Rialzo dei tassi a settembre? Stasera i verbali Fomc

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Il punto della mattinata. Il Ftse Mib segna -1.33%, il Ftse Italia All-Share -1.38%, il Ftse Italia Mid Cap -1.25%, il Ftse Italia Star -0.93%.

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,1%. Sopra la parità il Cac40 di Parigi (+0,05%) e il Ftse100 di Londra (+0,1%).

Tokyo in recupero con il Nikkei 225 che chiude a +0,90% dopo il -1,62% della seduta precedente. Borse cinesi poco mosse: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -0,15%, l’Hang Seng di Hong Kong al momento segna -0,2% circa.

Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,1% circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,55%, Nasdaq Composite -0,66%, Dow Jones Industrial -0,45%.

Euro sotto il massimo da fine giugno contro dollaro raggiunto ieri a 1,1322. EUR/USD al momento tratta a 1,1265 circa.

Mercati obbligazionari eurozona stabili. Il rendimento del Bund decennale è invariato a -0,05%, così come quello del BTP all’1,10%. Lo spread è fermo a 115 bp.

Petroliferi in flessione a causa del leggero calo del greggio dai massimi da luglio toccati ieri sera: il future sul Brent (contratto ottobre) segna ora 48,80 $/barile (da 49,36), quello sul WTI (settembre) 46,30 (da 46,73) $/barile.

Borse asiatiche
Seduta contrastata per i mercati asiatici in scia alle perdite registrate martedì da Wall Street.

Lo yen perde quasi mezzo punto percentuale dopo essere sceso sotto quota 100 sul dollaro per la seconda volta quest’anno proprio martedì. 
Rappresentanti del governo di Tokyo hanno “minacciato” interventi nel caso che la valuta nipponica continui rafforzarsi, frenando l’export delle aziende giapponesi. Il risultato è stato un progresso dello 0,90% per il Nikkei 225 (leggermente meglio ha fatto l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,97%). 
Seduta in declino, invece, per Seoul: il Kospi chiude infatti con un calo dello 0,40% al termine degli scambi.

In Cina i riflettori sono puntati sulle dichiarazioni del governo di Pechino che ha di fatto approvato la misura, attesa da tempo, che collegherà direttamente le piazze di Hong Kong e Shenzhen.

Come già fatto nel 2014 con Shanghai, ma su scala più ampia, il collegamento con Hong Kong (territorio cinese ma con una rilevante autonomia, soprattutto finanziaria) permetterà agli investitori esteri di accedere più facilmente ai titoli scambiati a Shenzhen. I preparativi per l’innovazione sono “sostanzialmente ultimati”, ha comunicato il governo di Pechino, e il collegamento tra le due piazze dovrebbe essere ufficialmente lanciato per Natale, ha dichiarato Charles Li, chief executive di Hong Kong Exchanges and Clearing.

Notizia che come primo effetto ha portato volatilità sui mercati cinesi. A beneficiarne, ovviamente, è stato lo Shenzhen Composite, in progresso di circa lo 0,50% a meno di un’ora dalla chiusura. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono invece in altalena, intorno alla parità. Performance leggermente migliore per Hong Kong: l’Hang Seng guadagna infatti circa lo 0,30% (in positivo, ma maggiormente allineato a Shanghai, è invece l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

A fronte di una seduta contrastata anche per le materie prime, Sydney è registrata intorno alla parità e l’S&P/ASX 200 chiude con un guadagno limitato allo 0,05% al traino di Bhp Billiton che rimbalza di oltre il 3% (martedì a Londra aveva guadagnato lo 0,67%) nonostante il rosso record di 6,4 miliardi di dollari registrato nell’esercizio chiuso a fine giugno.

 

Borsa Usa
La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta in calo dopo i record di lunedì. Il Dow Jones ha perso lo 0,45%, l’S&P 500 lo 0,55% e il Nasdaq Composite lo 0,66%.

Wall Street ha mal digerito le parole di un membro della Federal Reserve. William Dudley, presidente della Fed di New York, ha detto che la Banca centrale americana potrebbe aumentare il costo del denaro già a settembre.

A luglio l’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato su base mensile, dopo il progresso dello 0,2% registrato in giugno e contro lo 0,1% d’incremento stimato dagli economisti. Su base annua la lettura è per una crescita dello 0,8% in declino rispetto al progresso dell’1,0% di giugno e contro lo 0,9% del consensus.

L’indice core (al netto di energia e alimentari) è invece aumentato dello 0,1% mensile, contro lo 0,2% atteso per una lettura invariata rispetto a giugno, e del 2,2% annuo (2,3% il dato di giugno e il consensus).

Nel mese di luglio le licenze edilizie si sono attestate a 1,152 milioni, contro gli 1,153 milioni di giugno e attese degli economisti per una lettura a 1,16 milioni. Su base mensile la variazione è stata pari a un declino dello 0,1% contro il progresso dell’1,5% di giugno e l’incremento dello 0,6% del consensus.

I nuovi cantieri hanno registrato una crescita mensile del 2,1% in luglio a 1,21 milioni di unità su base annuale, contro gli 1,18 milioni del consensus. Il dato è in rallentamento rispetto al progresso del 5,1% segnato in giugno ma si confronta con il declino dello 0,8% stimato dagli economisti. A luglio la produzione industriale ha registrato un progresso mensile dello 0,7% contro lo 0,4% di giugno e lo 0,3% atteso dagli economisti. 

La produzione manifatturiera è invece cresciuta dello 0,5% contro lo 0,3% del consensus che stimava una lettura invariata rispetto a giugno.

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 17 Agosto 2016

10:30 GB Tasso di disoccupazione giu;

10:30 GB Variazione richieste sussidi disoccupazione lug;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;

19:00 USA Intervento Bullard (Fed, FOMC);

20:00 USA Verbali FOMC.