quindi le stesse di poter dare apporto alla discussione. Intanto maiora premunt e, se per una volta i rappresentanti dei vari paesi della UE, seguiti da altri ugualmente di buon senso, operanti a latitudini le più diverse, cominciassero a guardare, seppure un solo palmo, oltre il naso, potrebbe essere proprio questo il tempo per alleggerire il fardello da affidare alle generazioni che verranno appresso. E non sarebbe qualcosa di marginale.