Potenza (politica) dei colori. Edi Rama, artista e primo ministro

891
Sempre più audace nelle scelte, la Galleria di Alfonso Artiaco, affacciata su piazzetta Nilo al numero 7, porta finalmente a Napoli (fino al 22 luglio 2016), una mostra personale di Edi Rama con diverse sue opere. Il percorso inizia con una sala che raccoglie alcuni doodles (letteralmente “ghirigori”) incorniciati e terminati sui tavoli delle riunioni durante gli anni di intensa attività politica dell’Autore. Tre sculture in ceramica smaltata abilmente ambientate nello spazio della seconda sala da Lorenza Baroncelli e Joseph Grima, curatori della mostra, dialogano con alcuni schizzi appesi alle pareti. La sala principale è caratterizzata dalla carta da parati in cui sono stati riprodotti, in modo armonioso e bilanciato, diversi disegni a colori la cui leggerezza fa tornare alla memoria il salottino di porcellana di Maria Amalia di Sassonia ora al Museo di Capodimonte. Prima dell’ingresso all’ultima sala, con il video “Dammi i colori” dell’artista albanese Anri Sala è possibile apprezzare, alle pareti, la reinterpretazione del Polo della Lunetta a Mantova. 
2016 05 31 20.46
“Dammi i colori”: le tre semplici parole mormorate da Cavaradossi evocante la “recondita armonia di bellezze diverse” nella famosa aria di Tosca sono anche lo svelarsi di un arcano. Perché l’artista Edi Rama vi rivela quella che potremmo definire la sua vera identità. Edi Rama, di mestiere, è un politico. Ma non un politico qualunque. Per parecchi anni Sindaco di Tirana e principale artefice della sua rinascita, oggi è capo del governo albanese.  Ma, ciò che più conta, l’arte e la politica sono, nel suo caso, non puramente contrapposte, ma logicamente implicate. 
Nel video, infatti, Edi Rama racconta come i colori abbiano risollevato la Città (prima ridotta dalla dittatura a “stazione di transito dove si può solo stare in attesa di qualcosa”) e siano diventati occasione d’incontro per la sua comunità. La Città, nel filmato, è sentita e rappresentata dagli artisti come un corpo, un organismo ferito. Il colore non si ferma alla superficie dei muri ma entra nello spazio che viene, di conseguenza, trasformato. Il piano terra si apre sulla strada, alcuni locali delle abitazioni si trasformano in spazi con attività e si aprono al pubblico. Era questa l’atmosfera che si viveva a Tirana durante la rinascita iniziata circa quindici anni fa, e su queste linee si muovevano i progetti degli architetti (e io, ancora professionalmente giovane, ebbi l’onore d’essere fra questi) che partecipavano ai concorsi e venivano invitati da tutta Europa. 
Lo storico dell’arte Ernst Gombrich ci ha insegnato a vedere la ricchezza del concetto di ornamento, profondamente legato alla Natura e all’espressione umana, un fenomeno tutt’altro che superficiale. La decorazione è vivida. Il colore ha un impatto diretto sull’intensificazione del ritmo del respiro, stimola la capacità d’immaginazione e aumenta la propensione a “percepire” i luoghi. 
IMG 20160501 WA0023
Rama non recita. Nel filmato, girato quasi interamente di notte, racconta semplicemente la sua esperienza di Sindaco; di giorno la città si anima, nell’oscurità il ritmo rallenta e, a bordo di un mezzo non identificato, siamo in viaggio accompagnati dalla spontaneità della sua voce. Con le stesse modalità, mentre partecipa alle riunioni di lavoro, disegna incessantemente e automaticamente sulle agende, sui programmi, sugli appunti e sugli elenchi con l’ordine del giorno. Rappresentazioni e ghirigori che continua a eseguire anche oggi che è primo ministro. Fino ad ora alcuni schizzi, una sorta di manifestazione dell’inconscio (alla stessa stregua della scrittura automatica che fa emergere motivi rimossi), sono stati esposti a Monaco, Berlino e Hong Kong. Anri Sala ne ha raccolti alcuni in una recente pubblicazione di circa 400 pagine con saggi di Hans-Ulrich Obrist, Michael Fried e Philippe Parreno. I doodles, pratica cara, tra l’altro, anche ad alcuni presidenti americani come Thomas Jefferson, rappresentano figure antropomorfe e astratte. In un’intervista del 9 dicembre 2015 rilasciata alla rivista settimanale tedesca Der Freitag, Edi Rama si riferisce ai colori di Paolo Uccello, Rembrandt, Paul Klee e Marcel Duchamp e, interrogato sul significato dei doodles, risponde: “Sono preghiere”. Non esiste un unico colore, come cantava Cavaradossi: “L’arte nel suo mistero, le diverse bellezze insiem confonde …”.
Katia Accossato