La Buona Uscita, quel lato amaro della borghesia napoletana

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Visto da Penelope e Sofia

53238Film di “buona riuscita”, volendo parafrasare il suo titolo!  

E’ una sorta “di Capitale umano”, rivisitato in salsa partenopea, il primo lungometraggio del giovane regista Enrico Iannaccone, volto allo sguardo di quella borghesia napoletana opulenta, egoista e indifferente ai rapporti umani. L’attenzione dell’impietosa macchina da presa si concentra su un quarantenne rampante, Marco Macaluso, scaltro, che vive solo per se stesso. Un cinismo  che lo porta persino a fingersi gravemente ammalato e a trasferire guai giudiziari dell’azienda di famiglia, ridotta alla bancarotta, ad un povero malcapitato che, per amore dei figli e di centomila euro(la sua buona uscita!) va incontro ad un grigio destino .Relazione instabile ma allo stesso molto intima  lega Macaluso a Lucrezia Sembiante, docente di economia aziendale ormai al tramonto della giovinezza. Libera da sempre, Lucrezia, non ha mai amato: ha una vita costellata da avventure sessuali (ben 273 senza arrivare alla cifra tonda!), ma soccombe (solo per poco) alla paura del tempo che passa, sposando un uomo, o meglio, un ragazzotto senza cervello. Dall’alto della sua saggezza matura, priva di ogni accento emozionale, Lucrezia, bene farà, a non cedere alla proposta comunque disincantata dell’ amante Marco Macaluso, il suo “pupazzetto” senza scrupoli.  
Storie di solitudini diverse, ma unite dallo stesso approccio cinico verso la vita e gli individui: quella dell’uomo ricco e sfrontato che trascorre il suo tempo libero tra Spa, piatti raffinati a base di pesce, e frasi di convenienza, senza interrogarsi sul significato dei suoi giorni. E Lucrezia, donna adulta che pur impaurita dall’età che avanza, con spirito amaro, proverà a riscattare l’indole trasgressiva denunciando l’incoerenza di una classe sociale ormai priva di esempi e valori. Inutile lo sforzo di provare a vendicarsi denunciando l’amante, fino a ritirarsi nel suo piccolo orto fatto di consuetudini quotidiane, senza rinunciare ai piaceri della carne. Un film, quello di Iannaccone, che ci pone davanti al teatrino della vita, dove il furbo la fa franca, e la dignità viene vista come “roba per mediocri”, ma dove comunque ognuno ha la sua Buona Uscita.

REGIA E SCENEGGIATURA                                                                             
Enrico Iannaccone, napoletano classe 1989, autodidatta, gia’da bambino aveva le idee chiare: scrivere storie e raccontarle sul grande schermo! Vincitore del David di Donatello come  esordiente nel 2013 con il corto “L’esecuzione”, sorprende, nonostante la giovane età, per la sua capacità analitica di calarsi nell’animo dei protagonisti adulti più di lui, fotografando in questo suo primo film, “tipi umani” (così li definisce lo stesso regista)  quasi privi di impalcature etiche nel godersi in tutto e per tutto la vita, oltrepassando i limiti di legalità e di dignità. Immagini ricorrenti quel mare in tempesta, accattivante, quel cibo a base di frutti di mare, inizialmente invitante, fino ad essere una presenza quasi ossessiva e stucchevole. Troppo mangiare forse per un certo tipo di borghesia cittadina, matafora di personaggi senza scrupoli e troppo autocentrati.Napoli pulsa nei luoghi conosciuti ed in quelli più insoliti.

Buona la fotografiadi Umberto Manente così realistica, anche nei suoi angoli più degradati…e che pena nel cuore rivedere la nostra Edenlandia in stato di abbandono, con i suoi giochi mitici paralizzati, desolati nella ruggine in un’immagine spettrale…

ATTORI
Gea Martire, nei panni di Lucrezia. Una grande interpretazione, è lei a dare sempre più forma e carattere alla storia, alle scene, grazie alla sua enfasi e alla sua espressività intensa da attrice di teatro trasferita agli schermi. Quegli occhi intensi, a volte da pazza, esprimono in pieno il personaggio sicuro delle sue scelte, anche di quelle fatte di rinuncia.

Marco Cavalli, nel film è Marco Macaluso, con quel sorriso strafottente che a volte piace, altre invece è davvero irritante. Bravo  al punto da domandarsi quanto reciti la parte e quanto ci possa essere di vero! Ma non è affatto così,  e lo smentisce lo stesso attore: “Nella vita vera sono esattamente l’opposto” quasi divertito al solo pensiero!!

E poi c’è il commissario corrotto, l’attore Peppe De Vincentis, fedelissimo al suo ruolo. Convincente l’interpretazione del giovane Andrea Cioffi, nel film  fratello minore di Marco Macaluso, arrogante copia malriuscita del fratello maggiore .E’ sua la battuta: “La dignità è dei mediocri”. Bravo  Mario Minale, il salumiere posillipino tradito dal protagonista faccendiere, insieme a Gennaro Maresca nelle parti del marito giovanotto di Lucrezia.

La pellicola, realizzata da Luciano Stella,dallo stesso Iannaccone e in collaborazione con Film Commission Regione Campania, non lascia indifferenti. Rivedere, ammirare la nostra città  ed il modo in cui la si vuole proporre agli spettatori, qualsiasi essa sia, è sempre una riscoperta. Specie se arricchita  da messaggi forti che invitano ed aiutano a riflettere sull’importanza di lasciare un bella orma di questa nostra breve ma intensa esistenza.

Guarda i nostri video:
Marco Cavalli protagonista del film

Luciano Stella e la scommessa Iannaccone

Iannaccone il suo film e Napoli

Gea Martire tra teatro e cinema

Gea Martire e la sua lucrezia

Gea Martire e il regista

Enrico Iannaccone e la sua buona uscita