Unesco su Israele. Vergogna all’italiana.

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Le cronache di questi giorni sono state “infuocate” dalla notizia che l’UNESCO, agenzia che dovrebbe tutelare i patrimoni dell’umanità, su cui ruolo c’eravamo soffermati sempre in questa rubrica su questo giornale, avrebbe deciso di mantenere unicamente il nome arabo per la parte est di Gerusalemme, che comprende la moschea di Al- Aqsa e nella quale sorge il Muro del Pianto. Il documento presentato dalle autorità palestinesi, volto “alla tutela del patrimonio culturale palestinese” ha destato non solo l’indignazione di Israele, ma fortunatamente anche quella di altri Paesi, che alla votazione hanno espresso il loro dissenso come la Gran Bretagna, la Germania e gli USA. E l’Italia? L’Italia si dimostra ancora una volta un paese di vili, di ignavi, di persone che non sanno distinguere il bene dal male. O meglio di persone che non riescono a dissentire rispetto ad una decisione che non solo nega ad Israele un luogo fondamentale per il culto ebraico, ma che tradizionalmente rappresenta il fulcro dell’ebraismo, riconosciuto e conosciuto in tutto il mondo. Cosa leggeremo d’ora innanzi sui libri di storia? Che il muro del pianto appartiene alla tradizione palestinese? Che per tutti questi secoli abbiamo scherzato? Che gli ebrei non hanno alcun legame con quel luogo?. È preoccupante, molto preoccupante quanto accaduto. La più grande colpa dell’Italia rispetto questa faccenda è l’indifferenza, il silenzio, l’astensione: l’ignavia. Il Sommo Dante incontra gli ignavi nel terzo canto dell’Inferno, anzi dell’anti inferno e li condanna a rincorrere una bandiera della quale non si vede il simbolo, costringendoli a pene dolorosissime a causa del fatto che in vita non sono stati in grado di fare una scelta. Per questo non si meritano neanche l’Inferno. Ecco, l’Italia è in questa situazione, al di là del bene e del male, per citare il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Fortunatamente pochi giorni or sono il quotidiano “Il foglio” grazie ad un’iniziativa del direttore Claudio Cerasa ha organizzato una manifestazione di protesta davanti alla sede romana dell’UNESCO, proseguita poi dinnanzi al Parlamento. Io vorrei che anche il nostro giornale, sul quale mi onoro di scrivere si schierasse contro questo abomino, a sostegno di Israele, di tutto il popolo ebraico e soprattutto con la Cultura,quella vera.

Lancio e promuovo questo hashtag #ildenaroconIsraele.