Dal consolato giapponese di Napoli una risposta per il post terremoto

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Le scelte politiche ed economiche fatte in passato in Giappone, che è nell’emergenza uno dei primi ad essere afflitto dai terremoti  e quindi a reagire con la sua grande tecnologia, ha fatto si che oggi i danni subiti sono minimi, perché il Giappone si e’ mosso in maniera oculata e altamente innovativa, iniziando la sua osservazione e il monitoraggio proprio dal sistema satellitare. Infatti Il nostro Dipartimento della Protezione Civile, fin dalle primissime ore dopo il sisma che ha colpito il centro della nostra  penisola, ha parimenti  attivato i suoi centri di competenza nei settori della sismologia e dell’elaborazione dei dati radar satellitari – Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR-IREA di Napoli) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – per un’analisi di dati satellitari volta alla misura dei movimenti del suolo innescati dalle scosse ed allo studio delle sorgenti sismiche.

Utilizzando i dati del satellite giapponese ALOS 2, ottenuti tramite progetti scientifici, un team di ricercatori di Cnr e Ingv ha misurato con alta precisione i movimenti permanenti del suolo originati durante il terremoto, utilizzando la tecnica dell’Interferometria Differenziale”, spiega Riccardo Lanari, direttore del Cnr-irea. “Essa consente, confrontando immagini radar acquisite prima dell’evento con immagini successive al sisma, di rilevare deformazioni della superficie del suolo con accuratezza centimetrica. In particolare, è stato evidenziato un abbassamento del suolo a forma di cucchiaio che si estende per circa 20 Km in direzione Nord ed ha un valore massimo di circa 20 centimetri in corrispondenza dell’area di Accumoli”.

La mappa dei movimenti del suolo è stata poi utilizzata per sviluppare dei modelli fisico-matematici della faglia che ha originato il terremoto. Le faglie possono essere visualizzate come dei piani di frattura lungo i quali si ha lo scorrimento dei due blocchi di crosta terrestre: quando il movimento è molto rapido si genera un terremoto. “La faglia sorgente del terremoto di Amatrice si colloca a pochi chilometri di profondità nella zona compresa tra Amatrice e Norcia, passando sotto Accumuli. Si tratta di un piano di frattura lungo circa 25 km che si immerge verso sud ovest (verso Rieti) con una inclinazione di 50°. Tale piano corrisponde ad una faglia in parte già nota da studi geologici di superficie”, precisa Stefano Salvi dell’Ingv. “La conoscenza di dettaglio della posizione e delle caratteristiche delle sorgenti sismiche è un elemento fondamentale per la gestione dell’emergenza ed è importante anche per la redazione di mappe di pericolosità sismica sempre più affidabili”.
L’obiettivo del Dipartimento della Protezione Civile, durante un’emergenza sismica, è quello di ottenere in tempi brevi un quadro sinottico delle deformazioni e degli spostamenti del suolo causati dal sisma nell’area epicentrale. Questi risultati sono frutto della lunga e consolidata collaborazione promossa dal Dipartimento tra i propri Centri di Competenza – in questo caso Cnr-irea e ingv. Sulla base delle loro competenze, questi centri supportano il Dpc nell’utilizzo dei dati e delle informazioni satellitari e nella loro integrazione con i dati in sito; quest’attività ha permesso lo sviluppo di prodotti, metodi e procedure che hanno migliorato le capacità del sistema nazionale di allertamento e di risposta all’emergenza. I risultati da questo primo monitoraggio interferometrico sono disponibili per l’intero Sistema Nazionale di Protezione Civile attraverso il Dipartimento della Protezione Civile, impegnato nel coordinamento della gestione dell’emergenza.

