Pmi, fallimenti in calo nel terzo trimestre (-4,4% ma i livelli pre-crisi sono ancora lontani

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Prosegue anche nel terzo trimestre il calo nei fallimenti delle imprese italiane, che tra luglio e settembre sono stati 2.704 (-4,4%). E’ quanto si evince dall’analisi realizzata da Cribis, in cui sono annotati 10.047 fallimenti da inizio anno allo scorso 30 settembre, con una media di imprese che portano i libri in tribunale, di 52 al giorno. Si tratta di dati che – secondo l’amministratore delegato di Cribis Marco Preti, “confermano le previsioni ottimistiche dello scorso trimestre” dopo anni di vacche magre. Si assiste quindi ad un “miglioramento costante dello stato di salute” delle aziende, a cui si aggiunge il calo dei ritardi di almeno un mese sui pagamenti (-13,1%). In termini assoluti però siamo ancora sotto rispetto ai livelli pre-crisi, dato che i fallimenti – fanno notare al Cribis – sono cresciuti del 58,9% rispetto al 2009 e del 32,2% rispetto all’anno successivo. Si tratta di cifre che, secondo Preti, “devono servire a far riflettere su quanto si può ancora migliorare e sul fatto che non bisogna abbassare la guardia”. Quanto alla distribuzione geografica dei fallimenti, la Lombardia, regione in cui si concentra il 20,2% delle imprese italiane, è in testa alla classifica, con 2.091 casi nel 2016 e ben 21.494 imprese fallite dal 2009 ad oggi. Seguono il Lazio, con 1.145 imprese chiuse nel 2016 e un’incidenza sul totale Italia dell’11,8%, il Veneto, con 873 casi e relativa incidenza del 8,7% e la Campania con 854 fallimenti. Completano la classifica la Toscana (817), l’Emilia Romagna (745), il Piemonte (681), la Sicilia (641), la Puglia (460) e le Marche (312).