Piazza Affari in territorio negativo, Fed e petrolio affondano l’Asia

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Il punto. Piazza Affari si sta muovendo in territorio negativo in quasi tutti i comparti.  E lo stesso vale anche per le borse europee. Tra i peggiori della lista di Milano, in maggior calo i comparti Materie prime, Siderurgico e Automotive. Sensibile peggioramento dello spread, con il BTP decennale che mostra un rendimento dell’1,28%.

Tra i dati macroeconomici più importanti, la spesa dei consumatori europei continua a crescere a ritmo moderato, mentre continuano a calare gli ordinativi dell’industria in Germania. Nel pomeriggio sono attesi il dato sulla bilancia commerciale e l’indice sull’andamento dell’industria dei servizi dagli USA.
Negativo il future sull’S&P-500 che retrocede dello 0,58%. Stesso andamento per il derivato sui titoli tecnologici USA che scambia a 4.474 punti, in calo dello 0,48%.


Borse asiatiche
Mercati asiatici in declino in scia all’ennesimo deprezzamento del petrolio e a messaggi contrastanti in arrivo dalla Federal Reserve (Fed). Wti e Brent hanno continuato a perdere sui mercati asiatici dopo il declino intorno al 3% registrato lunedì. Wall Street ha chiuso in flessione, seppure moderata, in scia al deludente dato sugli ordinativi industriali. Dopo tre sedute consecutive di rafforzamento della divisa nipponica il risultato è stato un netto declino della piazza di Tokyo. Il Nikkei 225 ha segnato in chiusura una perdita del 2,42% (persino peggio ha fatto l’indice più ampio Topix, deprezzatosi del 2,62% al termine delle contrattazioni), appesantito ancora una volta dai grandi esportatori (Toyota ha perso oltre il 3%). In declino, seppure più contenuto, anche Seoul: il Kospi ha infatti segnato una perdita dello 0,82% in chiusura.

Se complessivamente la seduta è stata negativa (l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha toccato una perdita dell’1,30%), le Borse cinesi alla riapertura degli scambi, dopo la festività di Qingming celebrata lunedì, sono andate a due velocità. Avvicinandosi alla chiusura infatti, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa l’1,30% mentre è ampiamente superiore al 2% il progresso dello Shenzhen Composite. Di segno opposto la seduta di Hong Kong: l’Hang Seng è infatti in declino di circa l’1,50% (performance simile anche per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Perdite generalizzate, dai settori minerario e petrolifero come pure dai titoli bancari, hanno spinto in deciso declino anche Sydney: l’S&P/ASX 200 ha perso infatti l’1,65% al termine delle contrattazioni. In precedenza La Reserve Bank of Australia (Rba), come ampiamente previsto dagli osservatori, aveva lasciato per la decima volta consecutiva invariati i tassi d’interesse ai minimi del 2,00% (valore raggiunto nel maggio dello scorso anno con il taglio di 25 punti base dopo che già in febbraio era stata effettuata una riduzione di pari entità).

Borsa Usa
A New York ieri principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in calo. Il Dow Jones ha perso lo 0,31%, l’S&P 500 lo 0,32% e il Nasdaq Composite lo 0,46%.

A pesare sui listini azionari Usa sono state le parole di Eric Rosengren. Secondo il presidente della Fed di Boston, la Banca centrale americana potrebbe aumentare i tassi di interesse prima del previsto. Negativo il dato macroeconomico pubblicato in giornata. Nel mese di febbraio gli ordini industriali sono diminuiti dell’1,7% dopo l’incremento dell’1,2% registrato a gennaio.

Gli economisti avevano stimato un decremento dell’1,7% su base mensile.

Fra poco sono previsti i dati relativi alla bilancia commerciale e a seguire (15,45 ora italiane) l’Indice Pmi Servizi del mese di marzo e (16,00) l’ISM non manifatturiero sempre relativo al mese di marzo e l’indice Indice JOLTs (mercato del lavoro) del mese di febbraio.