Caso Bagnoli, Renzi accelera i tempi: si parte il 14 aprile, ecco il piano

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“Il 14 aprile la conferenza dei servizi, un mese di tempo per decidere della bonifica, poi si parte con le gare e la pulizia dei suoli”: assicura tempi strettissimi per Bagnoli il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. Lo fa illustrando alla stampa, nella sala conferenze della Prefettura di Napoli, le linee guida del piano in discussione in cabina di regia. Il premier lo definisce come “il progetto più significativo che in questo momento c’è in Italia, nel Mezzogiorno” sul quale il governo non lascerà “passare un minuto senza fare tutto quello che si deve fare”; innanzitutto la bonifica dell’area e lo smantellamento della colmata di cemento, “la più grande opera di risanamento ambientale mai fatta in Europa” che costerà oltre 270 milioni di euro e richiederà, per prima cosa, il via libera della magistratura. Renzi illustra le slide snocciolando i dati: previsioni finanziarie, tempi, metri cubi di cemento da smantellare.

“Da bonificare – dice il presidente del Consiglio – ci sono 116 ettari di terreno più 75 ettari di fondo marino inquinato. La stima del costo è: 162 milioni per i terreni, 48 milioni per il litorale, 59 per il mare per un totale di 272 milioni di euro. La procedura utilizzata sarà quella della gara europea, le parole chiave trasparenza e tempi certi”. Il cronoprogramma è tutto racchiuso in un’immagine che si ferma sullo schermo alle spalle del premier. Le prime azioni di bonifica dovrebbero iniziare nel 2016 ma per il 2017 è fissato l’inizio di quelle più massicce che dovrebbero concludersi nel 2019. Renzi fa capire di aver fretta, storce il naso contro le stime prudenziali dei tecnici, vorrebbe anticipare di un anno ogni step. “Vabbè tanto poi ve la vedrete con De Luca” taglia corto rivolgendosi al Commissario per la bonifica Salvo Nastasi che è di fronte a lui. Nel 2018 dovrebbe contestualmente iniziare la realizzazione delle infrastrutture.

In programma ci sono quelle per la nautica da diporto, la cantieristica, una “struttura in vetro leggera e trasparente che entra nel mare”, un dimostratore tecnologico aperto ed uno spazio espositivo multifunzionale. Ci saranno poi porto turistico, campus universitario, piste ciclabili pedonali, fibra ottica ed una funivia tra Posillipo e Nisida. Tutto questo, secondo il progetto, dovrebbe diventare realtà entro il 2020, un anno prima della chiusura del piano di rigenerazione fissata invece per il 2021. Fra l’idea e la sua realizzazione però c’è, come detto, la magistratura. La cosiddetta “colata” infatti è al centro di un processo che va avanti da anni. Il governo spingerà con forza per il dissequestro di tutta l’area di Bagnoli. “Chiederemo l’appuntamento il giorno dopo la conclusione della conferenza dei servizi”, ossia il prossimo 15 maggio, dice il premier che tiene a precisa anche che non c’è nessuna voglia di contrastare l’attività della magistriatura. “Chiederemo il dissequestro per ripulire l’area – chiarisce – decideranno i magistrati”.

Il progetto di Renzi per il rilancio di Bagnoli