Il consolato Usa a Napoli è partner dell’International Space Apps Challenge

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Essere capaci di progettare lo zaino-razzo definitivo, abile ad adattarsi all’atmosfera di Marte non e’ uno scherzo, così come poter creare una palestra per astronauti a gravità zero; o ancora performare un progetto che trasformi asteroidi in potenziali miniere. Il passaggio dal sogno alla pratica è  la volontà  di poter mettere in essere un disegno futuribile con il concorso di una agenzia internazionale, ad essa dedicata: l’“International Space Apps Challenge” e’ stata definita il  più grande “hackathon” a livello mondiale promosso dalla Nasa, che si sintetizza nella sfida tra esperti sullo sviluppo di un determinato software. La due giorni internazionale sull’argomento si e’ svolta  sabato 23 e domenica 24 Aprile, proiettando Napoli nel firmamento delle oltre 160 città internazionali  partecipanti , di cui per l’Italia anche Roma e Milano . A livello locale, l’International Space Apps Challenge è co-organizzato dal  Consolato Generale Usa per il Sud Italia, con il Console Generale Colombia Barrosse,  assieme all’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea-Cna) e al Dipartimento di Ingegneria industriale della Federico II. L’evento ha esordito nella sua presentazione alla  Federico II di via Nuova Agnano, con l’astronauta Luca Parmitano, ospite eccezionale, che ha risposto in diretta Skype a domande del pubblico e degli studenti. Ne è  seguita la competizione, che vede impegnati soprattutto informatici, programmatori e ingegneri, ma anche persone appassionate di spazio, scienziati, designer, artisti, nerd e imprenditori. Tutti insieme appassionatamente per una giornata e mezza continua,  con l’affascinante obiettivo di produrre soluzioni innovative e concrete a sfide globali per la vita sulla Terra e nello spazio, nell’enclave delle piu’ attuali tematiche proposte dalla Nasa, come Stazione Spaziale, Sistema Solare, Terra e Viaggio verso Marte. Parliamo della creazione di app per lo studio dei cambiamenti climatici; della  progettazione virtuale di un vero e proprio Spaceport, un aeroporto nello spazio. La Nasa si è  in tale sede riservata di esaminare i risultati per determinare il vincitore di ogni categoria, cosa che è  avvenuta in poche ore. Per il 2016 , ci sono stati due premi speciali messi in palio dal Consolato degli Stati Uniti a Napoli, alla cui presentazione erano presenti anche Piero Salatino e Riccardo Lanari, rispettivamente presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base e Direttore dell’Area-Cnr. A sostenere la sfida vari enti e istituzioni del settore ricerca: tra gli sponsor della sfida napoletana il CIRA di cui l’ASI è azionista di maggioranza, mentre nell’edizione romana guidata direttamente dall’ambasciata statunitense, l’Agenzia Spaziale Italiana stessa. Colombia Barrosse, Console Generale degli Stati Uniti per il Sud Italia (la rappresentanza statunitense in Italia è il promotore per NASA dell’iniziativa, co-organizzata dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Federico II, e dall’IREA-CNR ; sponsorizzata da vari istituti e media), si è detta molto contenta del buon risultato che sta ottenendo positivi proseliti e prospettive imprenditoriali anche a Napoli, sottolineando come, non solo il nord, ma anche il Sud di Italia è pieno di realtà di eccellenza. E come la scienza è il luogo della cooperazione così lo sono sfide come gli hackathon, dove non conta il singolo ma il gruppo. Concetto, ha sottolineato il Console, di cui è significativa testimonianza la Stazione Spaziale Internazionale che vede collaborare insieme ben 36 paesi. Le parole invece di Luca Parmitano sono state anche esse molto significative: “Sono i termini stessi di questi eventi che si sposano con il mio modo di sentire “;  ha detto nel suo intervento via skype mentre era in visita al CIRA – International: ” Ciò  vuol dire collaborazione; application, lo sviluppo di una tecnologia che significa cambiare il futuro; challenge; unasfida che non è un ostacolo ma è spinta all’evoluzione”. Successivamente, su esortazione del Console Barrosse, egli ha rivolto una raccomandazione ai partecipanti: “Sono certo che questi ragazzi sappiano che il futuro non ci appartiene, ma si può cambiare a piccoli passi. Bisogna guardarsi intorno, osservare il mondo e dove non c’è bellezza cercare di portarla”. Se a Napoli testimonial è stato l’astronauta italiano dell’ESA Luca Parmitano, un altro astronauta italiano dell’ESA è  stato testimonial della sfida romana nella presentazione parallela e contestuale, alla facoltà di ingegneria dell’Università La Sapienza. I diciassette teams hanno lavorato a soluzioni sui temi: Best Use of Data, Best Use of Hardware, Best Mission Concept, Galactic Impact and Most Inspirational. Alla fine della valutazione, si segnalano alcuni progetti vincenti dei giovani che vi hanno partecipato, come il team ‘Sfogliatella to Mars’ che ha vinto il primo posto con il progetto ‘SRS Explorer”; idea proposta dal team  scelto dalla commissione della sessione  Space Apps Challenge napoletana : i ragazzi si sono immaginati un mezzo innovativo per esplorare il Pianeta Rosso. Secondi classificati ‘Space Kangaroos’ con ‘Martian Kangaroo’. I ragazzi di ‘Sfogliatella to Mars’ hanno raccontato  il  progetto vincente e la vivida esperienza ricevuta  allo space up: ” Questa esperienza è stata la nostra prima occasione per poter esternare le nostre capacità e comunque la nostra voglia di innovazione, ed esportare la nostra napoletanita’, diciamo in maniera internazionale. Abbiamo ideato una soluzione ingegneristica che si basa sul ragno salticida, in pratica è  un esoscheletro a forma di ragno, con il quale è possibile esplorare in maniera migliore, tenendo conto comunque della asperita’ del pianeta rosso,  come collinette, burroni, il terreno sabbioso ecc. L’esplorazione del pianeta rosso, ma anche la raccolta di campioni per una futura colonizzazione di Marte ha richiesto che ci servissimo  delle nostre capacità, a partire da semplici bozze; schizzi di questa struttura con 8 zampe, che riprende la struttura base di un ragno, ma complementari con fonti energetiche, come ad esempio l’utilizzo di anidride carbonica ma anche di energia solare”. Quest’anno previsto il premio People’s Choice votato da tutti i partecipanti, vinto dal team di Sara Gaglione , premiato anche nella scorsa edizione: quest’anno ha proposto un’app per l’utilizzo di servizi e mezzi nello spazio.