Fine del rally sui mercati asiatici, si apprezza solo Sydney

70

Il punto. Il Ftse Mib segna -0,26%, il Ftse Italia All-Share -0,22%, il Ftse Italia Mid Cap -0,03%, il Ftse Italia Star -0,04%.

Mercati azionari europei in leggero calo. DAX -0,6%, CAC 40 -0,3%, FTSE 100 -0,1%, IBEX 35 +0,1%.
Al momento EUR/USD oscilla in area 1,1260. Mercati obbligazionari eurozona positivi. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 1 bp allo 0,15%, quello del BTP scende di 3 bp all’1,33%. Lo spread scende di 2 bp a 118.
Poco mosse le borse cinesi: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -0,11% circa, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng al momento segna +0,1% circa. Euro stabile a ridosso dei minimi da fine marzo contro dollaro.
Future sugli indici azionari americani al momento in parità. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,02%, Nasdaq Composite -0,03%, Dow Jones Industrial +0,10%. Tokyo in leggero calo con il Nikkei 225 a -0,37%.
C’è attesa dell’incontro tra i maggiori produttori di petrolio previsto per il weekend a Doha, da cui, tuttavia, secondo l’International Energy Agency, è difficile che emergano sviluppi in grado di modificare la situazione del mercato, già avviato verso un ribilanciamento. Intanto, i corsi del greggio segnano un moderato incremento ma restano sotto al picco di quattro mesi e mezzo registrato in settimana.

Borse asiatiche
Ultima seduta dell’ottava in flessione per i principali mercati asiatici, con l’eccezione di Sydney dopo che il dollaro australiano ha toccato in overnight i massimi di nove mesi su quello Usa, sulla riduzione delle possibilità di un aumento dei tassi d’interesse da parte della Reserve Bank of Australia in maggio.

Riflettori puntati sul Pil di Pechino, che non ha riservato sorprese. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di statistica della Cina, infatti, l’economia del colosso asiatico è cresciuta nel primo trimestre del 2016 del 6,7% contro il 6,8% del quarto trimestre 2015. Si tratta della lettura più debole dal 6,2% del primo trimestre del 2009, ma il dato era ampiamente previsto. Il risultato è stato un modesto declino per l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che resta comunque in progresso di circa il 4% nell’ottava. Settimana in cui ha toccato i massimi degli ultimi cinque mesi.
Tokyo ha messo fine a un rally durato tre sedute e il Nikkei 225 ha chiuso in declino dello 0,37% (peggio ha fatto l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,73%), appesantito da titoli di grandi esportatori come Sony, Nec, Casio e Fujitsu nonostante il dollaro sia salito ai massimi dell’ultima settimana sullo yen, dopo essere per altro crollato ai livelli più bassi in 18 mesi soltanto lunedì scorso.
Sul fronte macro, torna a calare, ma meno di quanto stimato inizialmente, la produzione industriale del Giappone, scesa in febbraio del 5,2% su base mensile rettificata contro il 6,2% della lettura preliminare.

Chiusura in negativo anche per Seoul, anche se il Kospi ha limitato allo 0,06% le sue perdite. In vista della chiusura delle contrattazioni Shanghai Composite, Shanghai Shenzhen Csi 300 e Shenzhen Composite si muovono intorno alla parità, oscillando tra guadagni e flessioni.
Tra gli altri dati macroeconomici diffusi in giornata, da segnalare l’accelerata della crescita della produzione industriale della Cina, salita in marzo del 6,8% su base annuale contro l’incremento del 5,4% registrato nel periodo gennaio-febbraio (abitualmente accorpato visto che comprende le festività lunghe una settimana del Capodanno lunare) e il 6,0% del consensus del Wall Street Journal.
In linea con le piazze della Cina continentale è anche Hong Kong: avvicinandosi alla chiusura è in modesto declino anche l’Hang Seng (leggermente peggiore, ma sempre limitata, la perdita l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). In precedenza, invece, a Sydney l’S&P/ASX 200 aveva segnato un progresso dello 0,69% al termine delle contrattazioni. 

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta poco mossi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,1%, l’S&P 500 lo 0,02% mentre il Nasdaq Composite ha lasciato sul terreno lo 0,03%.
Sui listini sono scattate alcune prese di beneficio dopo il rally delle ultime sedute. Nel mese di marzo l’indice grezzo dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,1% rispetto a febbraio. Su base annuale l’indice ha registrato un incremento dello 0,9%. L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una variazione positiva pari allo 0,1% rispetto al mese precedente (consensus +0,2%). Su base annuale l’indice è salito del 2,2%. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata l’8 aprile si sono attestate a 253 mila unità, inferiori alle attese (270 mila) e al dato rilevato la settimana precedente (266 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,171 milioni, inferiore ai 2,183 milioni attesi.

