“Il Sud si sente sfruttato e saccheggiato. I sentimenti che provano i meridionali sono rabbia, risentimento, disgusto, ansia. E c’è tanta voglia di cambiare, a patto che i mutamenti siano forti, decisi, netti”. Ecco in sintesi il risultato di un sondaggio Swg, società di analisi demoscopiche di Trieste, ripreso da Marco Esposito sul Mattino del 17 agosto. Che aggiunge: “Non si ha timore di evocare la parola «rivoluzione» anzi, la auspica il 51% contro il 39% del Centronord…”.
Viene quindi naturale la metafora della «polveriera pronta a esplodere” e di un «livello di esasperazione al calor bianco». E qui la rabbia non si scarica contro l’immigrato, come accade per lo più nel Centro Nord, ma la vecchia classe politica sia locale
sia nazionale che ha «bloccato, fermato, ma, soprattutto, sfruttato e saccheggiato a proprio vantaggio il Mezzogiorno».
Ed ecco invece le priorità individuate:
- Maggiori investimenti da parte dello Stato
- Una nuova classe politica nelle amministrazioni locali meridionali
- Maggiore senso di legalità dei suoi cittadini». U
“L’ obiettivo dei cittadini del Sud – rileva il giornalista riportando quanto scrive in chiusura di rapporto la Swg – è incanalare la rabbia in un’azione positiva”. E cioè:
1. Licenziare (appena ne capita l’occasione) le vecchie classi dirigenti
2. Dare il potere a chi appare in grado di garantire la rottamazione o il cambio radicale rispetto alle vecchie élite.