Tokyo resta chiusa ma lo yen continua a correre, Shanghai e Sydney in rally

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Il punto.  La mancata quotazione della Pop Vicenza al listino azionario di Piazza Affari non ha sorpreso più di tanto gli operatori, per i quali era fin troppo evidente che non si sarebbe raggiunta una percentuale sufficiente di aderenti all’aumento di capitale per poi ottenere un flottante sufficiente per le regolari negoziazioni di borsa. Il no della Borsa italiana alla quotazione (ipo), infatti, è arrivato dopo il fallimento dell’aumento di capitale da 1,5 miliardi: “Troppo poche le azioni vendute, troppo scarso il flottante — rispetto al 25% minimo previsto — per garantire la «correttezza degli scambi”, ha spiegato l’amministratore delegato di Borsa, Raffaele Jerusalmi.

Una decisione che, ovviamente, si è riverberata sulle contrattazioni e soprattutto sui bancari. L‘indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dell’1,98% a 18.600 punti.

E ancora in ribasso si presenta lo scenario, stamattina. Il principale indice segna -0,49%, il Ftse Italia All-Share -0,45%, il Ftse Italia Mid Cap -0,37%, il Ftse Italia Star -0,21%.
Vendite sui petroliferi in scia al ritracciamento del greggio dai massimi da novembre toccati venerdì. Il future sul Brent oscilla ora sui 46,40 $/barile (da 48,28), quello sul WTI sui 45,30 $/barile (da 46,77).

Mercati azionari europei in flessione. DAX -1,3%, CAC 40 -0,8%, FTSE 100 -0,4%, IBEX 35 -0,8%.
Future sugli indici azionari americani al momento in ribasso dello 0,2-0,3 per cento. 
L’euro sale ulteriormente contro dollaro e tocca quota 1,1586, massimo da agosto. Al momento EUR/USD oscilla in area 1,1580. 
Mercati obbligazionari eurozona poco mossi.
Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente è stabile allo 0,27%, quello del BTP scende di 1 bp all’1,53%. Lo spread scende di 1 bp a 126. 
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,78%, Nasdaq Composite +0,88%, Dow Jones Industrial +0,66%.
Tokyo da oggi e per tre giorni chiusa per festività. 
Borse cinesi incerte: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +1,80%, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng segna -1,5% circa.

Borse asiatiche
Seduta contrastata per i mercati asiatici nel suo complesso che, a fronte della chiusura di Tokyo per festività (la piazza nipponica riaprirà solo venerdì), segna però un rimbalzo dei listini di Sydney e di quelli cinesi di Shanghai e Shenzhen

L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, è sostanzialmente invariato dopo avere registrato un progresso di poco meno di mezzo punto percentuale, in scia alla giornata positiva di lunedì per Wall Street (il migliore degli indici Usa era stato il Nasdaq, in progresso dello 0,88%).

Lo yen continua a muoversi intorno ai massimi dall’ottobre 2014 nei confronti del dollaro dopo che settimana scorsa la Bank of Japan aveva confermato i tassi d’interesse allo 0,10% in negativo e il piano di stimolo in corso da anni (spingendo al crollo il Nikkei 225 che aveva perso il 3,61% giovedì e il 3,11% lunedì). Il Dollar Index, che misura la valuta Usa contro un paniere ponderato delle altre principali monete, è ai minimi dal gennaio dello scorso anno. Il petrolio è in leggera correzione dopo i recenti rally mentre l’oro continua ad apprezzarsi restando l’80% sopra ai minimi registrati in febbraio.

A Sydney l’indice S&P/ASX 200 ha segnato un balzo dell’1,95% al termine delle contrattazioni. A circa un’ora dalla chiusura dei mercati Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa l’1,50% mentre è superiore al 2% il progresso dello Shenzhen Composite.

Di tutt’altro tenore, invece, la seduta di Hong Kong: l’Hang Seng perde infatti oltre l’1% (fa peggio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in declino superiore all’1,50%). In precedenza a Seoul il Kospi aveva invece segnato un progresso dello 0,42% al termine delle contrattazioni.

