Banche italiane, disco verde della Commissione Ue allo scudo protettivo

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Il punto. Il Ftse Mib segna un rialzo dello 0,15% (in rallentamento), il Ftse All Share uno dello 0,23% e il Ftse Italia Star uno dello 0,27 per cento. Contrastato l’andamento dei maggiori indici azionari europei durante i primi scambi. Il Dax guadagna lo 0,4%, il Cac 40 cede invece lo 0,27% e l’Ibex 35 lo 0,09 per cento. Il Ftse 100 britannico recupera lo 0,22 per cento. 

Euro ancora in calo sul dollaro: il cambio EUR/USD si riporta a 1,1099 con un calo dello 0,06 per cento. Rimane sotto sorveglianza speciale la sterlina che si deprezza ancora sulle maggiori valute con un calo dello 0,09% sull’euro, dello 0,21% sullo yen, ma con un rialzo dello 0,08% sul dollaro.
Continua il dibattito sul Brexit. Ieri il governatore della Banca d’Inghilterra (Boe), Mark Carney, ha confermato che l’uscita dall’Ue potrebbe modificare notevolmente le prospettive di crescita (deterioratisi) e di inflazione, mentre la sterlina si è già notevolmente deprezzata. A parere del governatore il percorso di crescita dei tassi deciso in passato potrebbe essere messo a repentaglio e alcune manovre di stimolo monetario potrebbero rendersi necessarie durante l’estate.
Si discute anche in Europa. La Commissione Ue ha approvato uno schema di protezione delle banche italiane che prevederebbe, in caso di necessità, garanzie pubbliche sull’emissione di bond senior da parte di banche solvibili in caso di crisi di liquidità. Lo schema potrebbe valere circa 150 miliardi secondo alcune stime. 
Al contempo la Bce sta valutando l’opportunità o meno di alleggerire i vincoli sugli acquisti di bond (il quantitative easing Ue) e in particolare il cosiddetto “capital key” che limita la percentuale di bond acquistabili dalla Bce.
La reazione sui mercati obbligazionari è notevole con lo spread BTP/Bund che flette a 138 punti base. Il BTP decennale italiano segna un rendimento in calo di ben 11 punti base all’1,25% e il Bund tedesco ha uno yield pari a -0,13% in contrazione di un punto base.
Il settore bancario recupera con il Ftse Italia Banks che guadagna lo 0,88 per cento.

Borse asiatiche
A Tokyo il Nikkei 225 ha chiuso con un incremento dello 0,68% (performance simile per l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,60%). A sostenere gli scambi ha contribuito il leggero calo dello yen nei confronti del dollaro (mentre la divisa Usa è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a giovedì sul paniere delle altre valute e la sterlina è ancora in altalena dopo l’outlook pessimistico diffuso dalla Bank of England). Eppure i dati macroeconomici non hanno fornito indicazioni rialziste. L’inflazione è scesa allo 0,4% in maggio, mentre la spesa delle famiglie è calata a sorpresa. La lettura finale dell’indice Pmi del Giappone stilato da Markit/Nikkei relativa al mese di giugno evidenzia un progresso a 48,1 punti dai 47,8 punti preliminari e dai 47,7 punti di maggio (48,2 in aprile), livello più basso dal dicembre 2012. Ma la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione resta lontana. 
Meglio di Tokyo fa Seoul: il Kospi ha infatti guadagnato lo 0,86% al termine delle contrattazioni.
Non ci sono sorprese positive neanche per l’economia cinese. Il manifatturiero segna il quarto mese consecutivo di espansione (dopo sette mesi di fila in flessione), ma il dato si ferma proprio sulla soglia che separa crescita da contrazione. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, l’indice Pmi manifatturiero è calato in giugno a 50,0 punti dai 50,1 punti di aprile e maggio, in linea con il consensus. La lettura relativa al mese appena chiuso del Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Caixin si è invece attestata a 48,6 punti dai 49,2 punti attesi dagli economisti per una lettura invariata rispetto a maggio. Si tratta del sedicesimo mese consecutivo sotto alla soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione.

