Roberti: Fiducia e verità per sconfiggere la paura

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Chiare, trasparenti, semplici. Così devono essere le leggi secondo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti alla presentazione napoletana (Studi Filosofici) del suo ultimo libro “Il contrariodella paura” che sta incontrando, come dicono gli addetti ai lavori, un meritato successo di critica e di pubblico.

Da qui, da leggi semplici trasparenti e chiare, parte la legalità. Ossia la volontà-capacità dei cittadini di rispettarle perché, appunto, rispettabili nel doppio significato di comprensibili e accettabili da un lato e degne di rispetto dall’altro perché fondate sul consenso e non calate dall’alto o interpretabili a piacere.

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Leggi rispettabili, perché rispondenti ai requisiti descritti, possono contribuire a formare una diffusa coscienza civile e un’opinione pubblica informata; dunque in grado di discernere tra il bene e il male, il lecito e l’illecito, il giusto e lo sbagliato. In una cornice di trasparenza che è l’unico antidoto all’inganno.

Roberti parla a più riprese di fiducia e verità senza le quali non è possibile fondare una società cooperante e per questo tesa al miglioramento di se stessa e al soddisfacimento dei bisogni dei suoi attori. Impegno e rispetto vanno meritati e lo Stato deve dare il buon esempio. Dare prima di chiedere.

Per differenza, tutto quello che non risponde alle caratteristiche indicate può inevitabilmente generare l’effetto opposto. E quindi sfiducia, menzogna, opacità di comportamento, disimpegno, nascondimento. Piuttosto che figurarsi di essere protetti e difesi dallo Stato, gli individui se ne sentono minacciati.

Troppe regole, di ogni ordine e grado, grandi e piccole, oscure, opinabili, diversamente interpretabili, avvertite come arbitrarie, usate come clave coi nemici e con indulgenza con gli amici, strumenti di vendetta personale e politica, creano un solco invalicabile tra chi amministra e la gran massa degli amministrati.

Si spiegano così la crescente disaffezione dei cittadini elettori che non vanno a votare, la voglia di evasione dei cittadini contribuenti che cercano di non farsi vedere dal fisco, i tentativi di forzare la burocrazia dei cittadini utenti (imprenditori e famiglie) che tollerano sempre meno lentezze e divieti montati ad arte.

Un patto, un nuovo patto tra lo Stato e gli italiani andrebbe riscritto e fondato sui principi semplici e condivisibili messi per iscritto da uno dei più autorevoli esponenti del sistema giudiziario nazionale che mostra di vedere e di capire laddove la stragrande maggioranza di una classe non più dirigente appare cieca e sorda.