L’Asia chiude l’ottava in negativo, attesa per i dati sull’occupazione Usa

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Il punto della mattinata. Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,55%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, il Ftse100 di Londra lo 0,9% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,6%.
E non va diversamente a Piazza Affari dove al momento della scrittura gli indici di riferimento sono tutti in negativo: il Ftse Italia All-Share segna infatti -1.08%, Ftse All-Share Capped -1.08%, Ftse Mib -1.09%, Ftse Italia Mid Cap -1.14%, Ftse Italia Small Cap -0.79%, Ftse Italia Star -1.08%, Ftse Aim Italia -0.01%.

In negativo sono soprattutto i bancari dopo il recupero di ieri. L’indice FTSE Italia Banche segna -0,6%, l’EURO STOXX Banks -1%. In rosso BPER (-2,2%), Mediobanca (-1,8%), Banco Popolare (-1,8%). In controtendenza, invece, Intesa Sanpaolo (+0,3%): oggi il cda si riunisce per approvare i dati trimestrali. Banca MPS (-4,99%, asta di volatilità) in forte calo su indiscrezioni in base alle quali, oltre ai bond subordinati tier 1 e 2, Rocca Salimbeni potrebbe offrire la possibilità di convertire anche le obbligazioni senior. E’ quanto emerge, secondo MF, dalla relazione illustrativa del cda riguardo all’ordine del giorno dell’assemblea del 24 novembre chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro.

Ieri Wall Street ha chiuso ancora in declino (il peggiore dei tre principali indici Usa è stato il Nasdaq, in flessione dello 0,92%) ed in tono decisamente minore è stata anche la seduta odierna dei mercati asiatici, con la sola eccezione di Hong Kong, i cui principale indice, l’Hang Seng, in vista della chiusura registrava è in progresso marginale dello 0,40%.

Sui mercati pendono le incertezze di Brexit (come si sa la Corte suprema ha rinviato la decisione al voto del Parlamento) che però avvantaggiano la sterlina che ieri ha registrato una crescita di oltre 200 pip (stamane la quotazione sul dollaro è intorno 1,20) e soprattutto delle elezioni americane di martedì prossimo. 

Intanto, però, gli operatori oggi monitorano soprattutto i dati relativi alle buste paghe (Non farm payroll) e dunque al numero degli occupati negli Usa, che in genere portano non poca volatilità al mercato delle valute.

Borse asiatiche
Seduta in tono negativo per i mercati asiaticiA tenere banco sono ancora le incertezze per l’esito delle presidenziali Usa di settimana prossima: i mercati temono una vittoria di Donald Trump, visto che la democratica Hillary Clinton è considerata la candidata dello status quo. Timori che vedono il dollaro avviarsi a una perdita di circa lo 0,80% nell’ottava nei confronti delle altre principali valute, a fronte dell’apprezzamento di circa l’1% dello yen.
E a Tokyo, rimasta chiusa giovedì per la celebrazione del Bunka no Hi (il Giorno della Cultura), l’impatto valutario spinge al ribasso i listini azionari. Il Nikkei 225 chiude con una netta flessione dell’1,34% (fa ancora peggio l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dell’1,56%). Limita invece i danni Seoul, con il Kospi che perde solo lo 0,09% al termine delle contrattazioni.

Altro fattore ribassista resta il petrolio, che continua a muoversi intorno ai minimi dell’ultimo mese. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, si avvia a segnare la peggiore performance in un’ottava delle ultime sette settimane dopo avere sfiorato una perdita dell’1% in intraday ai minimi da inizio agosto. Seduta negativa anche per le piazze della Cina continentale: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 segnano perdite dello 0,12% e dello 0,32% rispettivamente. 
Performance simile per lo Shenzhen Composite, deprezzatosi dello 0,21% al termine della seduta.
Tra le materie prime, l’oro è in moderato declino, riducendo appena sotto al 2% il guadagno registrato nell’intera ottava. Mentre zinco e rame sono in ritirata a Londra, rispettivamente dai massimi di cinque anni e dallo scorso mese di luglio. E le nette vendite per i titoli del settore spingono al ribasso Sydney: l’S&P ASX 200 segna infatti un declino dello 0,8 6% in chiusura.

Borsa Usa

La Borsa di New York ha chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,16%, l’S&P 500 lo 0,44% e il Nasdaq Composite lo 0,92%. L’Indice del costo del lavoro, in base ad una prima stima preliminare, è salito nel terzo trimestre dello 0,3%, dal +3,9% della rilevazione precedente. Le attese degli addetti ai lavori erano fissate su una crescita dell’1,3%. Nel terzo trimestre 2016 la stima preliminare dell’indice di Produttività del settore non agricolo fa registrare una variazione positiva del 3,1% dopo il calo dello 0,2% della rilevazione precedente. Gli analisti avevano stimato un incremento pari all’1,3% t/t.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 21 ottobre si sono attestate a 265 mila unità, superiori alle attese (258 mila) e al dato rilevato la settimana precedente (258 mila). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,026 milioni, inferiore ai 2,040 milioni precedenti.

Markit Economics ha comunicato che a ottobre l’indice PMI dei Servizi è cresciuto a 54,8 punti da 52,3 punti di settembre, confermando la lettura flash. La rilevazione odierna conferma dunque un ulteriore accelerazione della crescita delle attività terziarie, su livelli massimi da un anno. 
Nel mese di settembre gli ordini industriali sono cresciuti dello 0,3% dopo l’incremento dell0 0,4% registrato ad agosto. Gli economisti avevano stimato un incremento dello 0,2% su base mensile.

I dati macro attesi oggi
Venerdì 4 novembre 2016

13:30 US Employment Situation 

13:30 US International Trade 

13:30 CA Labour Force Survey 

13:30 CA Merchandise Trade