Intercettazioni parlamentari

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Le intercettazioni effettuate nei confronti dei parlamentari sono sempre oggetto d’ attacco dei facili furori giacobini. Sennonché, in qualsiasi modo si voglia giudicare la qualità dei nostri rappresentanti politici (ed il barometro tende, oggettivamente, al brutto), bisogna pur riconoscere che senza guarentigie parlamentari è la stessa sovranità popolare ad esser in pericolo. Non a caso la Carta Costituzionale ha espressamente previsto l’ immunità parlamentare all’ art. 68 e qualsiasi ragionamento e, soprattutto, qualsiasi produzione normativa non può non tener conto del principio costituzionale e delle sue declinazioni pragmatiche. Tra queste, all’ ultimo comma, la disposizione fondamentale pone la necessità dell’ autorizzazione da parte della camera di appartenenza alla possibilità per Magistratura ed investigatori di intercettare le conversazioni di un suo componente: nel panorama del bilanciamento dei poteri dello Stato, la norma tende a garantire e proteggere l’integrità della composizione e della piena autonomia alle assemblee legislative, espressione della sovranità popolare. Come si vede, l’ argomento è spinoso, attraversando temi come quello della repressione dei reati, dell’ uguaglianza dei cittadini tutti innanzi alla Legge, della salvaguardia dei diritti del parlamentare il quale ha ricevuto mandato dal popolo per l’ esercizio della podestà legislativa. E’ spinoso anche per l’ abuso fattone in sede di indagini penali e per la distorsione di cui stesso strumento soffre prestandosi anche a finalità di lotta politica nel quadro di un legittimo diritto di cronaca. Sta di fatto che il dettato costituzionale ha dovuto subire diversi sviluppi interpretativi con sentenze di merito e di legittimità e con successive normative ad hoc.

Qui, per evidenti limiti, si può dar conto solo che con la legge n. 140 del 2003 si è cercato di dar attuazione all’ art. 68 cit., ribadendo (art. 4) la necessità della preventiva autorizzazione ed introducendo (art. 6) la successiva autorizzazione per le intercettazioni casuali o fortuite.

L’ inutilizzabilità processuale degli esiti delle intercettazioni è la sanzione per l’ assenza della detta autorizzazione. Occorre sottolineare che – a seguito della dichiarazione di parziale incostituzionalità dell’ art. 6 (sentenza n. 390/2007), l’ attività di captazione di conversazioni con un interlocutore del parlamentare non ricoprente la medesima carica, è utilizzabile. L’ inutilizzabilità è rafforzata con la previsione della distruzione del materiale non oggetto né di preventiva né di successiva autorizzazione. Infatti, la l. n. 281/2006 impone l’immediata distruzione delle intercettazioni “illegalmente acquisite” e punisce la mera detenzione del materiale nonché la sua divulgazione, prevedendo espressamente un risarcimento per i soggetti cui le conversazioni pubblicate si riferiscono.