Geomorfologia, non solo terremoto: in Italia 40.000 beni culturali in aree a rischio idraulico

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A quasi un mese dal terremoto, centinaia di esperti geomorfologi provenienti da tutta Italia giungeranno a Ceraso, nel Geoparco del Cilento, per tenere l’Assemblea Generale dell’Associazione Italiana di Geografia e Geomorfologia (AIGeo) e ricordare che in Italia esiste una condizione di multi-rischio, pertanto, la necessità di considerare in modo integrato il rischio idrogeologico congiunto a quello vulcanico e sismico. “In base ai dati complessivi non aggiornati al 2016 di Fonte Ispra- ha dichiarato Domenico Guida, professore di geomorfologia presso Università agli Studi di Salerno – , in Italia le frane sono ben 528.903. Nel solo 2015 abbiamo avuto oltre 200 eventi principali. 
Le aree a pericolosità da frana elevata in Italia sono pari a 12.218 km2. Più di cinque milioni di persone risiedono in aree a rischio elevato, mentre le imprese che sono in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono più di 79.000 ed il 18% dei beni culturali italiani è a rischio frane, mentre sono 40.000 i beni culturali in aree a pericolosità idraulica e 9 milioni di persone risiedono in aree a pericolosità idraulica. Complessivamente, le imprese esposte a rischio alluvioni in Italia sono più di 576.000. Il dissesto idrogeologico porta via suolo che non recupereremo più con pesanti conseguenze per l’economia del Paese. Per recuperare un solo centimetro di suolo occorrono, in alcuni casi, ben 100 anni. 
Lo stato di dissesto idrogeologico non può essere affrontato in termini riduzionisti e settoriali, altrimenti si rischia di non tenere conto delle altre pericolosità e rischi naturali. Condizioni che in altre nazioni vengono definite “multi-rischio”. Oggi, per affrontare queste situazioni, c’è ItaliaSicura, la struttura di Missione creata dal Governo per affrontare il Dissesto Idrogeologico nella sua consistenza sistemica. Concetti come ambito morfologico significativo e valutazione dell’invarianza idro-geomorfologica, cioè dell’equilibrio complessivo degli interventi rispetto alla naturale evoluzione del paesaggio, diventeranno regole, procedure, protocolli ed usi con i quali e nei quali c’è più geologia, geomorfologia e geologia applicata. 
All’attuazione di queste strategie potranno concorrere le Linee Guida sulla Cartografia Geomorfologica ad Oggetti, elaborate d’intesa tra AIGeo, Ispra e Cng. “Un Paese moderno – ha ribadito Guida – non può permettersi disastri ogni anno, morti e danni, spendere fiumi di soldi sulle emergenze, ma deve avere un territorio più sicuro e consapevolmente tutelato, investire in prevenzione costa meno che rimediare dopo, le risorse finanziarie non bastano, serve più coltura geologica diffusa. In questo, i geoparchi sono fondamentali anche per questo, perché incrementando la consapevolezza delle popolazioni con il supporto alla ricerca, la disseminazione delle conoscenze e la formazione dei tecnici, rendono il territorio intrinsecamente più sicuro”. 
Tra ricercatori, ed esperti in materia idro-geomorfologica che si confronteranno con le istituzioni per prevenire e prevedere i disastri territoriali, Gilberto Pambianchi, Presidente AIGeo, che associa i più grandi esperti e rappresentanti del mondo accademico ed istituzionale italiano e dell’Ispra, Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, (Cng), Aniello Aloia, Coordinatore Nazionale dei Geoparchi Unesco , Angelo De Vita e Tommaso Pellegrino, rispettivamente Direttore e nuovo Presidente del Geoparco Unesco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni,Gennaro Maione – Sindaco di Ceraso, Carmelo Stanziola – Vice Presidente della Provincia di Salerno ed altri rappresentanti degli Enti Locali.