Arte e libri, storia della “pornografia orrorifica” al Nitsch

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Quando nel 1819 Thèodore Gèricault presentò La Zattera della Medusa al Salon di Parigi, furono in molti a gridare allo scandalo. L’artista e celebre pittore non aveva soltanto messo in scena una crudeltà tanto vivida da rasentare l’osceno, ma ribaltato e insozzato i parametri dell’arte neoclassica. Sono trascorsi duecento anni, all’incirca, ed oggi la tela, conservata al Museo del Louvre, è considerata un capolavoro senza eguali, nonché uno specchio preciso delle tendenze culturali del XIX secolo.

E’ su questa falsariga che si sviluppa l’ultima fatica letteraria di Ivan D’AlbertoIl Terzo Occhio – dall’omicidio di Avetrana a Profondo Rosso, dai plastici di Bruno Vespa alle installazioni di Angelo Colangelo, edito da PrimeVie Edizioni (Corfinio Aq – Ottobre 2015). Il volume sarà presentato Venerdì 20 Maggio 2016, alle ore 18:00, in quell’eccentrico quanto straordinario reliquiario alchemico che è il Museo Hermann Nitsch di Napoli, con la presentazione di Giuseppe Morra, direttore del complesso, e la presenza di Michela Becchis, storica dell’arte, Sibilla Panerai, dall’Università G. D’Annunzio di Chieti – Pescara, e dell’artista Fabrizio Sacchetti. Seguendo un andamento scientifico narrativo, il libro si addentra nella cultura artistico-letteraria di fine Ottocento, passando per la pornografia orrorifica, il cinema d’essai e l’inchiesta giornalistica. Procedendo per capitoli brevi e serrati, spesso contaminati da riferimenti mediatici, di pagina in pagina si va costruendo un nesso solido tra la cronaca nera, l’arte (da sempre nervo scoperto delle tensioni sociali e dell’immaginario comune) e la letteratura, tanto che è possibile comprendere quanto i fatti di Avetrana, tanto per fare un esempio, non siano poi tanto distanti dalle pellicole di Dario Argento o dal romanzo a tinte gialle di Kate Summerscale.

E quindi a risultare interessante, al di là dei forti  contenuti e di una visione autoriale capace di trascinar fuori il lettore dalla sua confort zone, è la struttura stessa del volume. Ed infatti, Ivan D’Alberto, già storico e critico d’arte contemporanea, fa proprio il modus operandi dei Cultural Studies, ovvero quell’approccio sociologico che non esclude, anzi ben considera l’apporto sostanzioso dei mass media nella produzione culturale umana, tanto che la presentazione sarà agevolata dalla proiezione di video inerenti all’approccio metodologico scelto. Ne Il Terzo Occhio si compone così un quadro quanto mai completo di tutte quelle paure, reali o immaginarie, che di notte non ci lasciano dormir in pace, registrandone i mutamenti. Come avvenuto infatti con la Zattera della Medusa di Géricault, ciò che può essere considerato a prima vista terrificante e spaventoso o magari morbosamente affascinante, una volta metabolizzato, va a normalizzarsi e cosificarsi in contesti meno inquieti. Come a dire che le nostre paure, anche quelle più temibili, prima o poi, scompaiono: tutto passa, anche gli incubi, quando al mattino ci si sveglia.