Ordine degli Avvocati di Napoli: eletti i nuovi 14 componenti del Comitato Pari Opportunità

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Favorire l’accesso alla libera professione, formazione e qualificazione di tutti gli avvocati e praticanti, prevenire e contrastare comportamenti discriminatori e offrire pari opportunità a tutti gli iscritti all’albo degli Avvocati. E’ con questi compiti che nel 2013 vengono istituiti dal Consiglio Nazionale Forense i Comitati per le Pari Opportunità dei singoli ordini territoriali, secondo quanto previsto dalla “Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense” (Legge n. 247/12) e con l’obiettivo di promuovere politiche di pari opportunità e parità di genere in una professione che si tinge sempre più di rosa. Le donne avvocato sono, infatti, oltre 105mila, pari al 46% del totale degli iscritti all’albo, mentre le praticanti hanno raggiunto una percentuale del 59%.

Ciononostante sono ancora troppo evidenti la differenze in particolare quelle legate ai redditi tra uomini e donne avvocato, le quali guadagnano mediamente il 40% in meno dei loro colleghi. Nell’anno 2014 le professioniste hanno dichiarato, in media, circa 22mila euro per il reddito professionale ai fini Irpef e 30mila euro per il volume d’affari, contro rispettivamente 51mila euro per l’Irpef e 81mila euro per l’Iva dichiarati dagli avvocati.

E’ quanto emerge dai dati contenuti nel rapporto della Cassa forense relativo all’anno 2015, che ha fotografato la condizione, anche finanziaria, dei legali iscritti, oltre 240 mila in Italia. Altro dato preoccupante è legato alla situazione degli avvocati giovani. In particolare, gli under 30 hanno dichiarato nel 2014 meno di 10mila euro l’anno di reddito Irpef, tra i 30 e i 34 anni meno di 14 mila euro, entro i 40 anni di età poco più di 20 mila euro e tra i 40 e i 44 anni la media è di 29.300 euro l’anno di reddito.

Compito del Comitato è quindi intraprendere, anche attraverso pareri consultivi diretti agli Ordini e alle singole commissioni, ogni attività utile a favorire e diffondere la cultura della parità e dell’uguaglianza tra professionisti, valorizzando le differenze e prevenendo e contrastando qualsiasi comportamento discriminatorio.

Un tema sempre molto attuale e sentito, come dimostrano gli oltre 2700 avvocati che lo scorso 27 e 28 giugno si sono recati alle urne, allestite all’interno del Tribunale di Napoli, per eleggere i 14 membri del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Napoli per il quadriennio 2016-2019.

I neo eletti, cinque uomini e nove donne, proclamati il 1° luglio sono: Carmine Foreste, Barbara Berardi, Luigi Riccitiello, Fabrizia Krogh, Maria Grazia Petrone, Letterio Oteri, Lucia Pavone, Manuela Palombi, Ennio Schiavone, Emilia Dorio, Loredana Capocelli, Antonia Romano, Daniela Farone e Giuseppe Aulino.

Il più giovane e più votato, con 671 voti, è stato Carmine Foreste, 29enne, avvocato penalista partenopeo, presidente dell’Associazione Alpha Lawyers, che da anni si batte al fianco dei colleghi per offrire opportunità di crescita professionale e supporto nell’avvio della professione di avvocato, in un’epoca in cui tanti giovani sono costretti a spostarsi al nord o a espatriare per “sbarcare il lunario”.

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Nella intervista che segue abbiamo approfondito le motivazioni alla base della sua candidatura e gli obiettivi che si prefigge di portare avanti all’interno del Comitato Pari Opportunità nei prossimi quattro anni.

Avvocato Foreste, anzitutto complimenti per l’elezione e per l’ottimo risultato personale. Ci può dire come nasce la sua voglia di candidarsi al Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Napoli?

Grazie. La mia candidatura nasce da una forte propensione all’impegno a favore della mia categoria professionale, maturata a partire dalla pratica forense. Consapevole che è necessario rimboccarsi le maniche, ho manifestato il desiderio di candidarmi per poter dare il mio contributo su un piano istituzionale. Il risultato ottenuto rappresenta solo un punto di partenza.

