Un uomo ispirato da tutto, Sciabbarrasi racconta Pino Daniele

 

Fabiola Sciabbarasi, modella di professione protagonista di una lunga fiaba d’amore con una leggenda della musica internazionale: Pino Daniele.

Fabiola  Sciabbarrasi, il suo primo incontro con Pino Daniele?
Ci  incontrammo a casa di un carissimo amico comune di nome Massimo Troisi. Pino e Massimo erano da tempo in grande sinergia sia in privato che professionalmente, impegnati in tante collaborazioni. Ricordo che quella sera ci fu una cena molto easy e io e Pino provenivamo entrambi da  fallimenti sentimentali; pertanto tra noi inizialmente nacque una forte empatia, basata soprattutto su una condivisione di problematiche similari. Io sono sempre stata un’onnivora musicale esterofila ma non  conoscevo nulla  del suo repertorio se non il brano “Quando” che aveva composto in quel periodo per il film di Troisi “Speravo che fosse amore, invece era un calesse”.
Chi di voi  ha compiuto il primo passo?
Pino; fu lui a telefonare estorcendo il mio numero da un nostro amico comune di nome Antonio. Siamo rimasti amici per diverso tempo, ci siamo studiati a vicenda per quasi due anni, fino a quando un giorno abbiamo capito che ciò che ci teneva così uniti era un sentimento ben diverso dalla pura amicizia.
Quali sono gli elementi su cui  avete costruito un’ unione felice e duratura?
Il modo di considerare e vivere la famiglia in maniera assolutista, il senso di protezione verso i propri cari, l’ironia nell’affrontare anche le situazioni più disagiate. Io e Pino ci completavamo molto a vicenda;  lui spesso mi diceva “Fabiola, tu sei la parte buona di me”, vantando  un temperamento molto impetuoso. Io ero per lui  come l“’acquasanta” sul fuoco , dovendo sedare puntualmente la sua irruenza tipica della gente del sud.
Quando il maestro componeva la coinvolgeva?
Sempre, Pino componeva H 24, era una fucina di  musica e di testi, traeva ispirazione da tutto, anche le situazioni più disparate lo attraevano. Lui era ispirato dalla stessa vita, da tutto ciò che ci circondava.
La canzone alla quale è più legata?
Di certo “Quando” che è stato il bridge del nostro legame, ma adoro anche tanti altri pezzi come “Senz’e te , “In questo immenso”, “Io per lei”, “Che male c’è”, brani che hanno un indotto di grande pathos , meno commerciali.
Sara, Sofia, Francesco: Tre bellissimi figli in comune; com’era come papà?
Potrei  quasi definirlo un padre talebano, estremista nei sentimenti , assolutista; soprattutto  con le ragazze Sara e Sofia in crescita, era molto geloso e protettivo, ma era una papà che si godeva i figli  nell’intimità, nel loro habitat naturale. Pino era molto accentratore di amore e di affetto. 

Steve Wonder compose un brano alla nascita della figlia, Pino Daniele scrisse “Sara”
La nascita di Sara è stata vissuta da Pino con gioia immensa, era la figlia della maturità dei 40 anni , e quando la bambina aveva quasi due anni compose un pezzo dedicato a lei e con il suo nome.
Pino Daniele, un genio molto schivo che rifuggiva  dai riflettori.
E’ così; al di là della sua scelta di vivere in maniera riservata , c’è da dire che lui era  caratterialmente un uomo molto timido, riservato, ma al tempo stesso nel privato esprimeva una grande solarità, era una persona divertente, a volte quasi un giullare, non era affatto misantropo ed amava ricevere  amici selezionatissimi  in casa  nostra dove le maschere  non venivano mai indossate.
Un episodio divertente  della vostra vita comune?
Pino era dotato di un grande senso di ironia; una cosa su cui ridevamo spesso era che lui era ipovedente ovvero  affetto da una patologia congenita alla vista; pertanto, ogni volta che entravamo in un posto, per paura di scambiare le persone, salutando alcune anziché altre, si fermava dicendomi “Amore, aiutami a capire chi c’è qui dentro”. Un episodio assolutamente divertente fu quando un giorno mi raggiunse in un centro medico  ed appena arrivò abbracciò una ragazza credendo che fossi io.
E finalmente arrivò il giorno delle nozze.
Sì organizzammo tutto in un mese; avevamo già le due bambine  Sara e Sofia. Ci siamo sposati a Nepi in una piccola chiesa, senza alcun tipo di glamour in assoluta semplicità, secondo il nostro stile di vita. Ricordo che Pino arrivò in chiesa tenendo per mano Sara ed in braccio Sofia, fu un momento indimenticabile.
La vita familiare  senza  la sua presenza terrena?
Noi non parliamo mai di Pino al passato, non ci si abitua mai a vivere senza una presenza così dominante , a contenere un dolore così forte. Cerchiamo di vivere  con una certa filosofia  nella tragedia, rassicurati dalla convinzione  che lui continua ad esserci accanto nella spiritualità. Siamo credenti ed io e i miei figli abbiamo la consapevolezza di essere stati fortunati poiché ciò che lui ci ha lasciato è eterno. Oltre al patrimonio umano ed  artistico, ci ha trasmesso la capacità di superare qualunque avversità; Pino era un uomo caparbio ed ha donato ai figli la forza di non mollare mai con la consapevolezza che  perseverando con l’amore cercando di raggiungere un obbiettivo, prima o poi lo si consegue, la vita stessa ti riserva ciò che stai cercando, secondo i dettami del Karma. Pino  si sedeva molto ad aspettare, nonostante la sua frenesia. Ha saputo attendere quella che lui definiva “la grande occasione della mia vita”, suonare sul palcoscenico con Eric Clapton e ci è riuscito.
Ci parli dell’incontro con Clapton.
Assolutamente memorabile e commovente al tempo stesso, specialmente quando Eric vide mio figlio Francesco che somigliava moltissimo al suo bambino Connor morto tragicamente a 6 anni.  
Signora Sciarrabbasi, oggi lei è una donna molto impegnata nel sociale.
Sì,  partecipo da 5 anni con la mia grande amica Lorella Cuccarini ai progetti di “Trenta Ore per la vita”, una fondazione di cui Lorella è l’ideatrice e la Presidente; sono particolarmente sensibile alle istanze dei bimbi disagiati ed in tale direzione sto promuovendo alcune  iniziative con Save the Children e Operation Smile di cui è presidente Santo Versace.
“Napul è mille colori”; i colori di Pino Daniele?
L’ azzurro come il mare, che lui amava tanto, lui respirava il mare ed il rosso come la passione, la stessa vita. Pino, spesso mi diceva “Se mai un giorno dovesse accadermi qualcosa portami là, in riva al mare”.