L’esperienza giapponese è  fondamentale per le situazioni a rischio che ormai interessano da molto l’Italia è,  in particolare, la dorsale appenninica: l’Ambasciata del Giappone in Italia attraverso l’Ambasciatore Kazuyoshi    Umemoto e il Consolato di Napoli guidato dal Console Generale Alberto Carotenuto, hanno tra i primi espresso il profondo cordoglio per quanti hanno perso la vita nel terremoto che ha colpito l’Italia centrale il 24 agosto, e una sentita vicinanza ai loro cari, auspicando altresì la più pronta ripresa di quanti sono rimasti feriti: ” Nel 2011 il nostro Paese fu colpito dal Grande Terremoto del Giappone Orientale subendo enormi danni causati dal terremoto e dallo tsunami. In noi giapponesi è ancora vivo il ricordo del grande sostegno ricevuto in quell’occasione da parte di tutto il popolo italiano. L’Ambasciata ha avviato un’azione di promozione delle donazioni, affinché la comunità giapponese in Italia nel suo complesso, anche in segno di riconoscenza dell’aiuto ricevuto a suo tempo, mostri vicinanza alle popolazioni colpite, offrendo il proprio supporto. Quest’anno, in cui ricorre il 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, sin dall’inizio dell’anno si sono svolti moltissimi interscambi in diverse località italiane e giapponesi in vista di un ulteriore rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi. E’ nostra intenzione sollecitare anche la collaborazione di tutti coloro che partecipano a tali eventi. Il nostro costante impegno è volto a rendere sempre più forti e duraturi i legami “.

In questi giorni tristi per il terremoto del centro Italia, il compartimento delle imprese campane che hanno alta esperienza nel settore antisismico, si è  mosso  in maniera concordata con la Protezione Civile, per fare qualcosa di efficiente ed efficace:  CNA Costruzioni Campania ha ufficialmente comunicato alla Protezione Civile Nazionale la propria piena disponibilità ad inviare uomini e mezzi di imprese altamente specializzate, nelle zone colpite questa notte dal sisma nel centro Italia, al fine di rimuovere più sollecitamente le macerie ed accelerare le procedure di soccorso. «Il coordinamento interprovinciale di CNA Costruzioni Campania – commenta il presidente, Antonio Lombardi – è stato tra le prime realtà associative ad attivarsi, sollecitando diverse imprese che hanno maturato una significativa esperienza nel settore. Attendiamo un segnale dalla Protezione Civile Nazionale per convogliare, nei luoghi che ci verranno indicati, le nostre risorse umane e i nostri mezzi. Voglio perciò ringraziare tutte le imprese associate, e i loro operai, che nonostante il periodo ancora feriale hanno dato un immediato riscontro alla richiesta di aiuto che veniva dalle regioni colpite dal terremoto».

CNA Costruzioni nelle prossime settimane solleciterà inoltre interventi legislativi affinché si attivi un programma straordinario di messa in sicurezza antisismica degli edifici, a partire dalle strutture pubbliche. «Nel mentre si discute dei pur importantissimi incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie – commenta il presidente Lombardi – è sempre più avvertita la necessità di integrare queste strategie con un progetto incisivo di medio termine per l’adeguamento sismico di un patrimonio edilizio vetusto e insicuro. Bisogna sostenere, con forti incentivi fiscali, l’adeguamento antisismico e la verifica periodica strutturale degli edifici e, nel contempo, promuovere strumenti come la rottamazione per la demolizione degli stabili più pericolosi». «Un territorio ad elevato rischio sismico come il nostro – conclude il presidente Lombardi – non può pagare tributi periodici così pesanti in termini di vite umane e di ricostruzione. Occorre che la politica assuma scelte coraggiose ed efficaci, come ha fatto in passato il Giappone, dove eventi sismici anche più gravi e più frequenti, non producono effetti così devastanti». 

La strategia di adoperare il know how giapponese in materia terremoti , proviene quindi dalla lunga distanza nella quale tale Paese si trova come innovazione, pur condividendo  con l’Italia la fragilità delle faglie che ‘sostengono’ città e villaggi. L’Arcipelago nipponico, affacciandosi sull’intersezione tra la placca asiatica e quella del Pacifico, all’interno della cosiddetta ‘cintura di fuoco’, è soggetto a eventi quasi giornalieri, talvolta con una forza distruttiva spaventosa: basti pensare al terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011, nono grado della scala Richter e oltre 15 mila morti. Il  professor Yoshiteru Murosaki, 73 anni, ingegnere, docente emerito all’Università di Kobe, ordinario alla Kwansei Gakuin e direttore dell’Istituto per la prevenzione dei disastri , su una nota testata ha sottolineato che la maggior parte delle vittime fu causata dall’onda di marea, non dai crolli. Questo perché  nelle province molte case hanno strutture in legno, quindi più elastiche, nonché  per l’esperienza che ha portato a costruire rispettando severi criteri antisismici.