Hong Kong rimane chiusa per festività, in vista della chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono in progresso di circa lo 0,20% mentre scambia in flessione, seppure marginale, lo Shenzhen Composite. 
Chiude in positivo l’ottava anche Sydney: l’S&P/ASX 200 segna infatti un progresso dello 0,25% al termine degli scambi.

Borsa Usa
La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta, la terza consecutiva, in deciso rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,33%, l’S&P 500 l’1,36% e il Nasdaq Composite l’1,33%. I listini Usa hanno accelerato dopo le dichiarazioni del presidente dell Bank of England. Mark Carney ha parlato di possibili nuove misure a sostegno all’economia.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 24 giugno si sono attestate a 268 mila unità, superiori alle attese (267 mila) e al dato rilevato la settimana precedente (258 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,120 milioni, inferiore ai 2,150 milioni attesi. 
L’Indice PMI Chicago (attività manifatturiera) nel mese di giugno è cresciuto a 56,8 punti da 49,3 punti del mese precedente, risultando nettamente superiore alle attese degli addetti ai lavori, fissate su un indice pari a 50,7 punti.  

Italia
Ieri Piazza Affari ha archiviato con il segno più un’altra seduta caratterizzata da spiccata volatilità. L’indice Ftse Mib, in chiusura, ha segnato un progresso dell’1,57% a 16.197,78 punti. 
Segnali confortanti sono giunti dall’asta Btp. Il Ministero dell’economia ha collocato 2,5 miliardi di Btp a 10 anni a un rendimento lordo dell’1,35%, 7 punti base in meno rispetto all’asta precedente. Messi sul mercato anche Btp a 5 anni che hanno visto il rendimento scendere al nuovo minimo storico dello 0,33% (anche in questo caso ne sono stati assegnati 2,5 miliardi e il rendimento ha registrato un calo di 7 punti base).

Settore bancario sulle montagne russe, con diverse sospensioni al ribasso nella prima parte di giornata, complice ancora l’eco delle parole di Angela Merkel. La cancelliera tedesca ha escluso la possibilità di concedere una maggiore flessibilità ad alcuni Paesi e cambiare le regole sul settore bancario in Italia come conseguenza della Brexit. 
Nel corso della seduta Unicredit che nel pomeriggio ha ufficializzato la scelta di Jean Pierre Mustier per il ruolo di amministratore delegato, ha fortemente recuperato chiudendo con un +2,28% a 1,97 euro. 
Seduta difficile per Luxottica (-4,4%), che ha aggiornato i minimi dal 2014. Male anche Mediaset (-3,27%) che ha pagato la bocciatura arrivata da Bank of America Merrill Lynch la quale ha tagliato il rating del gruppo media milanese a “neutral” contro il precedente “buy”.

I dati macro attesi oggi
V
enerdì 1 LuglioTutto il Giorno Festa Hong Kong; 

01:30 JPY Consumi delle famiglie (Mag); 
01:30 JPY Inflazione (Mag); 
01:30 JPY Tasso di disoccupazione (Mag); 
01:50 JPY Indice Tankan (2° trim.); 
03:00 CNY Indice PMI manifatturiero (Giu); 
03:00 CNY PMI non Manifatturiero (Giu); 
03:45 CNY Manifatturiero PMI -Caixin (Giu); 
04:00 JPY Indice PMI manifatturiero (Giu); 
07:00 JPY Fiducia delle famiglie (Giu); 
09:00 EUR Variazione tasso disoccupazione Spagna; 
09:15 EUR Indice PMI manifatturiero Spagna (Giu); 
09:45 EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero italiano (Giu); 
09:50 EUR Indice PMI manifatturiero francesi (Giu); 
09:55 EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Giu); 
10:00 EUR Tasso mensile di disoccupazione italiano (Mag); 
10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (Giu); 
10:30 GBP Indice PMI manifatturiero (Giu); 
10:30 EUR Discorso Nowotny (BCE ); 
11:00 EUR Tasso di disoccupazione (Mag); 
15:45 USD Indice PMI manifatturiero (Giu); 
16:00 USD Spese costruzioni edili (Mag).