Mameli (Intesa Sanpaolo): Ancora in calo la fiducia dei consumatori, ma cresce quella delle imprese

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L’indice composito di fiducia delle imprese è rimbalzato a settembre, a 101 dopo essere calato a 99,5 ad agosto. Ci aspettavamo un recupero, che è stato anche superiore alla nostra stima (100).
Il morale delle imprese è migliorato in tutti i principali settori, in particolare nel commercio (a 102 da 97,4 precedente) e nelle costruzioni (a 125,3 da 123,5: negli ultimi 8 anni, solo nel luglio scorso il livello dell’indice è stato più alto); l’indice è salito anche nei servizi (a 103,7 da 102,5) e, in misura più modesta, nel manifatturiero (a 101,9 da 101,1: il dato ha sorpreso visto che sia la nostra previsione che le stime di consenso erano per un calo). In tutti i settori considerati, il livello dell’indice è superiore alla media quinquennale o decennale (in particolare nelle costruzioni).
Nel manifatturiero, il recupero è trainato dalle valutazioni correnti su produzione e ordini (a -10 da -13 e a -14 da -18, rispettivamente), mentre le aspettative su entrambe le variabili sono invece lievemente peggiorate (a 8 da 9 e a 10 da 11, rispettivamente). Tuttavia, le attese sull’occupazione sono migliorate (a -1 da -3 ovvero ai massimi degli ultimi sei mesi). Il morale delle aziende manifatturiere è in deciso aumento in particolare nel settore dei beni intermedi (e in minor misura nel caso dei beni strumentali), mentre è arretrato nel comparto dei beni di consumo.
Secondo le consuete domande trimestrali rivolte alle imprese manifatturiere esportatrici, nel 3° trimestre sono peggiorati i giudizi ma sono migliorate le aspettative sul fatturato. È scesa (da 28% a 24%: è un minimo dal 2000) la quota di imprese che segnala la presenza di ostacoli all’attività di esportazione (in particolare di quelli legati alla qualità dei prodotti e ad altri fattori). È anche salito da 4 a 6 il saldo destagionalizzato relativo al rapporto fra prezzi all’export e interni.
Viceversa, la fiducia dei consumatori è scesa ancora a settembre, a 108,7 da 109,1 di agosto. Il calo è stato più marcato rispetto a quanto atteso dal consenso (109), ma meno della nostra stima (108,5). Si tratta di un minimo da oltre un anno. Peraltro, il livello dell’indice resta significativamente superiore alla media storica.
La flessione è dovuta al peggioramento della situazione economica personale (a 102,8 da 103,6, mentre il clima economico generale nella percezione delle famiglie è migliorato, a 128 da 125,7), e ai giudizi correnti (106,8 da 107,2, mentre le aspettative per il futuro sono lievemente più ottimistiche: 112,8 da 112,2 precedente).
Sono migliorate lievemente le aspettative sulla disoccupazione (a 29 da 35 di giugno; il dato è circa in linea con la media degli ultimi sei mesi).
Il resto dell’indagine è misto. La situazione economica delle famiglie migliora nei giudizi correnti ma peggiora nelle aspettative. Viceversa, migliorano le possibilità future di risparmio ma peggiorano quelle correnti. In netto calo le opportunità di acquisto di beni durevoli (che toccano un minimo da oltre un anno).
L’inflazione sia percepita dalle famiglie (nell’ultimo anno) che soprattutto attesa (per i successivi 12 mesi) è risalita (a -21 da -22 e a -12 da -27, rispettivamente).
In sintesi, i dati sono lievemente migliori delle nostre attese. L’ulteriore calo della fiducia delle famiglie era atteso e non appare almeno per il momento particolarmente preoccupante (il livello dell’indice resta superiore alla media storica). Il rimbalzo della fiducia delle imprese (non ce lo aspettavamo in particolare nel manifatturiero) è confortante circa una possibile crescita del valore aggiunto tra terzo e quarto trimestre. In pratica, i dati ci sembrano coerenti con un ritorno a un’espansione sia pur modesta del PIL nella seconda metà dell’anno (nella forchetta 0,1%/0,2% t/t), dopo la stagnazione vista in primavera. Ciò rende plausibile la nostra previsione di un’attività economica in crescita di 0,8% in media nel 2016.
 
Paolo Mameli
senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, sugli indici di fiducia