Rc Auto, Tariffa Italia a rischio. Impegno: Renzi dica no al ribaltone

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“Renzi eviti il ribaltone al Senato sulla Rc Auto”: E’ l’appello lanciato dal deputato del Partito Democratico Leonardo Impegno dopo gli ultimi risvolti della discussione sul Ddl Concorrenza. In ballo non c’è la tenuta del governo quanto quella della norma che introduce la cosiddetta “tariffa italia” ossia una maggiore uniformità delle tariffe Rc auto sul territorio nazionale. Una norma da tempo attesa dagli abitanti delle regioni del Mezzogiorno che da tempo pagano i premi assicurativi più alti. Uno dei fautori del testo, approvato già alla Camera dei deputati con larga maggioranza, è proprio Impegno, il quale oggj denuncia il rischio di un “voltafaccia” al Senato. Già, perché proprio qui un emendamento sopprime l’articolo 7 del Ddl concorrenza che prevedeva parametri ben definiti per gli sconti a favore di coloro che non hanno fatto sinistri negli ultimi 5 anni. Il rischio, se non la certezza del parlamentare del Partito Democratico, è che con tale modifica diventano indefiniti gli sconti vanificando quanto di buono fatto in precedenza. Dopo le dimissioni del ministro Federica Guidi il dibattito è ora bloccato. La paura è però che si concretizzi il misfatto. Di qui l’appello. “Stiamo andando avanti nella discussione con i colleghi del Senato e col Governo – dice Impegno – convincendo loro delle buone ragioni della norma che si vuole cancellare. Non è pensabile che un cittadino onesto e virtuoso debba essere bastonato piuttosto che premiato. L’articolo 7 va proprio nella direzione di premiare coloro che non commettono incidenti e che hanno deciso di farsi installare la scatola nera sulla propria vettura. Perché queste persone devono pagare di più? Nessuno è riuscito ancora a darci una risposta esaustiva”. Crede che nel dibattito stiano intervenendo anche pressioni esterne al Palazzo, magari da parte delle compagnie assicurative? “E’ certo e anche normale che le società spingano per tutelare legittimamente i loro interessi. Il Parlamento però ha il compito di difendere i cittadini da disparità che appaiono non più accettabili soprattutto perché basate non su un comportamento ma sul luogo in cui si è nati. Nel caso della tariffa Rc Auto poi al danno si aggiunge la beffa”. In che senso? “Nel senso che sul sistema tariffario le tasse incidono per il 25%. Il che significa che chi paga tariffe più alte oggi è anche costretto a sborsare in termini assoluti la cifra più alta di imposte. Eppire a me hanno insegnato che le tasse sono progressive. Vale cioè l’assunto chi più ha, più paga e non chi più paga, più tasse ha”. Cosa si può fare al Senato per correggere la rotta? “E’ necessario a questo punto che si rendano pubbliche le posizioni di tutti i senatori. E questo perché ognuno deve dar conto delle proprie azioni non a me ma ai cittadini meridionali che hanno il diritto di sapere come stanno le cose. Approfitto per ringraziare i quattro senatori del Pd, Cuomo, Sollo, Saggese e Capacchione che recentemente hanno firmato un comunicato per dire che non votano la norma se non c’è “tariffa Italia” inserita. Invito gli altri senatori meridionali a fare lo stesso”. Il Governo potrebbe sanare la situazione premendo per l’approvazione della norma. Cosa si sente di dire a Renzi? “Intanto bisogna capire cosa ne penserà il nuovo Ministro. Spero che sarà favorevole alla norma, visto che Guidi era contraria. L’appello che lancio al Governo e Renzi è quello di sostenere con forza “tariffa Italia” che restituisce al Paese equità, giustizia e ci consente di ristabilire una connessione fondamentale col Mezzogiorno”.