Petrolio al massimo degli ultimi dodici mesi

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Il punto della mattinata. Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse. Il Ftse Mib al momento segna -0.06% e grosso modo nello stesso range si muovono anche le altre piazze del Vecchio Continente: il Dax30 di Francoforte cede lo 0,1% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,2%. Sopra la parità il Cac40 di Parigi (+0,1%) e il Ftse100 di Londra (+0,2%).

Ieri, La Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in rialzo grazie all’ottima performance del petrolio. Il petrolio è balzato del 3,09% a 51,35 dollari al barile, massimo degli ultimi 12 mesi. Ovviamente, sul fronte societario si è mosso bene tutto il comparto energetico. Alla fine, il Dow Jones ha guadagnato lo 0,49%, l’S&P 500 lo 0,46% e il Nasdaq Composite lo 0,69%.

Non è stato così, però, per i mercati asiatici, che alla riapertura (per la prima volta dopo oltre una settimana sono tutti operativi: per festività lunedì erano rimaste chiuse le piazze di Tokyo e Hong Kong, Shanghai e Shenzhen invece non avevano scambiato per l’intera scorsa ottava) vengono registrati contrastati. 
A Seoul il Kospi perde l’1,24% trascinato al ribasso dall’ennesimo scivolone di Samsung Electronics. Il colosso sudcoreano sfiora una perdita del 7% dopo avere chiesto a retailer e operatori telefonici d’interrompere la vendita del suo Galaxy Note 7 di cui aveva in precedenza fermato temporaneamente la produzione.
Dietro alla decisione episodi di surriscaldamento e incendio che avrebbero colpito terminali dati ai consumatori in sostituzione di quelli già oggetto di recall (sono stati richiamati oltre 2,5 milioni di Galaxy Note 7). In decisa frenata anche la piazza di Hong Kong, rimasta chiusa lunedì per il Chung Yeung Festival (festività che cade nel nono giorno del nono mese lunare): l’Hang Seng scambia in flessione di circa l’1,50% (e la performance è simile per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). Complessivamente la seduta va considerata in negativo, vista la perdita di poco inferiore al punto percentuale dell’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ma è proprio Tokyo a segnare significativi guadagni, grazie all’indebolimento dello yen: il dollaro Usa dopo essersi apprezzato dello 0,70% sulla divisa nipponica lunedì è ancora in progresso dello 0,30% (il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora il biglietto verde nei confronti delle altre principali monete, è in crescita dello 0,20%).

Il risultato è un guadagno dello 0,98% per il Nikkei 225 (fa peggio l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,42%). Sul fronte macroeconomico da segnalare il calo a sorpresa in settembre per l’Economy Watchers corrente, sondaggio che determina la fiducia tra i lavoratori in Giappone in relazione all’attività economica e permette di anticipare la spesa dei consumatori, calato a 44,8 punti dai 45,6 punti di agosto (45,1 in luglio e 41,2 in giugno, quest’ultimo il dato più basso dai 40 punti segnati nel novembre 2012), e contro attese da parte degli economisti per un incremento a 45,8 punti.

I dati macro attesi oggi
Martedì 11 ottobre 2016

01:01 GB Indice BRC (vendite al dettaglio) set;
01:50 GIA Bilancia partite correnti ago;

07:00 GIA Indice Economy Watchers (consumi) set;

09:00 EUR Riunione Ecofin;

11:00 ITA Suppl. Boll. Statistico “Moneta e banche” Banca d’Italia;

11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) ott.