Memoli (Intesa Sanpaolo): Cala la fiducia dei consumatori ma sale quella delle imprese

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L’indice composito di fiducia delle imprese è tornato a salire ad aprile, a 102,7, dopo essere calato a 100,2 a marzo. Il dato ha superato di poco la nostra previsione (102,5). Il livello dell’indice è ben superiore alla media storica degli ultimi 5 o 10 anni (91,3 e 95,5, rispettivamente).
Il morale delle imprese è migliorato non solo nel settore manifatturiero (a 102,7 da 102,2, battendo sia la nostra stima che quella di consenso) ma, in maggior misura, nei servizi (a 107,8 da 103,6) e nelle costruzioni (a 121,2 da 118,4), mentre è calato solo nel commercio al dettaglio (a 102 da 104,9). In tutti i settori considerati, il livello dell’indice è sensibilmente superiore alla media quinquennale o decennale.
Nel manifatturiero, il recupero è trainato da aspettative più ottimistiche su ordini e produzione, mentre le valutazioni correnti sull’output risultano stabili e quelle sugli ordinativi anzi peggiorano (in particolare dall’estero). Invariate le scorte (su livelli giudicati superiori alla norma). Le aspettative delle imprese sulla situazione economica generale tornano in territorio negativo (a -1 da +4 precedente) per la prima volta dallo scorso agosto. Le attese sull’occupazione migliorano invece, sia pure marginalmente (a 0 da -1).
Secondo le consuete domande trimestrali sulla capacità produttiva, nel 1° trimestre il grado di utilizzo degli impianti scende al 75,8% (da 76,8% precedente, che rappresentava un massimo dal 2008); anche in questo caso, si tratta comunque di un valore superiore alla media storica. Inoltre, sale al 29% la quota di operatori che segnala la presenza di ostacoli all’attività produttiva (dovuti sia all’insufficienza della domanda che ad altri motivi).
La fiducia dei consumatori è scesa a 114,2 ad aprile, dopo essere salita a 114,9 a marzo. La flessione ha sorpreso il consenso (che si attendeva un indice a 115), mentre la nostra previsione era per un calo anche più marcato (114). Il livello della fiducia resta comunque decisamente superiore alla media degli ultimi 5 o 10 anni (97,2 e 98,3, rispettivamente) e non lontano dal massimo degli ultimi 21 anni toccato lo scorso gennaio (a 118,6).
Il peggioramento è diffuso a tutte le principali componenti ma riguarda più il clima economico generale (140,5 da 142,7 precedente) che la situazione personale degli intervistati (104,8 da 105,7), e più i giudizi correnti (110 da 111,1) che le aspettative per il futuro (120,2 da 120,6).
In deciso aumento le aspettative sulla disoccupazione (a 21 da 12: si tratta di un massimo dallo scorso mese di agosto), a conferma del fatto che il deciso miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro visto l’anno scorso sembra essersi interrotto dopo la fine dell’esonero contributivo pieno sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
La situazione economica sia corrente che attesa delle famiglie è comunque migliorata, assieme ai giudizi sul bilancio familiare: tutte queste componenti sono vicine a massimi pluriennali. Al contrario, specularmente rispetto al mese scorso, sono peggiorate le opportunità sia attuali che future di risparmio nonché di acquisto di beni durevoli.
L’inflazione percepita dalle famiglie (nell’ultimo anno) è rimasta stabile in territorio ampiamente negativo (a -36), e l’ inflazione attesa per i successivi 12 mesi è scesa ulteriormente (a -33 da -30).
In sintesi, il rimbalzo della fiducia delle imprese, diffuso a quasi tutti i settori e particolarmente evidente nelle componenti maggiormente prospettiche, segnala che la ripresa dell’attività economica non si è esaurita, anche se mantiene una velocità modesta. Viceversa, il calo del morale dei consumatori non ci appare preoccupante in quanto si tratta di una correzione dai recenti massimi e il livello resta più che espansivo (inoltre, l’indagine potrebbe essere stata almeno in parte condizionata dall’impatto degli attacchi terroristici a Bruxelles dello scorso 22 marzo, non incorporato dalla survey di marzo in quanto condotta nella prima metà del mese).
In pratica, i risultati delle indagini ci sembrano coerenti con la nostra previsione di un PIL in crescita a una velocità di crociera media dello 0,3% t/t nell’orizzonte prevedibile.