Zootecnica, Blue Tongue mette a rischio 9mila aziende campane

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In Campania è in atto un’infezione di blue tongue tra gli ovini ed i caprini e finalmente si muovono le istituzioni. Scatta l’allarme per le oltre 8900 aziende zootecniche stanziate per lo più nelle aree interne e montuose della Regione e forti di un patrimonio zootecnico di circa 290mila capi.
Da settimane la febbre catarrale degli ovini sta colpendo interi allevamenti in tutta la Campania, mentre in un primo momento vi erano segnalazioni solo sui territori delle province di Avellino, Benevento e Salerno.
E al danno rappresentato dalla malattia e dalla morte degli animali, si aggiungeva anche la gravissima condizione di incertezza degli allevatori, lasciati senza precise risposte dalle istituzioni.
Allo stato le denunce per blue tongue sono attestate già oltre i 70 casi, ma sarebbero in realtà molti di più, a causa della paura degli allevatori di denunciarli. Frangente che impedisce oggi alla Campania di essere considerata zona infetta e di ricevere le provvidenze del caso da Roma.
Il presidente della Commissione agricoltura del Consiglio regionale per la Campania, Maurizio Petracca, ha proposto l’istituzione di un Tavolo regionale permanente per il monitoraggio della zoonosi.
La Cia Campania, che parla apertamente di epidemia già in atto, ha ottenuto rassicurazioni sulla possibilità di indennizzo al 60% del valore dell’attività di smaltimento degli animali morti, e la conferma della possibilità di movimentazione degli animali in ambiti omogenei con lo stesso sierotipo.
Il presidente della Cia Campania, Alessandro Mastrocinque, prevede una probabile vaccinazione di massa entro il prossimo febbraio, per prevenire l’ulteriore diffondersi dell’epidemia nel corso della prossima stagione calda.