Quale sarà il suo approccio come componente del Comitato?

Immenso è l’onore e grande è la voglia di lavorare per espletare al meglio le mie funzioni di componente del CPO in raccordo con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli presieduto egregiamente dall’avv. Armando Rossi. E rispetto a chi ritiene che concetto di pari opportunità sia da sviluppare unicamente in termini di genere, il mio obiettivo è anche quello di rappresentare le istanze dei giovani in un contesto di pari opportunità. Allo stato i giovani rappresentano una categoria che necessita di tutela rispetto ad un contesto professionale caratterizzato da numerose momenti altamente discriminatori.

Come interpreta il risultato ottenuto?

L’esito di queste elezioni a mio avviso ha un duplice significato. Il primo rispecchia la generale esigenza della nostra società di poter contare sulle nuove leve. Il secondo, a mio avviso il più rilevante, è che se i giovani lavorano con determinazione e credono in ciò che fanno premia possono raggiungere qualsiasi risultato. Le potenzialità e le risorse dei giovani sono enormi, l’unico gap è la sfiducia e la mancanza di tempo da poter dedicare alla soluzione dei problemi della categoria. Credo che siamo nel pieno di un’epoca storica in cui bisogna dare voce a quella “forza silente” rappresentata dai giovani.

Ci illustra i passi del suo impegno associativo che, nonostante la giovane età, la vede da anni attivo nel mondo dell’avvocatura.

La mia esperienza associativa ha inizio con la carica di consigliere della Associazione Luigi Palumbo, operante nel territorio della ex sezione distaccata di Marano di Napoli. Successivamente, l’impegno è diventato sempre più intenso, prima con la costituzione della Associazione Alpha Lawyers e dopo con l’assunzione della carica di presidente della stessa associazione. L’Alpha, associazione forense di giovani avvocati, nasce con l’intento di costituire un punto di riferimento per i giovani avvocati e di  stimolare  lo spirito aggregativo degli stessi. L’associazione, particolarmente attenta alla formazione, ha organizzato numerosi eventi formativi come quelli sul Processo Civile Telematico, sulle A.D.R., sugli Organismi di Composizione della Crisi, sul delicato binomio “Processo Mediatico e rocesso Penale”, sulla figura del minore vittima di reato, sulla  sospensione del processo e la messa alla prova dell’imputato. Tra i prossimi impegni associativi rileva il corso intensivo per l’esame di abilitazione alla professione di avvocato, organizzato con Camera Penale, Camera Civile, Aiga sez Napoli, Ugc, Nuovi Penalisti e con l’Ass.ne Piero Calamandrei, che sarà inaugurato il prossimo 15 settembre. Mi preme sottolineare anche l’impegno nel sociale dell’associazione da ultimo con il sostegno dei bambini della ONLUS “A Voce d’è Creature” di Don Luigi Merola.

In qualità di giovane avvocato, ci dà il suo punto di vista sulla professione, soprattutto pensando ai suoi colleghi coetanei?

L’epoca storica che stiamo vivendo è particolarmente critica per la nostra professione, tanto che tali situazione si riversa in maniera amplificata sui giovani avvocati. Alcuni nodi cruciali sono rappresentati da una tassazione troppo alta, da un sistema previdenziale obbligatorio fondato su parametri che prescindono dal reddito, nonché da un sistema di accesso alla professione che andrebbe rivisto partendo, a mio avviso, dalla razionalizzazione dei piani di studio universitari. Sono dell’opinione che se si vuole costruire una solida struttura, bisogna cominciare dalle fondamenta.

In conclusione cosa auspica per il futuro?

Auspico che questo sia un periodo di transizione, il più breve possibile e senz’altro lo sarà se si acquisisce la consapevolezza dei numeri – circa 247.000 avvocati in Italia – e se si abbandona quell’approccio individualista, quantomeno con riferimento ai problemi condivisi. Sono sicuro che i giovani saranno determinanti per questo cambiamento, consapevoli del fatto che bisogna  abbandonare quella visione delle cose attendista, “il futuro nasce dal presente”.

 

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