Sul fronte societario Bank of America +2,54%. L’utile del gruppo bancario è calato nel primo trimestre a 2,68 miliardi di dollari (0,21 dollari per azione) da 3,1 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,20 dollari.
SunEdison +58,69%. Il gruppo delle energie rinnovabili ha annunciato che da una revisione interna non sono emersi errori significativi nella contabilità. La società ha avviato le trattative per la cessione delle attività in India.
Chipotle Mexican Grill +2,49%. J.P. Morgan ha migliorato la raccomandazione sul titolo della catena di ristoranti a overweight da neutral.
Delta Air Lines +0,94%. La compagnia aerea ha chiuso il primo trimestre con un utile di 946 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 746 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Su base adjusted l’Eps si è attestato a 1,32 dollari, 2 centesimi in più delle attese

Italia
Dopo il balzo del 4% di mercoledì, anche ieri il listino milanese ha continuato a salire. In chiusura, infatti, l’indice Ftse Mib ha segnato un progresso dello 0,9% a quota 18.329 punti.

Sul valutario prosegue la risalita del dollaro, mentre il petrolio si è mosso con circospezione in attesa del meeting di Doha in programma domenica.
Eni ha guadagnato l’1,78%, ma spicca soprattutto Saipem (+3%) che si è aggiudicata un nuovo contratto relativo la parte offshore del progetto “Trans Adriatic Pipeline” (TAP). Il contratto è stato assegnato da Trans Adriatic Pipeline, una joint venture fra BP, SOCAR, Snam, Fluxys, Enagás e Axpo.
Tra le banche acquisti convinti su Banco Popolare (+3,91%), Bper (+4,5%) e Bpm (+3,11%). Acquisti anche su Mps (+0,8%) con l’amministratore delegato dell’istituto senese, Fabrizio Viola, che ha anticipato che nelle prossime settimane si dovrebbe sapere se il pagamento della cedola legata ai Monti bond avverrà in contanti o in azioni.
Male invece il comparto del lusso complici i deboli riscontri arrivati dall’inglese Burberry che nel primo semestre dell’esercizio fiscale 2016 ha registrato vendite in contrazione del 2%, a causa della performance negativa a Hong Kong e Macau.
A Milano hanno così chiuso in ribasso Luxottica (-1,69%) Moncler (-0,34%) e Salvatore Ferragamo (-1,87%).
Segno più per Mediaset (+0,77%) dopo il prepotente rally dei giorni scorsi sull’onda dell’intesa stretta con Vivendi. Gli analisti di Mediobanca hanno rimarcato come l’intesa siglata con Vivendi è estremamente accrescitiva in termini di utili per azione per Mediaset e ha quindi rivisto al rialzo le stime di utile netto per il Biscione del 58% per il 2016 e del 16% per il prossimo anno. Oltre all’incremento dei profitti, l’accordo potrebbe portare ad un miglioramento “in termini di pubblicità e di trasmissione dei canali pay e Mediaset potrebbe diventare estremamente attraente per le sue prospettive di dividendo”, spiegano gli analisti di piazzetta Cuccia che confermano il giudizio outperform con target price fissato a 5,08 euro.

 

I dati macro attesi oggi
Venerdì 15 Aprile 2016
Riunione annuale Banca Mondiale/FMI (15-17 aprile);
04:00 CINA PIL trim1 2016;
04:00 CINA Produzione industriale mar;
04:00 CINA Vendite al dettaglio mar;
04:00 CINA Investimenti fissi mar;
06:30 GIA Produzione industriale (finale) feb;
10:00 ITA Bilancia commerciale (totale) feb;
10:00 ITA Bilancia commerciale (EU) feb;
11:00 EUR Saldo bilancia commerciale feb;
14:30 USA Indice Empire State Manufacturing apr;
15:00 ITA Bollettino Economico trimestrale (Banca d’Italia);
15:15 USA Produzione industriale mar;
16:00 USA Indice fiducia consumatori (Reuters/Univ. Michigan) (prelim.) apr;
18:30 USA Intervento Evans (Fed);
22:00 USA Acquisti netti att. finanziarie (l/term.) feb.