Avvio di ottava negativo per Piazza Affari e le altre borse europee

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Il punto. Avvio di ottava negativo per Piazza Affari e le altre borse europee, che scontano l’andamento incerto delle borse asiatiche, venendo penalizzate soprattutto dal tonfo del greggio. Il petrolio WTI scambia a 36,3 dollari al barile, con un calo dell’1,2%. Sostanzialmente stabile il cambio Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,139. Balza in alto lo spread, posizionandosi 111 punti base, con un incremento di 3 punti base, con il rendimento del BTP decennale pari all’1,24%.
Tra i mercati del Vecchio Continente, si muove sotto la parità Francoforte, evidenziando un decremento dello 0,36%, fiacca Londra, che resta incollata sui livelli della vigilia, debole Parigi, che soffre un calo dello 0,65%. Prevale la cautela a Piazza Affari, con il FTSE MIB che apre la seduta con un leggero calo dello 0,60%.
La scorsa ottava – come si sa – si è chiusa sui dati del primo venerdì del mese e dunque sui Non farm payroll. Il mercato del lavoro Usa ha registrato la creazione di 215 mila nuovi posti a marzo, ben oltre le attese che indicavano 205 mila nuovi posti. Sopra le aspettative anche la crescita dei salari (+2,3%). Dati che non portano – come già s’è visto – ad aspettative di rialzi imminenti dei tassi, soprattutto alla luce delle dichiarazioni di Janet Yellen che tre giorni prima ha fatto sapere che la Fed procederà con grande cautela nel processo di normalizzazione di politica monetaria. Oltre alle payrolls, sono arrivate diverse altre indicazioni macro. Sotto le stime l’indice giapponese Tankan, sceso a 6 punti nel caso del manifatturiero e a 22 in quello dei servizi. Ritorno sopra la soglia dei 50 punti per l’indicatore del manifatturiero cinese (50,2 punti) mentre il dato relativo Eurolandia è passato da 51,4 a 51,6 punti e quello britannico è salito da 50,8 a 51 punti. Sempre per quanto riguarda gli Stati Uniti, in linea con le stime il Pmi (51,5 punti), meglio del previsto l’Ism (51,8 punti) e la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan (91 punti).
In chiusura d’ottava ancora una volta fattore destabilizzante è stato a caduta del greggio e ciò dopo che l’Arabia Saudita ha fatto sapere che congelerà la produzione solamente se lo farà anche l’Iran. Evento assai improbabile visto che Teheran si è da poco trovata libera dalle sanzioni internazionali.

Borse asiatiche
Seduta tentennante per la piazza di Tokyo, che ha mancato il recupero, dopo le perdite archiviate la settimana scorsa. La buona chiusura di Wall Street sull’onda dei dati emersi dal Job Report non è riuscita a sostenere più di tanto il sentiment dei mercati asiatici, che scontano la caduta del prezzo del petrolio.
L’indice Nikkei ha limato lo 0,25% a 16.123 punti, mentre il Topix ha perso si è fermato sulla parità a 1.009 punti (+0,06%). Chiude in moderato rialzo Seul che recupera lo 0,27%.
Contrastate anche le borse cinesi, con Shanghai che guadagna lo 0,19%, mentre Shenzhen cede lo 0,56%. In calo Taiwan che sale dell’1,39%
Fra gli altri mercati che hanno trattato, Hong Kong perde l’1,5% e Bangkok lo 0,2%, mentre Singapore recupera lo 0,5%, Mumbay lo 0,1%, Kuala Lumpur lo 0,5% e Jakarta lo 0,1%. Sydney lima lo 0,07%.

