Geologi, rischio frane: ricercatori e scienziati in assemblea nel Cilento

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A quasi un mese dal terremoto, centinaia di esperti geomorfologi provenienti da tutta Italia giungeranno a Ceraso, nel Geoparco del Cilento, per tenere l’Assemblea Generale dell’Associazione Italiana di Geografia e Geomorfologia (AIGeo)  e ricordare che in Italia esiste una condizione di multi-rischio, pertanto, la necessità di considerare in modo integrato il rischio idrogeologico congiunto a quello vulcanico e sismico. Un grande evento scientifico-istituzionale che vedrà la partecipazione importante di Gilberto Pambianchi, Presidente AIGeo, che associa i più grandi esperti e rappresentanti del mondo accademico ed istituzionale italiano  e dell’Ispra, Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, (Cng), Aniello Aloia, coordinatore nazionale dei Geoparchi Unesco , Angelo De Vita e Tommaso Pellegrino, rispettivamente Direttore e  nuovo Presidente del Geoparco Unesco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, Gennaro Maione – Sindaco di Ceraso, Carmelo Stanziola – vicepresidente della Provincia di Salerno ed altri  rappresentanti degli Enti Locali. L’appuntamento è per martedì 20 settembre, ore 9.30 presso il Polo di Alta Formazione di Palazzo De Lorenzo a Ceraso (Sa), Piazza Mazzini.
 “In base ai dati complessivi non aggiornati al 2016 di Fonte Ispra, in Italia le frane sono ben 528.903. Nel solo 2015 abbiamo avuto oltre 200 eventi principali. Le aree a pericolosità da frana elevata in Italia – dice Domenico Guida, professore di geomorfologia presso Università agli Studi di Salerno – sono pari a  12.218 km2. Più di cinque milioni di persone risiedono in aree a rischio elevato, mentre le imprese che sono in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata  sono più di 79.000  ed il 18% dei Beni Culturali italiani è a rischio frane, mentre sono 40.000 i Beni Culturali in aree a pericolosità idraulica  e 9 milioni di persone risiedono in aree a pericolosità idraulica.  Complessivamente, le imprese esposte a rischio alluvioni in Italia sono più di 576.000. Il dissesto idrogeologico porta via suolo che non recupereremo più con pesanti conseguenze per l’economia del Paese. Per recuperare un solo centimetro di suolo occorrono, in alcuni casi, ben 100 anni. Lo stato di dissesto idrogeologico non può essere affrontato in termini riduzionisti e settoriali, altrimenti si rischia di non tenere conto delle altre pericolosità e rischi naturali. Condizioni che in altre nazioni vengono definite “multi-rischio”.