A lume di naso. Se l’estate è torrida, l’autunno paradossalmente lo sarà di più

in foto la segretaria del Pd Elly Schlein (Imagoeconomica)

Quanto sta accadendo in questi giorni in parlamento è una conferma importante del detto popolare che vuole che, se uno è incalzato da problemi assillanti, come prima cosa da fare, deve mettere la testa nel frigorifero. Attualmente manca solo che qualcuno dei rappresentanti del popolo affermi di avere avuto la visione di De Gasperi con il suo storico cappotto king-size e poi il Parlamento dovrà chiudere forzatamente i battenti fin quando la temperatura non si sarà sensibilmente rinfrescata.

Ci sarebbe da chiedersi solo quando inizierà il dibattito parlamentare sul sesso degli angeli, giusto per completezza di informazione e poi ordinare caffè e ammazzacaffè. Dunque, se ancora non lo si fosse capito – sarebbe patologico anche questo – i fatti concreti e vitali dell’azienda Italia vanno quasi tutti male. Quindi questa è la vera e propria definizione per indicare lo stato dei fatti e non l’eufemismo “non bene”. Ciò significa che dall’ inizio dell’anno qualcuno, anzi più di uno, sta tentando di far credere agli italiani che il male che affligge il Paese sia un banale raffreddore, che ha i suoi tempi di evoluzione per sparire naturalmente. Non una polmonite come effettivamente è che, se non si interviene con l’ascia, a stretto giro ci sarà bisogno che le vengano somministrate cure da cavallo prima che in cielo compaiano, accompagnate da squilli di trombe, persone appunto a cavallo e facciano peggio della grandine caduta dal cielo in questi ultimi giorni, qua e là sul Paese.

A tal riguardo è opportuno fare un distinguo. In campagna viene dato per scontato che il fenomeno metereologico descritto non porta carestia perché colpisce il territorio in ordine sparso, almeno tanto è ciò che succede di massima. L’altro tipo di grandinata, quella economico finanziaria, che al momento da segno di voler fare non una capatina, ma un vero e proprio soggiorno nel Paese, si muove a rullo compressore e dietro al suo passaggio resta in piedi niente o quasi. Kafka stesso, se potesse vedere quanto sta succedendo, resterebbe perplesso. In effetti, chi dovrebbe tenere in mano ben saldo il timone della nave Italia, si sta rivelando il più delle volte mozzo non adatto in quanto compie manovre scoordinate, un giorno a macchine avanti tutta, il giorno dopo navigando d’abbrivio. Ricorda così i combattimenti nelle arene dell’antichità romana, dove le sorti di una comunità venivano decise da coloro che erano in testa alla scala sociale e bastava loro mostrare il pollice retto o quello verso per decidere le sorti di chi aveva perso la contesa. Così oggi, improvvisando i provvedimenti e i segnali a essi relativi con un comportamento simile a quello delle tricoteuses (magliaie) della Rivoluzione Francese che mandavano alla ghigliottina “per sentito dire”, i politici stanno portando, se non lo hanno già fatto, gli italiani alla più completa e pericolosa esasperazione. Non si è arrivati ancora alla fame ma manca poco. Se è vero che alla segnalazione alla Regina Maria Antonietta che il popolo non aveva più pane da mangiare, la stessa Maestà decapitanda consigliasse loro di mangiare croissant, è difficile immaginare la Premier Meloni o l’antagonista da presso Schlein consigliare di nutrirsi di cornetti o loro alternative, volendo anche surgelati.

Una domanda da parte di chi non ha adeguato uso di mondo: rivolgendosi alla segretaria del partito democratico, davanti al nome cosa sarà opportuno apporre, signore o signora? Sembra un dettaglio trascurabile ma non lo è, perché la replica potrebbe essere: “signorina prego!”.  Potrebbe aprirsi così un’ altra vertenza, come se fossero poche quelle già in essere, così, tanto per non farsi mancare niente. A tutti loro, comunque, buone vacanze con l’augurio che ne traggano beneficio. A lume di naso, se l’estate sarà torrida, l’ autunno paradossalmente lo sarà di più.