David Gilmour e Elton John a Pompei? C’è chi dice no

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Grandi eventi sì, ma non a ogni costo. Perché agli Scavi di Pompei “il problema è stabilire quali sono le priorità”. E le priorità per l’architetto Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio patrimonio culturale, una vita dedicata alla città risorta dalle ceneri sotto cui era stata seppellita dal Vesuvio, ce le ha ben chiare.

Antonio IrlandoPresidente Irlando, sono i giorni dei grande eventi a Pompei, dei concerti di David Gilmour ed Elton John nell’anfiteatro. Negli scavi è entrata la macchina dello show-business con i suoi tir e i suoi grandi allestimenti.

Qui non si tratta di fare la gara a chi è pro e chi è contro né di irrigidirsi in stupidi integralismi. Ma è necessario ragionare seriamente e stabilire quali sono le priorità. Davvero gli Scavi hanno bisogno di questo? I tir tra le domus e le strade della città archeologica, allestimenti spettacolari all’interno dell’anfiteatro. C’è da chiedersi se tutto questo faccia bene a Pompei, domandarsi veramente quali sono le principali cose da fare.

 

E quali sono le principali cose da fare?

Pompei è talmente straordinaria che non ha bisogno di operazioni di immagine. Attrae talmente tanti di quei turisti che non è un concerto di una grande rockstar a darle lustro. Semmai è il contrario: è Pompei a fornire una cornice unica a chi viene qui. La strada maestra è valorizzare al meglio questo straordinario tesoro unico al mondo. Semplicemente

rispettandolo, così come ci è stato donato dal passato.

 

Il Live at Pompeii del ’71 era molto diverso dagli spettacoli di questi giorni.

Proprio così. Il concerto a cui sono stati ispirati gli show di Gilmour era qualcosa di molto diverso da ciò che vediamo oggi. Lì c’è un vero dialogo fra arte contemporanea e il nostro passato. I Pink Floyd entrarono con rispetto nell’anfiteatro, senza sovrastrutture. Solo con gli strumenti e tutto quanto bastava per realizzare qualcosa di tanto unico dal punto di vista musicale quanto rispettoso del luogo in cui si è svolto. Lo stesso rispetto non lo ravviso in ciò che accade in questi giorni.

 

Intanto l’anfiteatro è chiuso fino al 18 per i turisti.

Già. Penso a chi viene qui dai più disparati Paesi del mondo, magari per l’unica volta nella vita, e non può accedere in quello che è uno dei più importanti siti dell’antica Pompei. Ciò non è facilmente digeribile o giustificabile con la necessità di dare l’arena agli organizzatori degli spettacoli di Gilmour ed Elton John. Lo ripeto: qui si deve stabilire qual è la priorità, e le priorità non sono queste.

 

Il ministro Franceschini gongola per le cifre importanti in favore dei beni culturali ricavate dai concerti.

Io comprendo l’importanza di ottenere soldi per la cultura. È un tema fondamentale per il bene dei nostri monumenti. Ma anche qui c’è da ragionare: il fatto che una cosa mi garantisca introiti giustifica un utilizzo poco rispettoso di un bene così straordinario come l’anfiteatro? Allora la vera sfida è trovare soluzioni più consone, che garantiscano questo e quello.