Borsa Usa
Wall Street ha chiuso in rialzo venerdì scorso, invertendo la rotta nel corso del pomeriggio, in seguito ad una serie di confortanti dati macroeconomici. I dati sul mercato del lavoro USA sono risultati molto positivi: gli occupati sono cresciuti più delle attese di 215 mila unità, nonostante l’aumento del tasso di disoccupazione al 5%, il tasso di partecipazione al lavoro è balzato ai massimi da due anni e sono risaliti anche i salari medi orari.
Il dato in realtà aveva fatto balzare inizialmente i tassi sui Tresury USA, che scontavano maggiori probabilità di un altro rialzo dei tassi della Fed, nonostante la cautela recentemente espressa dal suo Presidente Janet Yellen. Poi, il mercato ha ridimensionato questa aspettativa.
Buoni anche i dati sul manifatturiero e sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan, che confermano la ripresa in atto dell’economia americana.
A New York, il Dow Jones prosegue in rialzo dello 0,41%; sulla stessa linea l’indice S&P-500, che si porta a 2.067 punti(+0,5%). Sale il Nasdaq 100 (+0,79%).
Apprezzabile rialzo nell’S&P 500 per i comparti Sanitario (+1,00%), Beni di consumo primario (+0,77%) e Finanziari (+0,67%). In fondo alla classifica, sensibili ribassi si sono manifestati nel comparto Energia, che ha riportato una flessione di -1,36%.
Al top tra i giganti di Wall Street vi sono i finanziari: Visa (+1,56%), Goldman Sachs (+1,39%) e JP Morgan (+1,35%).
In denaro anche Procter & Gamble (+1,22%).
La peggiore performance è quella dei petroliferi, in scia al ribasso del petrolio: Chevron ha segnato un -1,04% ed Exxon Mobil un calo dello 0,77%.
Piccola perdita per American Express, che chiude con un -0,62%.

Europa

Chiusura di ottava in rosso per le maggiori piasse d’affari europee. A Londra il Ftse100 ha terminato la giornata con un rosso di mezzo punto percentuale (-0,47%) a 6.146,05 punti, l’Ibex è sceso dell’1,38% a 8.602,3 e il Cac40 ha lasciato sul campo l’1,43% a 4.322,24. Maglia nera per il Dax che ha perso l’1,71% fermandosi a 9.794,64.
A Francoforte in luce il +4,93% di Thyssen Krupp in scia delle indiscrezioni secondo cui il gigante indiano Tata Steel sarebbe interessato a entrare nel gruppo siderurgico tedesco, mentre sul listino spagnolo il Banco Santander ha perso il 2,04% dopo la diffusione delle voci relative alla chiusura di circa 450 agenzie in Spagna (pari a circa il 13% della sua rete).

Italia
Piazza Affari ha chiuso l’ottava scorsa in ribasso appesantita dai forti cali di FCA, Telecom Italia e del settore petrolifero, oltre alla debolezza del comparto bancario. In questo quadro l’indice Ftse Mib ha perso l’1,88% a 17.7 76 punti. Come detto, FCA ha registrato -4,86% a 6,755 euro dopo la chiusura di Sergio Marchionne ad una possibile alleanza tra FCA e Psa. Intervenuto a margine di un forum a Chicago, il numero uno del Lingotto ha dichiarato che il matrimonio con Psa avrebbe vantaggi troppo bassi. Negli Stati Uniti a marzo FCA ha venduto 213.187 autovetture, l’8% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno (197.261 unità). Si tratta del miglior mese di marzo degli ultimi dieci anni. Ma le attese, secondo il consensus Bloomberg, erano per un rialzo molto più sostenuto (circa +14%).
Male il comparto petrolifero, in primis Eni (-3,83% a 12,79 euro), in scia allo scivolone del greggio dopo le dichiarazioni arrivate dall’Arabia Saudita: il vice principe Mohammed Ben Salman ha fatto sapere che l’Arabia congelerà la produzione di petrolio solamente se l’Iran seguirà la stessa strada. Nel settore oil vendite anche su Tenaris che ha ceduto l’1,19% a 10,82 euro.
Tra le banche ennesimo scivolone del Banco Popolare (-4,63% a 5,765 euro) che ha aggiornato anche i minimi storici a 6,68 euro. Vendite anche su Popolare di Milano (-1,79% a 0,603 euro), Intesa SanPaolo (-2,55% a 2,372 euro) e Unicredit (-2,21% a 3,10 euro).
Forte calo anche di Telecom Italia (-3,48% a 0,915 euro) con l’Agcom che ha deciso di bloccare la modifica delle tariffe telefoniche del servizio di base di Telecom Italia (offerta TIM Consumer Voce).
Per la debuttante Fineko Bank chiusura di seduta sul Ftse Mib con un ribasso del 2,30% a 7,23 euro.

I dati macro attesi oggi
Lunedì 4 aprile 2016

Cina – Festa della Luminosità Pura
Hong Kong – Festa di Ching Ming
03:30 AUD Vendite al dettaglio (Mensile) (Feb)
10,30 GBP Indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni (Mar)
16:00 CAD Discorso del Governatore della BoC Poloz