Mercato del lavoro, luci e ombre dai dati trimestrali

54
Proponiamo di seguito l’analisi di Paolo Mameli, Senior Economist, Macroeconomics and Fixed Income Research Department di Intesa Sanpaolo sul mercato del lavoro:
“Sulla base dei dati trimestrali sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è rimasto all’11,6% nel 1° trimestre 2016 (invariato dal 3° trimestre 2015). Il dato relativo al trimestre precedente è stato rivisto al rialzo di un decimo (come ci si poteva attendere sulla base dei dati mensili già comunicati dall’Istat).
In pratica, il miglioramento delle condizioni sul mercato del lavoro che si era visto nei primi tre trimestri del 2015 sembra essersi in qualche modo interrotto. In ogni caso, sia il tasso di disoccupazione che il livello degli occupati sono ai livelli più incoraggianti dal 2012.
Le notizie positive riguardano l’occupazione che è continuata ad aumentare (+0,1% t/t ovvero +18 mila posti di lavoro su base congiunturale destagionalizzata); ciò, per il secondo trimestre consecutivo, non si è riflesso in un calo del tasso di disoccupazione in quanto compensato da un aumento all’incirca della stessa entità delle forze di lavoro, dovuto a un calo degli inattivi. 
Ancora una volta, il recupero è trainato dai dipendenti permanenti (+75 mila unità, in linea con quanto visto nei tre trimestri precedenti) mentre i dipendenti temporanei sono calati per il secondo trimestre consecutivo (-57 mila unità dopo le -50 mila precedenti) e gli occupati indipendenti sono rimasti invariati (dopo essere calati per tutto il 2015); 
Si nota un incoraggiante rimbalzo degli occupati nelle costruzioni (+1% t/t ovvero +15 mila unità), importante sia perché si tratta di uno dei settori maggiormente falcidiati dalla crisi sia perché il comparto è in grado di attivare un indotto significativo (al contrario, si nota una flessione degli occupati di -0,3% t/t nell’industria in senso stretto e un aumento moderato – di un decimo – sia nei servizi che nell’agricoltura)
I disoccupati di lunga durata sono in netto calo (-127 mila unità su base annua)
Per il quarto trimestre consecutivo, diminuiscono, tra gli inattivi, gli scoraggiati (-210 mila unità in un anno; si tratta del 12,7% degli inattivi, contro il 14% di un anno prima); la tendenza riguarda in particolare le fasce più marginali del mercato del lavoro ovvero le donne e le regioni meridionali.
D’altra parte, ci sono anche indicazioni meno positive. Per il secondo trimestre consecutivo, tornano ad allargarsi i divari territoriali:  il tasso di disoccupazione è calato al Nord (al 7,6% dal 7,8% precedente) mentre è salito al Centro (a 10,2% da 10,1%) e soprattutto al Sud (al 19,7% dal 19,3% di fine 2015 e dal 18,9% del 3° trimestre dello scorso anno). Tuttavia, l’aumento dei senza-lavoro al Meridione è dovuto soprattutto al calo degli inattivi (gli occupati sono rimbalzati di +0,2% t/t dopo essere calati di -0,8% t/t a fine 2015).
L’aumento degli occupati nel trimestre è venuto unicamente dai lavoratori più anziani ovvero dagli ultracinquantenni (+116 mila unità, accompagnato da un calo di -79 mila unità degli inattivi), che potrebbe essere ancora l’effetto dell’aumento dell’età pensionabile; al contrario, gli occupati sono diminuiti nelle fasce centrali di età (-69 mila unità tra i 35-49enni e -38 mila tra i 25-34enni) e sono rimasti invariati tra i giovani (in ogni caso però, il tasso di disoccupazione nella fascia d’età 15-24 anni è diminuito significativamente, al 37,9% dal 38,7% precedente: si tratta anche in questo caso di un minimo dal 2012);
Il recupero è più marcato per gli occupati a tempo parziale (+149 mila unità su base annua), anche se, a differenza che fino a qualche trimestre fa, si tratta per la maggior parte di part-time volontario (+83 mila unità); in ogni caso, è salito per il secondo trimestre consecutivo anche il tempo piano (+93 mila unità su base annua).
In sintesi, il dato conferma quello era già evidente dai dati mensili ovvero che il trend di calo del tasso di disoccupazione sembra essersi in qualche modo interrotto (anzi il tasso dei senza-lavoro è poi salito all’11,7% ad aprile: per trovare un valore più elevato occorre risalire a un anno fa). Tuttavia, il dettaglio conferma che la ripresa dell’occupazione continua, e che non sembra svanito l’effetto degli incentivi sulle assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, continua il calo degli inattivi, e diminuisce in particolare l’effetto-scoraggiamento.
In sintesi, confermiamo la nostra idea che il trend di miglioramento del mercato del lavoro potrebbe riprendere in misura più evidente nella seconda metà dell’anno”.