Imprese, rosa una su tre: il record ad Avellino e Benevento

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Aumenta l’incidenza delle imprenditrici donne sul totale che passa dal 29,9% al 30,3% in 5 anni. Ed e’ boom nel terziario dove fanno impresa 7 imprenditrici su 10 che resistono meglio degli uomini alla contrazione della base imprenditoriale. È quanto emerge da una ricerca Censis presentata durante il Terzo Forum Terziario Donna Confcommercio- Imprese per l’Italia aperto da Carlo Sangalli, presidente Carlo Sangalli. Presenti la presidente della Camera Laura Boldrini e il ministro agli Affari regionali con delega alla Famiglia Enrico Costa. I dati rivelano che le imprenditrici straniere rappresentano il 9,6% del totale. Dal 2010 titolari e soci di imprese passano da 4 milioni 475 mila a 4 milioni 192 mila del 2015, registrando un’emorragia di oltre 205 mila unita’ (pari al -6,3%). In questo contesto di generale contrazione, le donne hanno una migliore capacita’ di resistenza che trova conferma nel numero inferiore di perdite, sia in termini assoluti (-69.000 imprenditrici tra il 2010 e il 2015) che relativi (-5,1%). Cio’ determina anche una crescita del livello di femminilizzazione della nostra imprenditoria: l’incidenza e’ infatti passata dal 29,9% del 2010 al 30,3% del 2015. L’analisi territoriale presenta una situazione piuttosto omogenea.

I dati provinciali
L’incidenza delle imprese femminili sul totale rimane all’interno di un campo di variazione minimo, che va dal 29,5% del Nord-Est al 31,3% del Centro. Analogamente, per tutte le aree si nota un moderato aumento della presenza di imprenditrici donne nel periodo 2010-2015: 30,4% nel Nord-Ovest (+0,5%), 29,5% nel Nord-Est (+1%) e 31,3% nel Centro (+0,3%). Fanno eccezione il Sud e le isole, fermi al 30,1%. Cio’ nonostante, fra le piu’ importanti province che si attestano sopra la media nazionale come quota di imprenditrici donne, la stragrande maggioranza si trova nel Centro-Sud, con Avellino (38,3%) e Benevento (37,2%) rispettivamente prima e seconda, seguite da Frosinone (37,1%), Grosseto (36,4%), Isernia (36,2%), La Spezia (35,1%) e Chieti (35%). Piu’ nello specifico, i comparti del terziario a maggior incidenza di imprese femminili sono quelli relativi a sanita’ e assistenza sociale (58,3% sul totale) e all’istruzione (44%), settori in cui le donne sono storicamente piu’ presenti. Ma non mancano tendenze interessanti che lasciano trasparire un certo fermento anche in ambiti dove per molto tempo la presenza di imprenditrici e’ stata esile.

Boom nel campo assicurativo e finanziario
Dal 2010 al 2015 cresce la numerosita’ nel campo assicurativo e finanziario (+7,6%) cosi’ come in quello dei servizi di supporto alle imprese (+5,7%) senza trascurare l’attivita’ immobiliari, con un aumento del 3.5%. Capitolo apporto imprenditoria straniera. Dai dati Censis emerge che la resistenza del tessuto imprenditoriale femminile non sarebbe la stessa senza l’apporto delle donne straniere, che costituiscono ormai il 9,6% delle imprenditrici. Fra esse e’ schiacciante la presenza di donne cinesi (20,3%), cui seguono le romene (9,9%), le marocchine (6,8%), le svizzere (5,8%) e le tedesche (5,1%). Tale fenomeno e’ piu’ diffuso nelle regioni del Centro-Nord, dove spicca il primato della Lombardia con il 16,1% di imprese straniere sul totale di quelle femminili. Cio’ nondimeno anche in alcuni contesti del Mezzogiorno cresce il loro contributo, con Reggio Calabria e Napoli a farla da padrone (rispettivamente +51% e +42,3% nel periodo 2010-2015). Tale fenomeno e’ piu’ diffuso nelle regioni del Centro-Nord, dove spicca il primato della Lombardia con il 16,1% di imprese straniere sul totale di quelle femminili. Cio’ nondimeno anche in alcuni contesti del Mezzogiorno cresce il loro contributo, con Reggio Calabria e Napoli a farla da padrone (rispettivamente +51% e +42,3% nel periodo 2010-2015).