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,66%, l’S&P 500 lo 0,78% e il Nasdaq Composite lo 0,88%. 
I mercati azionari Usa hanno beneficiato del calo del dollaro nei confronti dell’euro. Deludenti i dati macroeconomici pubblicati in giornata. Markit ha reso noto che nel mese di aprile l’Indice PMI Manifatturiero è sceso a 50,8 punti da 51,5 punti del mese precedente. La rilevazione di aprile evidenzia un rallentamento del tasso di crescita ben sotto la media del primo trimestre del 2016 pari a 51,7 punti.

L’Institute for Supply Management ha reso noto che l’Indice ISM Manifatturiero, nel mese di aprile, si è attestato a 50,8 punti dai 51,8 punti del mese precedente. Il dato e’ risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore dell’indice pari a 51,4 punti. Il Census Bureau reso noto che la spesa per le costruzioni e’ cresciuta dello 0,3% nel mese di marzo, dal +1% della rilevazione precedente (rivista dal -0,5%) e risultando inferiore alle attese degli economisti fissate su un incremento dello 0,5%. 
Sul fronte societario da segnalare Apple che ha registrato uno -0,11% e, dunque, è all’ottava seduta consecutiva negativa. Non accadeva dal 1998.

Italia
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ieri ha chiuso con un ribasso dell’1,98% a 18.600 punti. Forti vendite sui titoli del comparto bancario: Mps ha ceduto il 2,28% a 0,706 euro, Popolare di Milano il 3,43% a 0,662 euro, Banco Popolare il 3,75% a 6,165 euro, Ubi Banca il 3,84% a 3,702 euro, Unicredit il 5,28% a 3,374 euro. 
Male FCA (-4,30% a 7,01 euro) dopo le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal secondo cui il Lingotto sarebbe in trattative avanzate per una partnership con la divisione di Alphabet che si occupa della guida senza pilota. I negoziati rispondono all’esigenza di Alphabet di trovare un partner industriale che si occupi della produzione e della commercializzazione dei veicoli che faranno a meno dell’intervento manuale del guidatore. 
Debole Telecom Italia (-2,07% a 0,85 euro) nonostante la conferma del buy da parte di Equita in scia all’apprezzamento della quota in Tim Brasil che ha beneficiato del recupero del Real brasiliano. Nonostante questo, il titolo Telecom Italia da inizio anno è il peggiore nel panorama delle telecomunicazioni. 
Bene Luxottica (+0,91% a 47,57 euro) dopo le parole del presidente Leonardo Del Vecchio che ha confermato che quest’anno i ricavi cresceranno del 5-6% e l’utile netto sarà migliore rispetto a quello registrato nel 2015. L’Ad del gruppo di occhialeria, Massimo Vian, ripreso dalle principali agenzie di stampa durante l’assemblea dei soci, ha dichiarato che anche nel 2016 i ricavi in Brasile continueranno a mostrare un incremento a doppia cifra. 
CNH Industrial (+1,67% a 6,70 euro) maglia rosa nonostante i conti del primo trimestre chiuso con una perdita di 513 milioni di euro dopo l’iscrizione dell’onere straordinario non deducibile fiscalmente di 502 milioni di dollari relativo all’indagine condotta sulla controllata Iveco e sui suoi concorrenti dalla Commissione europea in relazione a certe condotte anti-competitive. Esclusi questo onere e i costi di ristrutturazione, il risultato netto rettificato è positivo per 1 milione di dollari

I dati macro attesi oggi
Martedì 3 Maggio 2016

GIA Mercati chiusi per festività;

03:45 CINA Indice PMI Caixin manifatturiero apr;
10:30 GB Indice PMI manifatturiero apr;
11:00 EUR Indice prezzi alla produzione mar;

11:00 EUR Commissione Europea: previsioni economiche di primavera;

16:30 USA Intervento Mester (Fed);
19:30 USA Vendite di autoveicoli apr;
20:00 USA Intervento Williams (Fed).